POLITICI PERVESTITI: FA TROPPO RADICAL-CHIC DIRE CHE IL RENZI-FONZIE CON LA FACCIA DA DURO, SEMBRA PURE UN PO’ SCEMO?

1- VESTITI
Jena per "La Stampa"
Ve li immaginate Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer vestiti da Fonzie?

2- DAI MILLE LOOK DI SILVIO A RENZI-FONZIE I MODELLI POP DELLA SECONDA REPUBBLICA
Filippo Ceccarelli per "La Repubblica"

Si pecca da radical-chic a notare che il Renzi-Fonzie fotografato da Chi con la faccia da duro non rende onore a se stesso e anzi, con il pollicione appeso al passante dei pantaloni, sembra pure un po' scemo?

Di buone intenzioni anti-elitarie è asfaltata l'autostrada del travestimento, altrimenti detto trasformismo, oltre che del più insistito, pagliaccesco e riprovevole carnevale. E tuttavia si può anche notare che «Renzie», con il suo giubottino in pelle (l'altro giorno ha rivelato di averne due), è poco più di un novizio della mascherata «per parlare ai giovani e agli anziani» eccetera. Ben altri orrori ha offerto in questo tempo la politica cosiddetta pop; e se gli effetti delle visioni sono questi che si patiscono oggi, prima o poi varrà la pena di approfondirne la pretesa efficacia, oltre che l'inconfessabile pulsione e l'oscuro svolgimento.

Difficile dire quando precisamente il potere ha cominciato a rimodularsi nel senso del più vistoso camuffamento. O almeno, Pannella e i radicali si sono sempre mascherati: da clown, fantasmi, conigli, babbi natali, sceriffi, gangster, banda bassotti, i costumi di scena abbondano infatti nella loro vicenda, che resta però d'opposizione.

Se proprio occorre individuare un attimo decisivo, il pensiero va al Cossiga che anticipa la fine della prima Repubblica anche indossando davanti ai flash un berretto da carabiniere e degli alamari cuciti sulla grisaglia.

Da quel momento, inverno 1991, l' imbuffonimento del potere, che poi coincide con la fine dell'antico decoro, procede per piccoli strappi: copricapi tipo colbacchi, caschi Onu, berretti da capostazione; polemica o ironica ostensione di bavagli; specie a sinistra vanno molto le tenute sportive (Veltroni calciatore, Prodi ciclista, D'Alema nocchiero); mentre a destra si privilegiano giubbotti antiproiettili, uniformi arancioni da top gun (Maroni & La Russa), avion-jacket (Casini) e tute mimetiche (Martino) durante le visite ai contingenti italiani.
Quindi parte la Lega: variante prima barbarica, con elmi cornuti e facce dipinte, e poi verde secessionista (notevole la Pivetti con camicetta annodata all'ombelico), passando per spadoni, nozze celtiche in kilt e guerrieri crociati, fino al Bossi vestito da «nobile lombardo» nel prezioso Barbarossa.

A partire dalla seconda metà degli anni 90 nulla di ridicolo e sconveniente venne più risparmiato al gentile pubblico; e con il passare del tempo si fa strada il sospetto che proprio la fine delle culture politiche abbia incoraggiato il manifestarsi di identità cangianti, trucchi, ingegni e trasformazioni di scena utili non solo a sfogare la vanagloria dei potenti,
ma anche e soprattutto a conquistargli l'attenzione di platee sempre più distratte.
Così ministri di tutti i governi corsero le Mille Miglia con occhialoni e abbigliamento d'epoca; schiere di onorevoli e onorevolesse sfilarono come indossatori e indossatrici, ma con il pretesto della beneficenza.

Autentico Fregoli, il sindaco Alemanno compulsivamente si travestì da alpinista, tuta bianca, pellegrino di Compostela, operatore ecologico, filippino in festa, damerino settecentesco; mentre i suoi seguaci, rincorrendo il mito della romanità - e alcuni di loro anche preparandosi alle imminenti omeriche feste dei maiali - sfoggiavano toghe e calzari da far invidia ai centurioni che insidiano i turisti per le foto.

In tale contesto, per giunta contagioso e alimentato da un circuito mediatico che lo riproponeva come una specie di perenne session fra guardoni ed esibizionisti, il dominio spettacolare di Silvio Berlusconi si connota come il momento decisivo, anche se non terminale, della turbomascherata all'italiana.

Doppiopetto, tuta in cachemire, bandana, bretelle, giubbotto di Putin, casco da Mazinga durante il terremoto, mise alla Tony Soprano o alla Tony Manero con pendaglio al collo e cordino di caucciù, panama da 3500 euro, pelliccione da eschimese, fazzoletto da partigiano: nessuno più del Cavaliere ha coltivato la risorsa del cambio dell'abito come messaggio di relativismo, se non di nichilismo.

E si sarà anche divertito, il Messia dei travestimenti, che una volta arrivò a indossare il costume di un danzatore berbero. Ma gli italiani molto meno. E se Beppe Grillo, dopo la vittoria, è apparso sulla spiaggia in veste di insetto marziano, non è che si sentisse tutto questo bisogno di Renzi-Fonzie - con quell'arietta imbronciata, oltretutto, per la cupa
rivalsa dei radical-chic.

 

Fonzie Renzi da chiCossigaROMANO PRODI E GIORGIO SQUINZI IN BICI SULLO STELVIO D'Alema in barcaenrico letta calcioGRILLO IN SPIAGGIA CON PIUMINO UOMO MASCHERATO FOTO LAPRESSE

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