LA CAMPAGNA D’EUROPA DI RENZI – COL VOTO DEL 25 MAGGIO IL PREMIER CERCA L’INCOROMAZIONE POPOLARE MA PIÙ CHE L’EXPLOIT DI GRILLO TEME IL FLOP DEL CAV E DEL NUOVO CENTRODEBOLE DI ALFANO (CHE METTEREBBE A RISCHIO GOVERNO E RIFORME)
Da "Il Foglio"
Matteo va in campagna. Il presidente del Consiglio sta puntando le sue fiche sulle elezioni europee del 25 maggio. Se dalle urne uscirà un risultato soddisfacente per il Pd, allora il premier non vorrà più sentire storie. Sarà quello il bagno elettorale che gli è mancato prima di sedersi sulla poltrona di Palazzo Chigi. Sarà quello, secondo i suoi intenti, il passaggio che lo legittimerà definitivamente.
Dopo di che, come l'intendenza, la minoranza del Pd "seguirà ". Strategia elettorale. Ma che tipo di campagna sta conducendo Renzi? Quella che, a suo giudizio, gli consente maggiore spazio di manovra prima durante e dopo il voto del 25 del prossimo mese. Una premessa: "Non farò molta campagna elettorale". Per diversi motivi. Primo perché la fa con l'azione del governo. E' quello l'effetto traino che viene riscontrato in tutti i sondaggi. Secondo perché, non si sa mai Grillo abbia la meglio in alcune circoscrizioni, a Renzi verrà attribuito solo il risultato nazionale, che secondo tutti i sondaggi è sopra il 30 per cento.
Infatti, secondo gli esperti del ramo, soltanto due elettorati saranno molto motivati e non verranno toccati dall'astensionismo, quello del Pd e quello del 5 stelle. Dopo di che, siccome da solo il presidente del Consiglio sposta circa il tre per cento, in alcune circoscrizioni elettorali Renzi terrà dei comizi, per rimpinguare il risultato del Partito democratico. Dammi tre parole. Comunque, il premier ha già dato indicazioni sull'impostazione della campagna. E, soprattutto, di come parlare della questione Europa. Lezione numero uno: declinare in tutti i modi la "frase d'ordine" del leader: "Ci siamo stufati di subire lezioni da Bruxelles".
Numero due: "L'Europa del solo rigore non ha futuro". Numero tre: "Non rispondere ai professionisti dell'insulto (cioè ai grillini ndr) e rivolgersi al loro elettorato per dimostrare che la politica riesce a fare qualcosa". E via dicendo. Numeri avversari. Una preoccupazione Renzi ce l'ha: il risultato di Forza Italia (e di Ncd). Che il partito di Berlusconi vada male è un fatto che al Nazareno viene dato per scontato.
Ma i numeri in Parlamento sono quelli che sono e non corrispondono all'attuale geografia del paese. Che fare a quel punto? C'è chi nel Pd si augura uno smottamento di deputati e senatori di Forza Italia verso il Nuovo centrodestra. Ma su questo punto Renzi è piuttosto cauto. E' riuscito a dare l'impressione che il Pd sia solo al comando del governo e non vuole tornare allo schema Letta, che condivideva le sorti governative con Alfano.
Anche perché, stando ai sondaggi, per quanto il partito del ministro dell'Interno possa prendere, in accoppiata con gli altri centristi, rappresenta nel paese una parte marginale. Ma questo problema verrà affrontato dopo le elezioni, secondo la strategia renziana del day by day. Nessun piano a lungo termine, per il premier, perché a suo giudizio non è questa la fase.





