
VIDEO! “LA VERITÀ È CHE A SINISTRA NON CI STANNO PIÙ A CAPÌ ’N CAZZO, MA DA MO’!” PIROSO AZZANNA I DIRIGENTI DEL “CAMPO LOFFIO” CHE “CONTINUANO A DIMOSTRARE DI NON AVER IMPARATO ALCUNCHÉ DALLE TRANVATE DAL PASSATO": "LA SINISTRA NON SA MAI FARE I CONTI CON LA MAGGIORANZA SILENZIOSA CHE ANCHE IN CALABRIA SE N’È ALLEGRAMENTE FOTTUTA DELLA FLOTILLA E DELLE PIAZZE PER GAZA" - LE BORDATE A ALBANESE (“CONVINTA DI ESSERE UNTA DAL SIGNORE E DI AVERE DIETRO DI SÉ FOLLE ADORANTI CHE PENDONO DALLE SUE LABBRA IN QUANTO UNICA PORTATRICE DEL VERBO PRO PAL”) E A LANDINI (“CHE NON È STATO IN GRADO DI PORTARE ALLE URNE GLI ELETTORI NECESSARI A VINCERE IL REFERENDUM SUI DIRITTI DEI LAVORATORI”) - VIDEO
Antonello Piroso per “La Verità” - Estratti
Uh, e mo'? Francesca Albanese se n'è gghiuta, e soli c’ha lasciati! Sentendo il civile Francesco Giubilei pronunciare il nome di Liliana Segre, è scattata come Usain Bolt e ha abbandonato sdegnata lo studio tv de La7, bofonchiando di precedenti impegni. Confortata dai conduttori che hanno vestito immediatamente i panni dei paladini della feroce paladina - la sola al mondo, pare - dei diritti dei palestinesi: «C’aveva avvertito che c’aveva da fa’».
Ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della bontà e fondatezza dell’aulico commento di Ennio Fantastichini, alias il coatto Ruggero Mazzalupi in Ferie d’agosto di Paolo Virzì, rivolto a Silvio Orlando-Sandro Molino: «La verità è che (voi di sinistra) non ci state più a capì ’n cazzo, ma da mo’!».
ANTONELLO PIROSO - CAVALIERE NERO VIRGIN RADIO
Il dubbio sovviene non solo davanti alla arrogante e inescusabile uscita di Albanese (in genere, uno lo dichiara all’inizio che non si tratterrà fino alla fine della trasmissione, e comunque quando viene il momento lascia o prima di un altrui intervento, o al termine del medesimo), convinta di essere unta dal Signore e di avere dietro di sé folle adoranti che pendono dalle sue labbra in quanto unica portatrice del Verbo pro Pal.
Ma anche avendo ascoltato i soliloqui di Maurizio Landini ospite venerdì sera, in Rai, di La torre e il cavallo, dove perfino Marco Damilano mi ha dato l’impressione, a un tratto, di accogliere per dovere d’ufficio (del giro «compagnucci della parrocchietta») le roboanti esternazioni del segretario Cgil. Che ha fin da subito autocertificato in «2 milioniiiii in centoooo piazze» coloro che, aderendo allo sciopero, «avrebbero perso una giornata di stipendio» (perfino, evidentemente, i «giovani dai 14 anni in su», disoccupati di default, di cui pure ha magnificato la partecipazione), pur di testimoniare come la pensa il popolo italiano - senza eccezione alcuna, neh - sul tragico groviglio mediorientale.
maurizio landini sciopero generale per gaza a roma foto lapresse
Vedere gongolare per tale massiccia adesione quello stesso Landini che non è stato in grado di portare alle urne gli elettori necessari a vincere il referendum sui diritti dei lavoratori generava in verità uno spiazzante spaesamento. Aumentato dal titolo di apertura di Repubblica di sabato, «L’Italia in piazza per Gaza» (bum!). È il solito drammatico errore in cui cadono la sinistra e i media mainstream causa «sindrome della sineddoche».
fratoianni schlein conte bonelli al monk
Confondere cioè la parte (la loro) per il tutto. Perché, con una valutazione spannometrica, se pure la più parte dell’opinione pubblica vuole vedere subito la fine delle atroci sofferenze del popolo palestinese. Se pure la più parte dell’opinione pubblica giudica crudele e financo criminale l’operato del governo di Bibi Netanyahu (Giorgia Meloni: «La reazione di Israele è stata decisamente sproporzionata», e l’annuncio di aumentare gli insediamenti in Cisgiordania «una scelta contraria al diritto internazionale»), è certo che la più parte dell’opinione pubblica è stata indifferente alla vicenda della flottiglia e al clamore - pompato da talk show e social - da cui è stata circondata la sua inconcludente iniziativa.
maurizio landini sciopero generale per gaza a roma foto lapresse
Insomma: la maggioranza silenziosa - strepitosa in quanto non strepitante - se n’è allegramente fottuta, e perdonate il francesismo. I dirigenti del «campo loffio» continuano così a dimostrare di non aver imparato alcunché dalle tranvate dal passato. Salvo eccezioni.
(...) Luca Ricolfi lo ha spiegato vent’anni fa: Perchè siamo antipatici? - La sinistra e il complesso dei migliori. E il destino, continuando così, dei perdenti.
francesca albanese abbandona lo studio di in onda mentre si parla di liliana segre
FRANCESCA ALBANESE
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