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BRUTTE NOTIZIE PER L'ITALIA: LE GUERRE DEL FUTURO AVRANNO COME OBIETTIVO IL MARE – DAGLI USA ALLA CINA, LE POTENZE MONDIALI, COSÌ COME I PAESI EMERGENTI, CERCANO SEMPRE DI PIÙ IL CONTROLLO DELLE ACQUE SALATE – LUCIO CARACCIOLO: “L’ACCESSO ALLE PRINCIPALI ROTTE COMMERCIALI È LA CONDIZIONE INAGGIRABILE PER ESPANDERE LA PROPRIA INFLUENZA. TANTO CHE I MARI VENGONO TRATTATI COME TERRE. L’ITALIA, AL CENTRO DI UN MARE STRATEGICO, È IN POSIZIONE PIÙ CHE PRIVILEGIATA. PECCATO NON SE NE RENDA CONTO…”

Estratto dell’articolo Lucio Caracciolo per “la Repubblica”

 

TAIWAN - PARATA DI NAVI DA GUERRA AMERICANE

La temperatura della potenza di un paese si prende nell’acqua salata. È la storia a ricordarcelo. I grandi imperi occidentali, dal britannico all’americano, si sono costruiti e cantati sul dominio delle onde (Britannia rules the waves). Oggi tutte le grandi potenze o aspiranti tali producono le loro “dottrine blu”. Se non conti in mare, non conti.

 

Dalla Cina alla Turchia, dall’India alla Nigeria, gli attori emergenti e ambiziosi che tornano o si affacciano da protagonisti sulla scena internazionale scommettono sul mare per affermarsi sotto ogni profilo, dall’economico al geostrategico. L’accesso alle principali rotte commerciali è la condizione inaggirabile per espandere la propria influenza.

 

XI JINPING E JOE BIDEN

Tanto che i mari vengono trattati come terre: la competizione per disegnarvi le rispettive zone economiche esclusive segue gli stessi princìpi della geopolitica classica, in barba alle lasche regole del diritto internazionale. L’Italia, al centro di un mare strategico, è in posizione più che privilegiata. Peccato non se ne renda conto. […]

 

Un solo dato per tutti: negli ultimi anni alla nostra frontiera marittima meridionale, in quella che una volta era la Libia e oggi è terra contesa fra milizie e potenze straniere, si sono installate Turchia (in Tripolitania) e Russia (in Cirenaica). Qualcuno se n’è accorto? Sono state prese contromisure adeguate? C’è da dubitarne.

 

la uss laboon

Per ricordare le dimensioni della partita mediterranea, qualche dato geopolitico e alcune cifre di base. Il mare già “nostro” si svela geopoliticamente Medioceano a causa della partita fra Stati Uniti e Cina, la cui posta in gioco finale è il controllo delle massime rotte oceaniche, quindi degli stretti (colli di bottiglia) che lo facilitano. Il Medioceano è infatti connettore fra Atlantico, oceano eponimo dell’alleanza fra occidentali europei e nordamericani, e Indo-Pacifico, dove si decide la competizione fra cinesi e statunitensi.

 

VLADIMIR PUTIN NARENDRA MODI XI JINPING

Considerando anche il ritorno dei russi, a partire dall’intervento in Siria (2015) fino all’invasione dell’Ucraina, noi ci troviamo al centro del campo di scontro fra le tre potenze massime, protagoniste della Guerra Grande. […]

 

Quanto all’economia blu, per noi significa oltre 50 miliardi di euro all’anno, con quasi un milione di addetti e oltre 200 mila aziende, in un contesto geoeconomico in crescita.

Nel Medioceano transita il 20% del traffico marittimo mondiale, vi si svolge il 27% degli scambi via container, sviluppando il 10% del pil globale. Dopo il nuovo allargamento del Canale di Suez queste percentuali cresceranno ancora, condizioni di sicurezza permettendo. Purtroppo sotto il profilo logistico e della portualità in genere noi italiani siamo indietro, anche per le rivalità campanilistiche e per la carenza di coordinamento da parte dello Stato.

 

TAIWAN - PARATA DI NAVI DA GUERRA AMERICANE

Il battesimo di un ministero del Mare, ancora in via di strutturazione, segnala che forse la politica si sta svegliando. Così come l’approvazione di una legge per l’istituzione di una Zona economica esclusiva nazionale. Anche se finora poco si muove su questo fronte, per timore di confrontarsi con i vicini che nel frattempo rivendicano il diritto di sfruttare ampi spazi di Mediterraneo. Per esempio l’Algeria, paese diventato chiave per il nostro approvvigionamento energetico, tratta da propri ampi spazi del Mar di Sardegna, inviandovi sottomarini di fabbricazione russa a battere bandiera.

 

Le guerre in Ucraina e a Gaza hanno poi segnato il ritorno in forze della Marina americana nel Mediterraneo, vedremo quanto temporaneo. Le basi Usa/Nato sul nostro territorio, quasi tutte collocate in prossimità del mare, testimoniano del modo in cui la nostra potenza di riferimento guarda allo Stivale: insostituibile piattaforma logistica e strategica nel cuore del Mediterraneo, al crocevia fra Eurasia e Africa. Con lo Stretto di Sicilia quale snodo fondamentale.

 

GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

Un decisivo salto di paradigma è l’aggiunta della dimensione subacquea ai cinque campi strategici classici: terra, mare, aria, spazio e ciberspazio. Il lato oscuro del mare, di cui sappiamo quasi nulla, concerne non solo le risorse custodite nei fondali ma soprattutto i cavi Internet sottomarini, attraverso i quali viaggia il 95% dei dati, e le condotte energetiche.

 

Bersagli facili da colpire, come ci ha ricordato il sabotaggio del gasdotto baltico Nord Stream. Il polo nazionale della subacquea, inaugurato ieri a La Spezia, coordinato dalla Marina militare, è un primo segnale del nostro speciale interesse per questa dimensione.

navi da guerra francesi e greche nel mediterraneo orientalexi jinping vladimir putin a pechino xi jinping vladimir putin a pechinoTAIWAN - PARATA DI NAVI DA GUERRA AMERICANE nello musumeci XI JINPING JOE BIDEN navi da guerra

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