DOPO DI ME, IL PEDILUVIO - MA PERCHE' IL CAV HA SENTITO L'ESIGENZA VIA FACEBOOK DI RIVENDICARE UNA OVVIETA’ COME LA LEADERSHIP DEL PDL ("IL CAPO SONO IO, NON MOLLO, RESISTO")?


DAGOREPORT

Ma perche' il Cav non Cav ha sentito l'esigenza con il messaggio su Facebook di rivendicare ad alta voce la leadership del Pdl ("il capo sono io, non mollo, resisto") richiamando alla memoria di molti il più famoso "resistere, resistere, resistere" di Borrelli Saverio Francesco, capo della Procura di Milano ai tempi di Mani pulite?

Anche perché afferma una ovvietà, come se sentisse l'esigenza di ribadire al suo popolo che egli e' proprietario di Mediaset, Fininvest e quant'altro. Lo sanno tutti che così e'. La risposta e' una sola: se ha sentito questa esigenza e' perché probabilmente i rumors che salgono dal suo partito, a cominciare dai timori e dai malumori e dalle possibili defezioni che agitano lo strategico gruppo Pdl del Senato, cominciano a diventare qualcosa di più e di diverso e fanno si che il tema della successione sia assolutamente attuale ed ormai anche imprescindibile. Al di la' delle stesse intenzioni del Cav non Cav.

Del resto, il tema della leadership costitutiva è un tema che Berlusconi si porta dietro da anni con tutta la sua carica personalistica e populistica non molto in uso nelle democrazie occidentali, se si escludono alcuni esempi sudamericani. Ora pero' l'uomo di Arcore e' chiamato alla prova più dura, che non e' solo quella giudiziaria ma la capacita' di trasformare questo tipo di leadership in una leadership che sia più funzionale ad un partito vero e moderno, nel quadro del sistema dei partiti che selezionano la propria classe dirigente attraverso i sistemi democratici.

Quindi niente più avventure personalistiche o addirittura "provvidenziali", nel senso di uomini della Provvidenza. Berlusconi tutto ciò lo sa bene, anche se ha fatto finta nel suo ventennio di ignorare questo tema, ha utilizzato tutto e tutti di volta in volta a seconda delle necessita e convenienze, come continua a fare anche in questi giorni a seconda dei segnali che vuole lanciare a tizio, caio o sempronio ma non legittima nessuno, ne'sul piano individuale ne' su quello collettivo.

Chi ha o potrebbe avere il quid per poter aiutare Berlusconi Silvio, che si renderà conto sempre di più nelle prossime settimane che non puo' più eludere questo passaggio senza mettere a rischio la sopravvivenza stessa del suo centrodestra, a risolvere questo rebus? Ecco i principali o potenziali aspiranti, quelli che fortissimamente vorrebbero e quelli che pur volendo proprio non possono. In ogni caso, si tratta di uno strappo, di un allentamento non solo simbolico dal Fondatore, che necessita, appunto, di un minimo se non di una razione completa di quid.

Berlusconi Marina e' per il momento indisponibile, ma sicuramente può ben utilizzare il suo cognome. E' sostenuta fortemente da Ferrara Giuliano, ma sconta le perplessità, se non la vera e propria' contrarieta' proprio del padre, nonché quella dei figli di Lario Veronica: Boatos dicono che al momento giusto il Cav non Cav potrebbe tirare fuori dal cilindro Berlusconi Barbara che si e' formata alla scuola di Cacciari Massimo e di Severino Emanuele, o addirittura Luigi, che pero e' troppo giovane...

Intanto si agita la coppia Tosi/Meloni con modesto appeal sia personale sia elettorale, si muove nell'ombra Passera Corrado, che non ha certo brillato durante l'esperienza del governo Monti e che non gode nell'ambito del centro destra di particolari simpatie. E potrebbe emergere, se il tema caratterizzante di una campagna elettorale dovesse essere quello di rilanciare davvero l'Europa dei popoli contro l'Europa dei burocrati, il jolly Tremonti Giulio, certamente non amato anzi fortemente contrastato da tutta l'ala dei falchi.

Se dovesse avanzare tale ipotesi, ci sarebbe sempre un Brunetta Renato che dice: "perche' non io"? Ed anche Schifani Renato, a quel punto, dall'alto della sua esperienza di ex presidente del Senato (e forse anche di prossimo ministro degli Interni) potrebbe legittimamente aspirare, a patto di non confondersi del tutto con i falchi.

Vi sono sempre sullo sfondo i soliti Montezemolo, Casini, persino Monti ogni tanto ci fa un pensierino, personaggi che si sono pero' usurati, soprattutto agli occhi del Cav non Cav, e che risultano indigesti e indigeribili per una larga parte del popolo berlusconiano. Vi e' pur sempre Alfano Angelino, che ufficialmente non ha il quid per bolla berlusconiana ma che ha dimostrato in questi mesi di ministro dell'Interno di non averlo davvero e dunque sarebbe bene che andasse il prima possibile a fare il segretario del partito che verra', Pdl, Forza Italia o qiant'altro, prima che altri occupino il posto.

Ci pensa sempre' Santanche' Daniela, che pero' dai moderati non beccherebbe un voto e quindi potrebbe tornare ad essere di fatto, pur essendo diventata arcoriana ultraortodossa, espressione di Storace Francesco su una linea lepenista, sulla scia di Le Pen Marina, posizione estremista e residuale benché supportata da Sallusti Alessandro e non solo.

Ma tutto ciò, e anche un imprenditore alla Barilla Guido vera o falsa che sia la sua eventuale disponibilita', ha senso se e' inquadrato dentro un processo democratico e dunque di regole certe e in un quadro di rappresentanza reale del corpo elettorale e dei territori, altrimenti sono solo decisioni alla Caligola che non servono n'è a Caligola n'è al cavallo (o all'asino) di turno.

Per risolvere questo tema, che e' ormai il tema decisivo del futuro del centro destra, il Cav non Cav ha bisogno di tempo, al di la' delle intemperanze tattiche di queste ore e, a seconda di chi e' l'interlocutore telefonico, parla del Capo dello Stato in termini positivi o assolutamente negativi con straordinaria destrezza. Cosicché nessuno sa davvero cosa succederà nelle prossime settimane, anche se sullo sfondo gli ultimi che concorrono alla decisione finale sono Confalonieri Fedele e Doris Ennio, come ha scritto questo umile sito in tempi non sospetti e come scrive oggi Magri Ugo su La Stampa, notoriamente ben informato di cosa accade ad Arcore, anche quando l'ex casa di campagna dei marchesi Casati e' in regime di pre-domiciliari.

 

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