IL PAESE DELLA CUCCAGNA - “NON ACCCETTO ESPROPRI” - IL PRESIDENTE DEGLI EX CONSIGLIERI REGIONALI TRENTINI E SUDTIROLESI ALL’ATTACCO: NON RESTITUIRÒ I 323MILA € VITALIZI RICEVUTI COME ANTICIPO SUL VITALIZIO. I DIRITTI ACQUISITI NON SI TOCCANO”

Gian Antonio Stella per “il Corriere della Sera

 

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«Non accetto espropri». Alla richiesta di restituire parte dei (tantissimi) soldi in eccesso ricevuti come anticipo sul vitalizio, Franz Pahl, falco della Svp e presidente degli ex consiglieri regionali trentini e sudtirolesi, ha risposto alla napoletana: chi ha dato ha dato, chi ha avuto avuto. Errore o non errore, dice che ormai quello spropositato «acconto» è un diritto acquisito. E si offre di guidare lui i colleghi rivoltosi, di ricorso in ricorso. Tedeschi e italiani uniti nella lotta. Per la pagnotta. D’oro. 
 

Non passa giorno senza che i cittadini scoprano che dietro questa o quella riforma dei vitalizi regionali, magari sbandierata come una svolta virtuosa, c’era un trucco. Ed ecco saltar fuori che nel Lazio, grazie ad un emendamento bipartisan, ci sono ancora 44 consiglieri che aspettano di aggiungersi ai 270 pensionati d’oro al compimento dei cinquant’anni.

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Ecco che in Sardegna l’ex presidente del consiglio Claudia Lombardo se ne va in quiescenza a 41 anni, l’età di Cameron Diaz, con 5100 euro netti al mese. E via così. Per una spesa complessiva delle Regioni di 170 milioni di euro. Così spropositata che il sottosegretario Enrico ha presentato una proposta di legge costituzionale proprio per prendere di petto questi «privilegi acquisiti». 
 

Tra i vari scandali quello trentino-sudtirolese è particolarmente offensivo. Perché a rivendicare il proprio diritto acquisito è anche chi, due anni fa, faceva parte della larga maggioranza che votò la legge che donava a tutti la sontuosa prebenda. Un esempio? Mauro Delladio, che in base alla generosissima leggina e ai calcoli sballati ha ricevuto un milione e 322 mila euro. E cioè, secondo i nuovi conti, almeno 462 mila di troppo, da restituire. 
 

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Breve riassunto? Nell’estate 2012 il Consiglio regionale annuncia di aver deciso di abolire i vitalizi per le legislature a venire e di ridurre quelli già avviati. Una scelta imposta dal governo Monti. Ma sventolata dal Pd come una prova luminosa: «I consiglieri provinciali e regionali del Trentino Alto Adige - Sud Tirolo avranno a partire dal 2013 le indennità più contenute rispetto ad ogni altra regione italiana, oltre ad essere l’unica Regione ad aver già esecutiva l’abolizione dei vitalizi». 
 

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In realtà, la «pensione» viene sì ridotta, al massimo, a 2.750 euro. Ma i «deputatini» ed ex «deputatini» sono invogliati ad accettare il «sacrificio» con l’offerta di avere subito i soldi che avrebbero avuto nel corso degli anni. Parte accantonati in un fondo «family» (nome interpretato da molti come una iniziativa in favore delle famiglie alpine…) e parte in contanti. Cash. 
 

Un’offerta che non si poteva rifiutare. Tanto più dopo la rivelazione dei dettagli, resi noti mesi dopo dalla presidente Rosa Thaler, già nel mirino della Neue Südtiroler Tageszeitung per la busta paga di 21.300 euro, cinquemila più del presidente del Bundestag. Le condizioni erano infatti talmente munifiche da essere impensabili per qualunque altro pensionato al mondo. 
 

Per cominciare, quel pacchetto partiva dall’idea che i consiglieri regionali sarebbero mediamente vissuti fino a 85 anni: sei in più, per gli uomini, dell’aspettativa di vita. E in base di questa calcolava l’anticipo dei vitalizi. Come spiegò una denuncia dei Verdi, «tale calcolo si fondava sulla fissazione di un “tasso d’interesse prevedibile” nel corso del periodo previsto». In pratica «quando si tratta di somme anticipate su pagamenti futuri, dal totale va tolto ciò che una persona investendo a un normale tasso d’interesse questi soldi può ricavare negli anni». 
 

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Nel ventaglio di consulenze fu scelto il parere del professor Gottfried Tappeiner (che successivamente si sarebbe dissociato) che fissò questo tasso di sconto, cioè la percentuale da sottrarre via via all’anticipo, allo 0,81%. Molto ma molto più favorevole del 3% ipotizzato da altre consulenze. Per non dire di altri trattamenti di favore sull’età pensionabile… 
 

Risultato: tolti un ottantenne e un novantenne che preferirono continuare a ricevere il vitalizio mensile, tutti i consiglieri ed ex consiglieri hanno scelto entusiasti di incassare i soldi subito. Tanto più che per avere delle somme simili, volendo comprare una casa o un paio di appartamenti da affittare, avrebbero dovuto implorare in banca mutui immensamente più costosi. 
 

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Fatto sta che, dopo la selva di polemiche e l’intervento dei giudici, il nuovo consiglio regionale è stato obbligato a rivedere tutti i conti. E a chiedere ad alcune decine di privilegiati (20 su 87, per cominciare) di restituire una parte dei soldi ricevuti. Fino all’annuncio del presidente Diego Moltrer: «Andiamo a risparmiare 45 milioni di euro». Di cui 29 di restituzioni. 
 

Ma quanti restituiranno sul serio quei soldi di troppo già incassati e magari già spesi? Pochi, a naso. Molti hanno già fatto sapere che daranno battaglia. Primo fra tutti, appunto, Franz Pahl: «Sì, il decreto l’ho ricevuto. Mi chiedono di restituire 323 mila euro. Ma non ci penso neppure. L’ho detto e lo ripeto: non mi lascio espropriare. Moltrer da me non vedrà neppure una vecchia lira». E perché: «Siamo di fronte a una evidente violazione di principi costituzionali: la certezza del diritto relativa alla firma di un contratto». Insomma, i diritti acquisiti, come è successo mille volte, possono anche essere toccati. Ma solo se riguardano gli altri… 

 

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