1. PERCHÈ MARTEDÌ IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CANCELLIERI SI DEVE DIMETTERE 2. IL SUO INTERVENTO “UMANITARIO” (“COSA AVREBBERO DETTO DI ME SE GIULIA LIGRESTI FOSSE MORTA O SI FOSSE SUICIDATA?”) È UNA MERA MENZOGNA: LA TELEFONATA DEL MINISTRO ALLA COMPAGNA DI SALVATORE LIGRESTI, GABRIELLA FRAGNI, AVVIENE ALL’INDOMANI DELLA RETATA DEL 17 LUGLIO CHE MISE IN GALERA LA FAMIGLIA LIGRESTI. E NESSUNO DELLE DUE SIGNORE, DURANTE LA TELEFONATA, FA CENNO A PROBLEMI DI SALUTE DI GIULIA LIGRESTI 3. QUI LA COCCA DI NAPOLITALINO E DI LIGRESTI PRONUNCIA LA FRASE CHE POTREBBE FARLE PERDERE IL POSTO: “GUARDA, QUALSIASI COSA POSSA FARE CONTA SU DI ME” 4. PUÒ RESTARE AL SUO POSTO UN MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CHE GIUDICA "INGIUSTO" IL LAVORO DEI MAGISTRATI E SI SENTE IN COLPA VERSO UNA DELLE FAMIGLIE PIÙ POTENTI D’ITALIA? HA RACCONTATO LIGRESTI AI PM DI MILANO: "HO MESSO UNA BUONA PAROLA PER LEI CON BERLUSCONI PERCHÉ RIMANESSE NELL’INCARICO DI PREFETTO CHE ERA IN SCADENZA”

Ottavia Giustetti - Paolo Griseri per La Repubblica

Amici sul viale del tramonto. La telefonata improvvida del prefetto Annamaria Cancellieri, ministro guardasigilli e per questo suprema responsabile dell'amministrazione della giustizia in Italia è, come si direbbe in un tribunale, un atto dovuto. Non una semplice telefonata ad un'amica. Ma quella telefonata, con
Quelle parole, in quel preciso giorno. E questo è il vero, grande, problema.

Perché sulla sventurata idea di chiamare la compagna di Salvatore Ligresti per esprimerle solidarietà umana e disponibilità ad agire si gioca gran parte dell'affaire che sta rischiando di travolgere la titolare del ministero di via Arenula in uno dei momenti più delicati della vita della Repubblica.

LA RETATA
Mercoledì 17 luglio 2013 è il giorno del crollo definitivo di un sistema di potere e della famiglia che lo aveva incarnato per oltre trent'anni. Il giorno della grande retata. Le porte del carcere si aprono per i Ligresti. Salvatore, il patriarca, rimane bloccato in casa ai domiciliari, nella sua Milano. La figlia Jonella, è obbligata a lasciare la stanza del Tanka village di Costa Rei per entrare in una cella di Bad'e carros. Non proprio un residence: il carcere di Cagliari.

La sorella Giulia viene spedita al penitenziario di Vercelli. L'unico che riesce a sfuggire all'arresto è il fratello Paolo: miracolosamente da venti giorni è diventato cittadino elvetico e osserva il tramonto della famiglia da Montagnola, piccolo paese ticinese con vista sul confine italiano, già amato da Hermann Hesse.

L'eco degli arresti è notevole: agenzie e tg parlano di falsi in bilancio, centinaia di milioni spariti e nascosti nei conti delle società di famiglia, investitori truffati e ingannati. Chi ricorda ancora i fasti della Milano da bere, gli anni di Bettino prima e Silvio poi, chiude la pratica con un'alzata di spalle: quello dei Ligresti è l'ultimo vagone di un treno da tempo indirizzato su un binario morto.

UN'AMICA IN VIA ARENULA
In quelle ore, in un ufficio di via Arenula, c'è una persona che rimugina sugli avvenimenti. Annamaria Cancellieri è amica di famiglia dei Ligresti. Conosce Antonino, il fratello di Salvatore, dagli anni in cui lei era viceprefetto di Milano. Erano vicini di casa, sono diventati vicini di cordata se si crede a quel che ha raccontato don Salvatore ai pm di Milano: «Ho messo una buona parola per lei con Berlusconi perché rimanesse nell'incarico di prefetto che era in scadenza».

Così nel giorno in cui i suoi magistrati firmano gli ordini di custodia cautelare, il ministro della Giustizia è in imbarazzo. Alle 15 va alla Camera. Deve rispondere al question time all'interrogazione di un deputato leghista sul sovraffollamento delle carceri. Cancellieri fornisce le cifre: «Al 30 giugno c'erano 66.028 detenuti a fronte di una capienza di 47.022». Poi difende la linea del governo: «Puntiamo a meccanismi di decarcerizzazione nei confronti di persone di ridotta pericolosità sociale».

LA CHIAMATA ALLA COMPAGNA
Il ministro esce dalla Camera. Le agenzie continuano a fornire particolari sulla sorte dei Ligresti e sulle gravi accuse che li stanno travolgendo. Lei salta il Rubicone. Alle 16.42 alza la cornetta e chiama la compagna di Salvatore, Gabriella Fragni. Primo particolare rilevante: è il ministro il primo a chiamare il familiare dei detenuti. Secondo particolare rilevante: non si sentivano da molto tempo. «Sono Annamaria,
sono mesi che ti voglio telefonare per dirti che ti voglio bene».

Il vero problema è che è il secondo particolare a spiegare il primo. All'inizio il ministro tenta di giustificare l'assenza di contatti per mesi con l'indubbia mole di lavoro che le è piombata sulle spalle: «Ho sempre detto: ora la vado a trovare, ora la vado a trovare. Ma poi non so manco come mi chiamo».

La compagna di Salvatore Ligresti piange, si dispera. Nel tentativo di consolarla il ministro della giustizia si lascia andare: «Ah senti, non è giusto, non è giusto, lo so». Che cosa non è giusto? L'arresto? Come può un ministro, sia pure nel tentativo di consolare un'amica, definire ingiusto quel che hanno deciso i magistrati dopo mesi di indagini?

IL RUOLO DEL FIGLIO
Ma la vera ragione della lunga assenza di contatti tra il ministro e i Ligresti non è solo la mole di lavoro. Il secondo motivo lo spiega proprio Cancellieri all'amica: «Sono veramente dispiaciuta. Ma sono mesi che ti voglio... Poi ci sono state le vicende di Piergiorgio». L'amica capisce al volo e replica: «Anche io non ho mai chiamato perché mi veniva sempre in mente quel discorso che mi avevi fatto in cascina: "non sono contenta, non vorrei che ci andasse di mezzo la nostra amicizia"».

Eccolo il rospo, il particolare sul quale il ministro rimugina da tempo, certamente fin da quando le agenzie del mattino hanno cominciato a dare conto degli arresti. Perché è stato proprio il figlio di Cancellieri, Piergiorgio Peluso, nel suo ruolo di consulente di Unicredit a smascherare i falsi in bilancio dei Ligresti, rendendo inevitabili le inchieste. Il ministro se ne dispera con l'amica: «Ah guarda, maledetto quel momento».

L'OFFERTA DI AIUTO
È solo a questo punto, al termine di una giornata di ripensamenti, al fondo di una telefonata decisa dopo molte titubanze nel momento meno opportuno, che Annamaria Cancellieri pronuncia la frase che potrebbe farle perdere il posto: «Guarda, qualsiasi cosa possa fare conta su di me, non lo so cosa possa fare però guarda sono veramente dispiaciuta».

L'AZIONE "UMANITARIA"
Il resto è cronaca. L'intervento "umanitario" del ministro dopo che, il 7 agosto, il gip di Torino respinge la prima richiesta di revoca degli arresti in carcere per Giulia, l'intervento sui vicedirettori del Dap, l'sms rassicurante a Antonino Ligresti. E la scarcerazione di Giulia, il 28 agosto. Certamente Giulia sarebbe comunque uscita il 19 settembre, dopo aver patteggiato la pena. Ma tutto questo è accaduto dopo.

Il problema è quel che è successo prima. Il nodo è la vicenda di un ministro della Giustizia che si sente in colpa verso una delle famiglie più potenti d'Italia, che si sente imbarazzata perché il figlio ha contribuito a smascherarne le malefatte (per questo incassando comunque una buonuscita da 3,5 milioni), che si spinge a definire «ingiusti» gli arresti decisi dai gip.

Per questo la sua offerta di aiuto appare come qualcosa di più di un intervento umanitario: sembra un gesto di riconoscenza, quasi di riparazione. Certo, non appare come la limpida e autonoma determinazione di un Guardasigilli giustamente preoccupato dello stato di salute di uno qualsiasi dei 66.028 carcerati italiani. «Vorrei che tu raggiungessi quella nostra amica. Penso che potrebbe fare qualcosa »: è il 17 agosto quando Gabriella Fragni dà questa indicazione a Antonino Ligresti. L'amica ministro, sventurata, risponderà: «Ho fatto la segnalazione».

 

 

ANNAMARIA CANCELLIERI LINO BANFI cancellieri foto mezzelani gmt LE MINISTRE CANCELLIERI FORNERO SEVERINO DA CHI Giulia Paolo Jonella e Salvatore Ligrestidambrosio anna maria cancellieri I MINISTRI SEVERINO E CANCELLIERIgiu33 salvatore giulia ligrestichcco32 salvatore lella ligrestiLuca De Ambrosis e Giulia Ligresti Cancellieri da Chicancellieri petrucci catricala foto mezzelani gmt qrn93 salvatore giulia ligresti

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)