IL POVERO GREGANTI - LA GUARDIA DI FINANZA (E LUI AL TELEFONO) CONFERMA LE RIUNIONI DEL “COMPAGNO G” IN SENATO - TANTE “CONSULENZE”, MA LUI RISULTA NULLATENENTE: UN PENSIONATO SENZA IMMOBILI NÉ REDDITO

Davide Milosa per "il Fatto Quotidiano"

Se Palazzo Madama smentisce, la Finanza di Milano conferma e risolve il giallo della presenza di Primo Greganti in Senato. I militari, titolari dell'indagine sulla cupola degli appalti Expo 2015, sostengono che il compagno G, già condannato per Tangentopoli, si recasse in Parlamento ogni mercoledì. Ma fanno di più: in un'annotazione messa agli atti svelano la pistola fumante in grado di risolvere il mistero. Per capire bisogna tornare al 19 febbraio scorso.

In quel momento il telefono dell'ex comunista è intercettato. Mancano due minuti alle undici di mattina. Greganti riceve una telefonata da Sergio Cattozzo, l'ex segretario generale ligure dell'Udc, ritenuto uno dei capi dell'associazione a delinquere ricostruita dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio. Si legge: "Cattozzo chiama Greganti per evidenziare che l'aereo per Roma (dove si sarebbero dovuti incontrare, ndr) ha accumulato due ore di ritardo".

A quel punto, viene scritto, "Greganti dice di avere appena finito una riunione al Senato". Non certo una millanteria. Tanto che, spiegano gli investigatori, "la cella di localizzazione a cui si appoggia il cellulare in uso allo stesso, a titolo di esempio, alle ore 10,58 è ubicata in via dei Cestari, nei pressi di corso Rinascimento/ Palazzo Madama". Ieri il presidente del Senato Pietro Grasso ha chiesto al procuratore Bruti Liberati date e orari degli ingressi di Greganti.

E così, mentre l'interrogatorio di Enrico Maltauro conferma l'esistenza della cupola, le informative della Finanza svelano nuovi contatti e particolari inediti. Su tutti, la presenza di Greganti in Senato. Presenza della quale i vecchi amici del Pd non si sono mai accorti, mentre i senatori del M5S la denunciano ormai da due giorni.

Oltre a questo, colpiscono i 25 mila euro di pensione all'anno che, stando alla dichiarazione dei redditi, sarebbero l'unica fonte di sussistenza di Greganti. Poco, anzi pochissimo. E decisamente non credibile se solo si pensa che in un anno, lo stesso Maltauro ha dichiarato di aver versato alla cupola una maxi- stecca da 1,2 milioni di euro.

Un cortocircuito segnalato dalla stessa Finanza che, descrivendo la figura di Greganti, spiega: "Basta considerare, quale sintomatico punto di partenza, che le interrogazioni eseguite presso l'Anagrafe tributaria hanno evidenziato, quale unica fonte reddituale per le ultime tre annualità di imposta" dal 2009 al 2011 "redditi di pensione per un importo di circa 25 mila euro netti" all'anno e che "non risultano dichiarate altre tipologie di reddito".

Non solo: Greganti non è intestatario di quote di società, né di immobili. Tanto che il suo cellulare e la sua auto sono intestati al gruppo Seinco di cui sono socie le figlie. Ecco, allora, la conclusione dei militari per i quali il dato appare "oltremodo significativo" se lo si studia "alla luce delle considerazioni svolte circa la fervente attività di consulenze posta in essere da Greganti a fronte della totale insussistenza di qualsivoglia giustificazione formale delle dazioni percepite".

Nel mazzettificio bipartisan così Greganti copre la parte del centrosinistra. Tre mesi fa, infatti, a Roma vede Francesco Riccio ex tesoriere nazionale Ds. L'incontro viene registrato dalla Guardia di finanza. Il resto, vale a dire il centrodestra, è competenza dell'ex dc Gianstefano Frigerio, anche lui vecchia conoscenza di Mani Pulite.

Perché contatti e rapporti sono essenziali per gestire al meglio gli affari. E così i finanzieri, in un'altra annotazione, rivelano che nel 2013 Frigerio avrebbe preparato per Berlusconi un "elenco" di nomi di politici "essenziali, soprattutto se c'è una seduta alla Camera o al Senato".

Si tratta di un'intercettazione con Cattozzo definita "molto importante". Scrive la Finanza: "Frigerio chiede a Cattozzo cosa farà adesso Gigi". Il riferimento è all'ex senatore Luigi Grillo (arrestato). A quel punto Cattozzo "dice che Gasparri e Quagliariello avevano portato a Berlusconi un elenco di sei nomi dove il primo dei sei era Gigi (Grillo) e il secondo era Bruno".

Frigerio "dice che è lo stesso elenco che aveva fatto lui a Berlusconi e dice che gli aveva messo Gigi (Grillo) e Donato Bruno e poi aveva aggiunto la Casellati, Roberto Rosso che sono suoi amici". Frigerio poi specifica e dice che i primi due sono essenziali, soprattutto se c'è una seduta alla Camera o al Senato da fare, perché sono quelli che hanno più mestiere".

Insomma, la cupola vuole tutto e soprattutto punta in alto. Come dimostra l'intercettazione tra Cattozzo e Frigerio dove i due discutono di "un commissariamento" della Sogin e per questo intendono (senza riuscirci) agganciare l'attuale ministro dell'Ambiente e il portavoce del Pd Lorenzo Guerini, il quale, sentito dal Fatto , è stato categorico: "Mai visto e conosciuto questi personaggi".

 

GREGANTI fbb db cc c a ad ba ad ff PRIMO GREGANTIexpo 2015Expo 2015 Masterplan SERGIO CATTOZZOGIANSTEFANO FRIGERIO LUIGI GRILLO IGNAZIO VISCO resize

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)