LA POLONIA INVADE LA MERKEL E LA SBATTE NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO

Da www.Lettera43.it

Una foto in bianconero. Un foulard sulla testa. Un pigiama a strisce abbottonato fino al collo. Due occhi tristi e fissi all'orizzonte dietro a un filo spinato di un campo di concentramento. Così il 9 aprile il magazine polacco "Uwazam Rze" ha raffigurato la cancelliera Angela Merkel in prima pagina col titolo "La falsificazione della storia". Un'immagine che ha scatenato grosse polemiche in Germania. Varsavia ha accusato Berlino di aver distorto i fatti storici facendo diventare le vittime i carnefici.

L'attacco è scaturito dopo che la stazione televisiva tedesca Zdf ha mandato in onda un documentario che aveva raffigurato dei partigiani polacchi anti-semiti. Nel filmato si vede un partigiano che afferma: «Affoghiamo gli ebrei come topi». Dopo la visione del documentario, il diplomatico polacco Jerzy Marganski ha scritto una lettera all'emittente televisiva per esprimere il suo disgusto.

«L'immagine della Polonia e della resistenza polacca contro gli occupanti tedeschi, come trasmessi dalla serie tivù è estremamente ingiusto e offensivo», ha tuonato Marganski. Nella rivolta di Varsavia, ha aggiunto il diplomatico, «morirono 200 mila civili e molti hanno aiutato gli ebrei». L'emittente Zdf ha risposto dicendo che in nessun modo voleva banalizzare i fatti storici o ridurre la responsabilità tedesca.


MERKEL, IL SANGUE È (ANCHE) POLACCO - IL NONNO PATERNO NACQUE A POZNAN, PRIMA DI TRASFERIRSI A BERLINO. LE NUOVE RIVELAZIONI IN UNA BIOGRAFIA
Pierluigi Mennitti per www.Lettera43.it del 14 marzo 2013

Una cancelliera venuta dal freddo. Si può parafrasare il titolo del più famoso romanzo di spionaggio ambientato ai tempi della Guerra Fredda (John Le Carré, La spia che venne dal freddo) per sintetizzare la scoperta compiuta da Stefan Kornelius, capo della redazione estera della Süddeutsche Zeitung: Angela Merkel ha origini polacche.

Kornelius ha dato alle stampe una nuova biografia di colei che da qualche anno viene considerata la donna più potente del mondo andando a frugare nel suo passato familiare finora piuttosto oscuro. Una traccia l'aveva fornita la cancelliera stessa qualche tempo fa, accennando in un incontro pubblico alla circostanza di avere un quarto di sangue polacco. Ma la cosa era finita lì, per mancanza di prove. Adesso il giornalista della Süddeutsche quelle prove le ha trovate e le ha riversate nero su bianco nel volume Angela Merkel, la cancelliera e il suo mondo, arrivato sugli scaffali delle librerie tedesche proprio il 14 marzo.

IL PADRE, UN TEOLOGO EVANGELICO. La scoperta è arrivata attraverso un certificato di nascita del padre di Angela Merkel, il teologo evangelico che, trasferendosi dopo la guerra dalla diocesi di Amburgo a quella di Quitzow, obbligò di fatto la futura cancelliera a crescere nella Germania comunista.

Il suo nome originario era infatti Horst Kazmierczak e, solo nel 1930, la famiglia decise di trasformare il cognome polacco in un più comodo cognome tedesco: da Kazmierczak a Kasner, che è poi il cognome che Angela Merkel aveva da ragazza.

MERKEL, COGNOME DEL PRIMO MARITO. La stessa cancelliera non ha reso la vita facile a biografi e giornalisti. Il cognome con cui è diventata famosa nel mondo è quello del primo marito, Ulrich Merkel, allora uno studente di fisica originario della Turingia conosciuto nel corso di uno scambio universitario a Mosca e Leningrado, l'odierna San Pietroburgo.

Un cognome che ha mantenuto nonostante il divorzio nel 1981 e il successivo matrimonio, nel 1998, con il professore di chimica Joachim Sauer, il riservato partner attuale che non ama i riflettori e compare al suo fianco solo quando il protocollo diplomatico lo impone.

Anche i luoghi della sua vita rischiano talvolta di indurre in confusione. La cancelliera dell'Est è in realtà nata nel 1954 a Ovest, ad Amburgo. Ancora in fasce seguì l'intera famiglia a Est: a Quitzow, in Brandeburgo, dove il padre, pastore evangelico, ottenne una diocesi.

Horst Kazmierczak, nel frattempo già diventato Kasner, riteneva suo dovere assolvere al compito di non lasciare sguarnite le chiese e le parrocchie nell'altra metà della Germania, dove il partito comunista stava velocemente consolidando il suo potere. In quella che erroneamente viene considerata la sua città di origine, Templin, la famiglia Kasner arrivò solo tre anni dopo, nel 1957. Questa girandola di cognomi e città ha spesso contribuito a creare attorno alla cancelliera leggende imprecise.

IL NONNO DI POZNAN. Le recenti ricerche di Kornelius hanno permesso anche di risalire ancora più indietro nell'album di famiglia: il nonno paterno di Angela Merkel, Ludwig Kazmierczak, era originario di Poznan, dove venne al mondo nel 1896 come figlio illegittimo di Anna Kazmierczak e Ludwig Wojciechowski e crebbe sotto l'ombrello protettivo della madre e del suo secondo marito Ludwig Rychlicki.

In quel periodo la città era conosciuta in Europa con il nome tedesco, Posen, essendo passata sotto il Reich tedesco dopo la spartizione della Polonia fra Prussia, Russia e Impero austroungarico. Poznan-Posen visse in pieno le vicende turbolente che segnarono la storia dell'Europa centro-orientale del XX secolo e gli spostamenti dei confini che seguirono la conclusione della prima guerra mondiale: dopo la stipula degli accordi di Versailles, la città tornò a far parte della Polonia e Ludwig Kazmierczak prese armi e bagagli per trasferirsi a Berlino.

DA KAZMIERCZAC A KASNER. Lì conobbe sua moglie Margarethe e dalla relazione nacque nel 1926 Horst Kazmierczak, il futuro padre della cancelliera, scomparso di recente nel 2011. Nel 1930 la famiglia decise di tedeschizzare il proprio cognome e fu così che molti anni dopo, nel 1954, Angela Merkel venne al mondo con il cognome Kasner. «Il vero cognome di nascita del padre della cancelliera era rimasto finora sconosciuto», ha sottolineato la Süddeutsche, «così come nelle tenebre era rimasto il passato polacco degli antenati della cancelliera. E anche se il nonno nacque in territori che a quei tempi appartenevano al Reich tedesco, le rivelazioni prodotte dalla nuova biografia confermano la discendenza polacca del ramo paterno di Angela Merkel».

A parte le curiosità geografiche, ci si chiede ora se queste nuove rivelazioni possano gettare una luce migliore sulle relazioni fra Germania e Polonia. In verità, a parte la parentesi dei due anni di governo di Jaroslaw Kaczynski, i rapporti ufficiali fra Berlino e Varsavia sono sempre stati eccellenti dai tempi della caduta del Muro.

Non era scontato, viste le controversie intercorse nei secoli precedenti e le ferite dolorose lasciate dall'invasione nazista del 1939 e la ridefinizione dei confini dopo la fine della seconda guerra mondiale. Ma la ferma determinazione di Helmut Kohl e Dietrich Genscher di riconoscere i confini orientali della Germania sulla linea dei fiumi Oder-Neiße dopo la riunificazione tedesca, aprì di fatto una nuova fase nelle relazioni fra i due Paesi, della quale hanno beneficiato entrambi.

SI LAVORA A UNA MEMORIA COMUNE. Sul piano della riconciliazione storica, procede il lavoro della commissione mista di esperti tedeschi e polacchi per giungere alla stesura di una memoria comune delle vicende che hanno legato Germania e Polonia nei secoli passati, sul modello di quel che accadde fra Germania e Francia dopo il secondo conflitto mondiale.

Restano diffidenze legate al ruolo degli esuli tedeschi, espulsi dai territori della Prussia orientale e della Slesia incorporate dalla Polonia dopo il 1945, ma gli stretti rapporti sociali ed economici tra i due Paesi nell'ultimo ventennio rendono, con il passare delle generazioni, questi temi sempre più esclusivo dominio degli esperti.

E TUSK HA ORIGINI TEDESCHE. Tanto più che la complessità degli intrecci inestricabili della storia di questo spicchio d'Europa offre oggi il paradosso di una cancelliera tedesca con origini polacche e di un primo ministro polacco con trascorsi familiari tedeschi. Donald Tusk, infatti, viene da una famiglia della minoranza dei casciubi, una popolazione appartenente al gruppo degli slavi occidentali insediatasi nei dintorni di Danzica agli albori del XIII secolo.

Suo padre, Jozef Tusk, trascorse nel 1944 anche tre mesi nella Wehrmacht a causa della sua cittadinanza tedesca, prima di disertare e passare nelle file dell'armata in esilio polacca. Una circostanza che creò a Donald anche qualche problema in campagna elettorale. Ma le vicende familiari non si possono tagliare con l'accetta e un tale miscuglio di origini può diventare anche una risorsa nell'Europa unita di oggi.

 

ANGELA MERKEL RITRATTA COME PRIGIONIERA DI UN CAMPO DI CONCENTRAMENTO DA UN MAGAZINE POLACCODOCUMENTARIO TEDESCO ZDF CONTESTATO DAI POLACCHIDOCUMENTARIO TEDESCO ZDF CONTESTATO DAI POLACCHIMERKEL LA PRESSE MERKEL LA PUPARA MERKEL ARRABBIATA jpegANGELA MERKEL THE IRON LADY MARIANO RAJOY E ANGELA MERKELUn manifesto con la scritta da Hitler a Merkel mostrato da un manifestante ad Atene merkel merkelADDIO SARKO BY MERKEL angela_merkelREGINA ANGELA MERKEL merkel

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…