andrea dini e attilio fontana

"DA PRIMA GLI ITALIANI A PRIMA LA SVIZZERA" – DI MAIO IRONIZZA SUL CASO FONTANA E SUL CONTO IN SVIZZERA “SCUDATO” – SI CERCANO LE CHAT TRA IL GOVERNATORE E IL COGNATO ANDREA DINI. CHE FINE HANNO FATTO I 25 MILA KIT SANITARI NON CONSEGNATI? LA BATTUTA DI LA RUSSA (CON RIFERIMENTO ANCHE A FINI): “BISOGNA STARE ATTENTI AI COGNATI”- IL TIMORE DEI LEGHISTI: “ALLA FINE IL CASTELLO DI CARTA CROLLERÀ, MA SI PARLERÀ SEMPRE DI QUEL CONTO...”

Luigi Ferrarella per corriere.it

 

andrea dini attilio fontana

Le chat, i messaggi, le mail, insomma le comunicazioni che posso essere intercorse in maggio tra Andrea Dini, titolare della Dama spa e fratello della moglie di Attilio Fontana, e il presidente di Regione Lombardia: è questo ciò che gli inquirenti milanesi hanno voluto acquisire ieri sera mandando il nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza a perquisire Dini e la sua azienda.

 

Iniziativa volta anche ad approfondire (sia nel magazzino sia nella certificazione commerciale e fiscale) il presupposto dell’ipotesi di reato di «frode in pubbliche forniture»: e cioè la mancata consegna ad Aria spa — la centrale acquisti della Regione — dei 25.000 restanti camici dopo che l’iniziale fornitura pattuita il 16 aprile (75.000 camici e 7.000 set sanitari al prezzo di fabbricazione di 513.00 euro) era stata tramutata con un mail del 20 maggio da Dini in «donazione». Una donazione poi mai però accettata da «Aria spa», anche per le perplessità dell’ufficio legale interno sulla semplicistica modalità mail e sulla non consegna del resto dei camici.

fontana consiglio regionale

 

Il cambio da «fornitura» in «donazione» — come ormai è emerso nei giorni scorsi — fu chiesto esplicitamente il 17 maggio da Fontana al cognato per disinnescare il potenziale rischio reputazione dopo che prima in seno alla Regione (tra il 10 e il 12 maggio), e poi alla redazione tv di Report (intorno all’11-15 maggio), era cominciata a circolare la notizia della commessa.

 

Per quel cambio Fontana afferma di aver voluto «risarcire» il cognato con il tentativo il 19 maggio di bonifico (poi bloccato dalla fiduciaria come «segnalazione di operazione sospetta») di 250.000 euro presi dal proprio conto svizzero all’Ubs:

fontana consiglio regionale

 

il conto sul quale nel settembre 2015, dopo la morte in giugno della 92enne madre Maria Giovanna Brunella, a titolo di erede l’allora sindaco di Varese «scudò» 5 milioni e 300.000 euro, detenuti in Svizzera da due trust (strumenti giuridici di origine anglosassone per proteggere il patrimonio), creati alle Bahamas nel 2005 (dopo un inizio nel 1997) quando Fontana presiedeva il Consiglio regionale, e nei quali la madre dentista figurava «intestataria», mentre Fontana risultava in uno il «soggetto delegato» e nell’altro il «beneficiario economico».

 

FONTANA - CAMICE DI FORZA

Il presidente leghista della Regione, oltre ad assicurare che «mio papà era dipendente della mutua, mia madre era una super-fifona, figurarsi evadere… I miei hanno sempre pagato tutte le tasse» (frase che poco si concilia con l’adesione nel 2015 alla voluntary disclosure per sanare il «mancato assolvimento degli obblighi di monitoraggio fiscale nel 2009-2013»), ha aggiunto a Repubblica che il «conto non era operativo da decine di anni, penso almeno dalla metà degli anni ‘80».

 

Ma la relazione allegata da Fontana all’Agenzia delle Entrate alla richiesta di voluntary disclosure nel 2015, riassunta ieri dalla newsletter online Domani, mostra un’operatività invece caratterizzata da alti e bassi rispetto ai 4.565.000 euro giacenti nel 2009: 129mila euro in più nel 2010, mezzo milione in meno nel 2011, 440mila in più nel 2012, 100mila in più nel 2013 a quota 4.734.000.

 

 

 

PRIMI DUBBI NELLA LEGA E TRA GLI ALLEATI: «ATTILIO AVREBBE DOVUTO SPIEGARE DI PIÙ»

ATTILIO FONTANA E LA FIGLIA MARIA CRISTINA

Emilio Pucci per il Messaggero

 

 «Alla fine il castello di carta crollerà, ma si parlerà sempre di quel conto...». Ecco il timore dei leghisti. Sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il governatore Fontana c' è il convincimento che tutto verrà chiarito, che non ci saranno conseguenze. Ma il danno è d' immagine, «è quel conto alle Bahamas che rimarrà impresso», ripete un big del partito di via Bellerio. E' una preoccupazione comune tra i lumbard. Ancora più forte di come andrà a finire il caso camici.

 

roberto maroni attilio fontana matteo salvini

Pure tra gli alleati di Salvini comincia a serpeggiare qualche malumore sotto traccia. Dalle parti di Arcore è risaputo quanto Berlusconi stimi il presidente della Lombardia. Non ne apprezza molto l' arte comunicativa e come si presenta davanti alle telecamere ma lo considera un signore prestato alla politica. «Però osserva un big azzurro riportando il pensiero del Cavaliere questa vicenda ha sorpreso un po' tutti.

 

Pensavamo che il suo comportamento fosse irreprensibile». Anche in Fratelli d' Italia la strategia della difesa verrà portata avanti

 

ignazio la russa foto di bacco (1)

«E' tutta una strumentalizzazione», osserva per esempio La Russa. Ma poi il braccio destro della Meloni si concede una battuta: «Diciamo che è stato un po' ingenuo. Bisogna stare attenti dai cognati». Il riferimento è legato a quanto accadde a Fini che fu rinviato a giudizio per riciclaggio per la vendita della casa di Montecarlo, acquistata, secondo l' accusa, da Tulliani, cognato dell' allora presidente della Camera, attraverso società offshore. «Ci cascò pure Craxi», osserva ancora l' esponente di Fdi.

 

Per i leghisti, pero', Fontana rimarrà alla guida della regione.

 

Del resto non ci sono alternative e poco importa che non sia un leghista di provenienza salviniana.

«E' un avvocato, non è certo un politicante. Magari avrebbe dovuto spiegare meglio e di più ma non ha colpe», taglia corto un altro big lumbard.

 

CONTE E FONTANA

I TIMORI Il timore è che il caso Fontana possa portare conseguenze dal punto di vista dei sondaggi, non più lusinghieri come un anno fa.

 

Tuttavia Salvini non farà neanche un passo indietro: «E' in corso un accerchiamento giudiziario. E' la solita sinistra che non riuscendo a vincere con i voti si serve dei magistrati». L' argomento Fontana non è stato certo affrontato da Salvini nella telefonata avuta con il presidente della Repubblica Mattarella ma ai leader alleati il segretario lumbard ha sostenuto la tesi dell' attacco delle toghe.

 

L' obiettivo è non dividersi, schierare un centrodestra compatto sia a Roma che nelle regioni. «Vedrete che finirà tutto in una bolla di sapone», il ragionamento di Salvini che non teme contraccolpi alle prossime elezioni. Il dubbio però che «quel danno d' immagine» di cui parlano diversi deputati e senatori possa tramutarsi in un calo di consenso c' è nella Lega. «Perché confida un altro dirigente del Carroccio è chiaro che Salvini è in questo momento l' unico avversario contro il sistema che tiene in piedi Conte». Colpire Fontana per abbattere il segretario, insomma.

LUIGI DI MAIO

 

E allora anche qui malumori che serpeggiano nel partito di via Bellerio sono destinati a essere messi in secondo piano. La partita della Lombardia è troppo importante, «le crepe non sono ammesse», sibila un deputato. Ma la paura è che arrivino altre novità a livello giudiziario. «Andranno avanti per tentare di abbatterci ma non ci riusciranno», ha spiegato Salvini ai fedelissimi.

 

 

attilio fontanaattilio fontana 1ATTILIO FONTANA

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