TONINO DALLA BAVA ALLA BARA (POLITICA)? - DI PIETRO NEL MIRINO: DOPO LA PUNTATA DI ‘’REPORT’’, L’ANTIDIPIETRISMO E’ SDOGANATO - AD AMMAZZARE ITALIA DEI VALORI E’ STATA SOPRATTUTTO “UNA SELEZIONE DEL PERSONALE POLITICO CHE SEMBRA IL BAR DI GUERRE STALLARI” - IN LIGURIA IDV HA ACCOLTO IN QUESTI ANNI (TRA GLI ALTRI) UN EX VIGILE CHE INTASCAVA LE MULTE PAGATE DAI CITTADINI E UN EX FINANZIERE ACCUSATO DI CONCUSSIONE…

Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

«Gli mancava solo la bava agli angoli della bocca». È la battuta più spietata, anche meno di 140 caratteri per collegarsi alla scena madre della Prima Repubblica, a quel momento di massima potenza che ha definito la sua carriera da magistrato e arato il solco per la carriera politica.

Terribile, la nemesi del web e il tempo che passa. Soltanto nel 2010, quindi un secolo fa, Antonio Di Pietro era portato ad esempio dal Wall Street Journal come l'unico politico italiano che avesse capito qualcosa di comunicazione su Internet. A quel tempo, Silvio Berlusconi regnante, l'ex magistrato di Mani Pulite stava a Internet come le vacche, nel senso dei bovini, all'India. Come cambiano le cose, come cambiano in fretta.

D'accordo, Report, che per molti è una sorta di Cassazione della realtà, e soprattutto le immagini di un Di Pietro impacciato come mai prima. Ma il paragone con i problemi di salivazione di Arnaldo Forlani sul banco degli imputati, incalzato da un magistrato che poi avrebbe fatto carriera in altro settore, quello no. Sono gli sberleffi, firmati anche da dipietristi delusi, a certificare un cambio definitivo nella percezione diffusa dell'Italia dei valori e del suo leader.

C'è da chiedersi il perché di questo sdoganamento dell'anti dipietrismo davanti a storie che in passato furono portate avanti solo da pochi giornalisti, puntualmente tacciati di berlusconismo acuto. E come risposta non può bastare la maledizione dell'undicesimo anno teorizzata da Elio Veltri, che nel 1981 lasciò Bettino Craxi e nel 1992 si sa quel che accadde, e nel 2001 ha rotto i ponti con l'attuale presidente dell'Idv.

«La sua caduta libera è dovuta agli stessi motivi per i quali me ne andai. Non mi piacevano le persone che stavano entrando nel partito. Alle mie obiezioni Antonio mi rispondeva canzonandomi, mi diceva che io volevo un partito di duri e puri. Avrebbe dovuto essere anche il suo obiettivo, ma è finita in ben altro modo».

La conclamata debolezza politica, con l'Italia dei valori snobbata dal Pd e sbeffeggiata nella sua richiesta di apparentamento con Grillo, può forse spiegare la consueta corsa al bastonamento del cane che affoga. Ma non dice nulla su una ben rapida discesa, al confine con il crollo, dal piedistallo della virtù.

Per quello bisogna rivolgere lo sguardo in basso, verso la periferia del partito. Pochi luoghi come la Liguria raccontano dell'attuale sgretolamento di antiche certezze, o speranze. Sotto la patina di una Marylin Fusco, vicepresidente regionale appena dimessa causa inchiesta della magistratura, si nasconde una selezione del personale politico che sembra il bar di Guerre stellari.

In questi anni sono passati nella squadra dell'Idv locale: un ex vigile divenuto consigliere provinciale che si intascava le multe pagate dai cittadini; un ex finanziere segretario provinciale arruolato nel partito nonostante fosse accusato di concussione, peculato e falso, per via dell'abitudine a ricattare i baristi del circondario; una candidata alle Regionali del 2010 che faceva distribuire le sue foto elettorali a un sostenitore della legalità condannato a vent'anni di carcere per spaccio di droga.

Claudio Burlando, governatore di una giunta con l'Idv al suo interno, ha una tesi, esposta con qualche malizia. «I partiti con meno radici, come l'Idv, faticano a darsi una struttura. Così, in alcuni casi sbagliano a scegliere la propria classe dirigente».

Deve essere successo anche altrove. In Emilia Romagna fino al 2010 il volto dell'Idv era il sorriso rubizzo di Paolo Nanni, oggi accusato di peculato per i fondi trattenuti nel quinquennio 2005-2010 quando era capogruppo di se stesso, unico eletto in Regione, e aveva ricevuto contributi per 450 mila euro. Celebri i suoi convegni, che avevano la curiosa caratteristica di saltare all'ultimo minuto, lasciando uno spiacevole strascico di «cene istituzionali» con conti da duemila euro.

La tesoriera Silvana Mura, molto discussa non solo nella puntata di Report, interrompe un Direttivo nazionale per ragionare sul vento che ha cambiato il suo giro. «In realtà è la forma-partito che non regge più. Ci sono tante, troppe mele marce anche tra noi. Siamo cresciuti troppo in fretta e non abbiamo creato una classe dirigente adeguata. Ma abbiamo le mani pulite. Report non ha fatto altro che tentare di infangarci aggrappandosi a cose vecchie. Ci penseranno i nostri avvocati».

Gli avvocati sopra citati riportano tutto al punto di partenza. Il fondatore dell'Idv ha domicilio professionale nello studio che gli ha fatto guadagnare settecentomila euro in qualità di diffamato. Uno dei legali di punta è l'ormai celebre Vincenzo Maruccio, ex autista, amico del capo, che lo volle ad ogni costo assessore alla Regione Lazio, per ritrovarselo accusato di essersi messo in tasca ottocentomila euro di rimborsi. Nei partiti di proprietà personale si comincia dal basso per poi arrivare al vertice. E spesso succede al ritmo del «non poteva non sapere», una canzone che divenne molto popolare a quei tempi, quando c'era Forlani.

 

ANTONIO DI PIETROANTONIO DI PIETRO - ITALIA DEI VALORIARNALDO FORLANI Elio VeltriMARILYN FUSCO jpegClaudio BurlandoIN TENUTA BALNEARE DI SILVANA MURA

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…