IL PIANO B DI MATTEUCCIO: SE LE TRUPPE MAMMELLATE DEL BANANA SI DEFILANO, COSTRUIRE UNA NUOVA MAGGIORANZA AL SENATO CON I SETTE DI SEL E UNA DECINA DI EX GRILLINI (MA A QUEL PUNTO SALTEREBBE L’ITALICUM)

Tommaso Ciriaco per ‘La Repubblica'

Esiste un piano B, nell'immenso risiko sulle riforme combattuto da Matteo Renzi. Prevede di sostituire le truppe di Silvio Berlusconi con una pattuglia di senatori che siedono alla sinistra del premier. Si tratta dei sette vendoliani e di almeno una decina di ex grillini, disponibili a fondere le proprie proposte con il ddl alternativo sottoscritto da ventidue senatori dem. Una falange di quaranta parlamentari in tutto, decisivi se dovesse saltare il patto del Nazareno.

Gli ambasciatori di questo nuovo centrosinistra si incontreranno entro mercoledì. E a quel punto l'alternativa al Cavaliere sarà recapitata a Palazzo Chigi. «Nessuno vuole boicottare il percorso - prova a rassicurare Pippo Civati - ma solo allargare il consenso sulla riforma. Perché impuntarsi?».

In fondo, anche il ministro Maria Elena Boschi ha lasciato intendere che esiste un'alternativa al matrimonio con il capo di Forza Italia. È il doppio forno a disposizione del premier, un'arma rimasta finora nascosta nella fondina di Renzi. Non è detto che servirà davvero brandirla, ma di certo consentirà al presidente del Consiglio per ridurre il potere di veto del leader azzurro.

Le prove generali di una maggioranza diversa andranno in scena attorno al testo di riforma messo nero su bianco da Vannino Chiti. È stato sottoscritto da 22 senatori, tra i quali civatiani, sinistra democratica, parlamentari del Pd senza casacca. La novità delle ultime ore è che il consenso sul testo è destinato ad allargarsi parecchio, fino a toccare quota quaranta senatori.

Una girandola di contatti tra Chiti e Campanella, Civati e vendoliani ha preparato il terreno nel week end. Sel, per dire, ha fatto il punto ieri, dando il via libera a una proposta che ricalca quella della sinistra democratica. Prevede, tra l'altro, un Senato elettivo e un diverso bilanciamento delle funzioni di Camera e Senato. «È molto positivo che avvii il confronto - rileva il senatore Peppe De Cristofaro - ed è possibile una convergenza con i progetti simili al nostro».

Gli ex grillini, poi, sono una galassia in eterno movimento pronta a strutturarsi in un nuovo gruppo di almeno dieci senatori. Il regista dell'operazione è Francesco Campanella. Ha già presentato una proposta simile a quella di Chiti - riduzione dei parlamentari, niente fiducia per Palazzo Madama e senatori eletti - ed è disponibile a ragionare su una convergenza: «È interessante cooperare per evitare lo smembramento del Senato.

Non è solo una possibilità da valutare, ma da parte nostra addirittura da ricercare. Ci incontreremo in settimana». Come se non bastasse, altri scontenti del Pd potrebbero essere della partita. Non lo nasconde Angelica Saggese, che pure non ha firmato il ddl Chiti: «Se Renzi la mette nei termini del "prendere o lasciare", io non ho problemi a lasciare. Ma rilevo in queste ore diverse aperture del governo...».

Per il premier, in realtà, non sarà facile sostituire il Cavaliere. Non si tratta solo di rinunciare ai sessanta voti a disposizione di Forza Italia. Far saltare l'accordo del Nazareno rimetterebbe in discussione anche l'Italicum, consegnando la riforma elettorale al gioco di veti incrociati dei partitini di maggioranza. Dal quartier generale di Arcore, intanto, continuano ad arrivare segnali ambigui. Giovanni Toti, ad esempio, giura che l'accordo del Nazareno reggerà, a patto che il ddl del governo venga sottoposto a «revisione ».

La verità è che l'ex premier è alla disperata ricerca di nuovi margini di manovra. Fissa paletti, minaccia di ribaltare il tavolo, si agita in attesa dell'udienza del 10 aprile che lo destinerà ai servizi sociali o ai domiciliari. Domina l'incertezza, eppure la contraerea berlusconiana interviene in difesa del leader: «Il Pd sostiene che va avanti sulle riforme anche senza di noi? Si tratta di una prova di debolezza - giura Deborah Bergamini - basta considerare che quaranta senatori democratici sono contrari alla riforma del governo...».

Forza Italia, in ogni caso, è allo sbando. E un gesto inconsulto del Cavaliere sulle riforme potrebbe provocare nuove scissioni proprio a Palazzo Madama. Lo lascia intendere il sottosegretario montiano Benedetto Della Vedova: «Per Berlusconi sarebbe una scelta suicida lasciare l'unico tavolo nel quale conta. Se dovesse rompere immotivatamente, troveremmo comunque una maggioranza per approvare il testo. E aumenterebbe pure la maggioranza del governo...».

Sette, otto senatori azzurri sono già pronti a trasferirsi nel Nuovo centrodestra. Si tratta di berlusconiani delusi, parlamentari messi ai margini dal cerchio magico di Arcore e senatori campani che fanno capo a Nicola Cosentino. Si legheranno ad Angelino Alfano, come faranno nel medio periodo anche i Popolari di Casini e Mauro. «Dopo l'alleanza per le Europee - conferma Antonio De Poli (Udc) - ci muoveremo insieme al Ncd anche sulle riforme, non c'è dubbio ».

 

RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA RENZI BERLUSCONI PREMIER LA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHIPIPPO CIVATI E STEFANO RODOTAVannino Chiti GIOVANNI TOTI A PORTA A PORTA ALFANO E RENZI ed df e fbac d

Ultimi Dagoreport

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALLA MATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…