È “TIME” DI GRILLO - “SOLO GRAZIE A NOI NON È SCOPPIATA LA VIOLENZA NELLE PIAZZE. SE FALLIAMO, TUTTO PUÒ SUCCEDERE” - “NON VOGLIO LASCIARE L’EURO. MA AVERE UN PIANO B E UN REFERENDUM. LE BANCHE D’AFFARI HANNO CAPITO CHE SERVE CRESCITA, SENNÒ NON C’È NULLA SU CUI SPECULARE” - IL PRETE COMPAGNO DON GALLO SPRONA L’AMICO GENOVESE AL DIALOGO COL PD: “BEPPE, VUOI LE RIFORME E POI METTI LE BARRICATE? MA OH! QUI È UN GIOCO AL MASSACRO. NON FARE LO STRONZO, ANCHE SE SARÀ UN CONFRONTO LACERANTE”...

1. GRILLO AL TIME: SE FALLIREMO NOI, TORNERÀ LA VIOLENZA
(TMNews) - Vuole la dissoluzione dei partiti, un'informazione trasparente, attacca i media italiani e santifica internet, capace persino - afferma tra il serio e il faceto - di far dimettere il Papa, che aveva cominciato a comunicare su twitter. Beppe Grillo si presenta così ai lettori di Time, che lo ha intervistato - come molti altri media internazionali - a Marina di Bibbona, dopo lo straordinario successo alle elezioni politiche.

Tra un anno si vede in giro per un tour mondiale e si considera, ancora, un grande comico. Il leader del Movimento 5 Stelle ha spiegato che chi lo critica dovrebbe ringraziarlo: "Se la violenza non è scoppiata nel Paese, è grazie al movimento. Se falliremo, scoppieranno le violenze" ha detto Grillo, ricordando che "tutto è nato in Italia: il fascismo, le banche, il debito, la mafia. La violenza no, grazie a noi".

Grillo ha poi detto di non aver mai dichiarato di voler lasciare l'euro: "Ho detto che voglio una corretta informazione. Voglio un piano 'B' per sopravvivere per i prossimi dieci anni. Poi, un referendum per decidere. Costi e benefici, cerchiamo di capire quali sono. Prima di tutto, bisogna essere informati".

Alle accuse di non essere democratico, ha risposto: "C'è una regola nel nostro movimento: non si fanno accordi con i partiti. Chiunque si sia iscritto al movimento l'ha accettata, firmando. Non c'è niente da decidere. Se giochi a calcio, dici di voler segnare con le mani? No, si può solo con i pedi. Significa accettare le regole".

"L'uso di internet lo abbiamo copiato dagli Stati Uniti. Da Howard Dean abbiamo preso il meetup: lui lo usava per raccogliere soldi, noi per informare. Obama? Se dovesse fare il 5% di quello che dice, sarebbe grandioso. Ma anche lui è imprigionato in un sistema. L'arte del compromesso, in politica, non è più valida. I compromessi devono essere tra i cittadini, non tra democratici e repubblicani" ha detto Grillo. Il leader del M5S vuole incontrare gli indignados, che si vogliono sbarazzare dei partiti e della corruzione come il Movimento, anche se la loro è rimasta una lotta di piazza.

E alla domanda se sia rimasto sorpreso dell'appoggio di alcuni banchieri, come Jim O'Neill di Goldman Sachs, ha risposto: "Hanno capito il vento del cambiamento. Se non c'è lavoro, ma disperazione, se le aziende chiudono, che devono fare le banche? Speculare? Non c'è nulla su cui speculare".


2. M5S: TIME PRECISA, GRILLO SI CONSIDERA ALTERNATIVO A VIOLENZA

(AGI) - "'E se falliamo noi violenza in strada' del Corriere.it e' una citazione fuori contesto. Grillo e' stato chiaro: lui vede se' stesso come un'alternativa alla violenza. Giusto per essere chiari, in nessun passo dell'intervista con il 'Time' Grillo ha minacciato che ci sarebbero state violenze. Anzi, stava chiarendo che nella sua visione il M5S previene la violenza incanalando la rabbia del paese all'interno del dibattito democratico".

La precisazione e' di Stephan Faris, autore dell'intervista a Beppe Grillo sul 'Time', postato sul blog del comico genovese. "Il Corriere avrebbe dovuto avere l'attenzione di inserire la frase nel contesto originale - prosegue Faris - sembra piu' il prodotto di negligenza e ricerca di sensazionalismo che un deliberato e improprio uso".


3. DON GALLO: "BEPPE NON FARE LO STRONZO. PARLA DI GOVERNO COL PD"
Silvia Truzzi per il "Fatto quotidiano"

Don Gallo risponde alle domande prima di riceverle. Ha pomeriggi intensi, ma non è tipo da sottrarsi. Così capita che, mentre uno dei suoi collaboratori aspetta di passargli il telefono, lui ha già detto cinque cose da segnarsi. In un discorso cosmico, dove c'è posto per le radici ("ho fatto il noviziato nel ‘48. Sono stato marinaio e partigiano, grazie a mio fratello che era comandante, ho potuto assimilare i valori della Resistenza e i valori cristiani") e per le ali ("l'Italia è a pezzi, imperversano i potentati finanziari e le mafie, è un Paese in ginocchio che ha bisogno di una ricostruzione fondante"). E una conversazione a trois, in cui il Gallo parla al Grillo.

Don Andrea, che si fa di fronte all'ingovernabile?
In Italia è tutto precario, doveva esserlo anche l'esito del voto. Mi è spiaciuto molto vedere ancora tanto astensionismo e un milione di schede bianche o nulle. Del resto è stata una campagna elettorale all'insegna di isterismi, superficialità, confusione.

I numeri sono precisi e impietosi: che si fa?
Chi ha veramente a cuore il bene comune non può che sedersi a un tavolo, anche se sarà un confronto lacerante.

Sta invitando Grillo a trattare con il Pd?
Sì, a un tavolo che abbia come obiettivo un governo che io chiamo "di tregua". Magari durerà un anno, ma ci sono cose urgenti da fare. Ho sempre visto con grande gioia il movimento dei grillini, per la ventata di democrazia partecipativa che ha portato. E che man mano va a sostituire la democrazia rappresentativa incarnata da quella legge porcata con cui siamo stati costretti a votare.

Ma lui non sembra molto intenzionato...
Caro Beppe, vuoi le riforme e poi metti le barricate? Non vuoi parlare con nessuno? Stai nel bunker? Ma oh! Qui è un gioco al massacro. Bisogna fare la legge elettorale, il conflitto di interessi, bisogna eliminare le pensioni d'oro e dimezzare i parlamentari. E poi: combattere la disoccupazione, l'evasione fiscale e la corruzione, una nuova politica estera che ci porti davanti all'Europa con la schiena dritta. Ma se il Beppe rifiuta il dialogo quelli che l'hanno votato si sentiranno delusi.

Che pensa delle mosse del Pd?
A loro voglio dire: giù le maschere. Via la boria. Avete fatto tanti errori. I notabili, quei becchini, se ne stiano un po' zitti.

Lei conosce Grillo da tanti anni.
Ci siamo incontrati per strada, dove entrambi siamo nati, ancora con De André, anche se Beppe è più giovane. E con Gino Paoli. Con lui c'intendiamo al volo, basta guardarsi negli occhi: io e Beppe, di queste cose parlavamo tre anni fa.

Quali cose?
Lui ha sempre votato comunista. Voleva iscriversi al Pd, ma l'hanno rifiutato. Si ricorda la frase di Fassino? "Non è un autobus il partito"... (Don Gallo qui si mette a imitare il sindaco di Torino). "Faccia il suo partito e vediamo quanti voti prende". Bravo Fassino, eh? Il risultato è che ha superato il Pd. Da più di un anno dico: non insultate Grillo, offendete i suoi elettori. Non mi hanno mai ascoltato, gli han detto di tutto, "populista", "fascista". Mah...

Beh, diciamo che lui non è stato zitto: ne ha dette di ogni a tutti i politici, compresi i democratici.
Ma l'hanno sempre provocato e insultato! Poi non è infallibile, a volte le azzecca a volte no.

Com'è con gli amici?
L'anno scorso è venuto a una delle mie messe, ha fatto delle letture in chiesa. E si è fermato a mangiare con tutti i ragazzi della nostra comunità. La mia stima è soprattutto per la sua umanità. Certo è intelligente, simpatico, capace. Ma soprattutto, per me, è onesto. Ed è sincero, un uomo pronto a servire il cittadino. Ha una sensibilità, come quella di Gino, profondissima. E rara. Appunto perché è sincero, gli dico: non fare lo stronzo, vai a questo tavolo. e vediamo cosa succede. Non avete la maggioranza per governare da soli.

Ha suggerito al leader del M5s un referendum sul web per capire quanti elettori vorrebbero un governo per le riforme di cui abbiamo parlato.
Sono convinto che tantissimi suoi elettori vorrebbero vedere immediatamente delle riforme. Può darsi che tra 3 mesi salti tutto e allora andremo al voto ma se passano 6, 7 o 8 mesi di stallo non so se gli elettori del Movimento 5 Stelle cresceranno.

Secondo lei un governo guidato dalla Cancellieri o dal professor Rodotà, Grillo lo voterebbe?
Abbiamo bisogno di un anno di tregua, di pace, di lavoro sulle riforme importanti. Io stimo entrambi, sia il prefetto Cancellieri che il professor Rodotà, ma sarebbe uno sbaglio: ci sono gli eletti, non c'è bisogno di scorciatoie.

Farà una telefonata a Grillo per convincerlo a scendere dall'Aventino?
No, io non sono un mediatore. E non voglio condizionarlo: è un uomo maturo e capace. Ovviamente lui sa che se ha voglia di parlarmi, mi può chiamare in qualsiasi momento.

 

Beppe Grillo DON ANDREA GALLO DON ANDREA GALLO Andrea Gallo

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...