LE PRIMARIE CHE CONTANO DAVVERO: QUELLE PER IL CAPO DEI MASSONI

Alberto Statera per "La Repubblica"

SI È fatto un Papa, si è eletto un Parlamento ingovernabile, si disputa sull'esecutivo e sul prossimo presidente della Repubblica. E, tanto per complicare il mosaico, parte la campagna elettorale per l'elezione del nuovo Gran Maestro della Massoneria, che si autodefinisce "Istituzione", ed è crocevia di potere.

Crocevia tra alta burocrazia e finanza, gabinetti ministeriali e tribunali, vertici delle forze armate e università, grandi imprese e naturalmente politica. Tra alte colonne in cartongesso, compassi, spadoni, talismani e occhi di Dio, nel palazzo dei congressi di Rimini trasformato in tempio massonico si apre venerdì la Gran Loggia del Grande Oriente d'Italia, principale obbedienza massonica d'Italia con 757 logge e circa 22mila "liberi muratori" sparsi in tutto il Paese, duemila dei quali parteciperanno all'evento.

Il Gran Maestro Gustavo Raffi, avvocato ravennate dal profilo risorgimentale con un passato politico lamalfiano dopo slittamenti pacciardiani, conclude il suo terzo mandato nel 2014, ma le informali "primarie" per la sua successione sono già in ebollizione tra un popolo di "fratelli" tradizionalmente assai litigiosi.

I "papabili" si affollano e le polemiche, non sempre di alto profilo morale, covano sotto le insegne di quella che il professor Paolo Prodi, fratello dell'ex presidente del Consiglio, ha definito «una delle più importanti agenzie produttrici di etica nella storia dell'Occidente».
Solo etica e non politica? «Dal Tempio la politica resta fuori», ripete continuamente il Gran Maestro Raffi.

Ma anche le piroette politiche hanno agitato la sua terza e ultima "Gran Maestranza". «Guardi non sono io, ma la nostra storia stessa a dire che il nostro cuore batte a sinistra», ci informò Raffi ai tempi dell'ultimo breve governo di Romano Prodi. «Berlusconi - aggiunse - le sembra forse un uomo con aspirazioni pedagogiche, quelle che a noi stanno a cuore?».

Denis Verdini lo aveva infastidito sostenendo, a quel che si disse, la candidatura contrapposta di Natale Mario Di Luca, medico legale ex socialista lombardiano, come il piduista Fabrizio Cicchitto. Poi il Cavaliere vinse di nuovo e venne il "contrordine fratelli": la storia e il fratello Bakunin non dissero più che il cuore massonico pende a sinistra. Anzi.

Le battaglie per il controllo politico della Massoneria non stupiscono affatto Valerio Zanone, ex segretario del Partito liberale ed ex ministro, relatore abituale nelle Gran Logge e studioso, tra l'altro, di Agostino De Pretis e del suo trasformismo, termine con una cattiva fama, ma secondo lui «incontro patriottico della componente moderata e di quella democratica dell'Ottocento borghese».

Di «incontri patriottici» nel parlamento spaccato in tre uscito dalle ultime elezioni sembra non se ne parli proprio, ma l'opposizione interna accusa il Gran Maestro quasi uscente di aver partecipato al "Groviglio armonioso" di Siena, dove la massoneria di sinistra vicina al Partito democratico ha cooptato anche quella di destra vicina al Popolo delle libertà. Giuseppe Mussari e Denis Verdini assisi insieme, pur con diversi gradi di potere, sulla Rocca del Monte dei Paschi. Raffi, che è stato consulente legale della banca senese, nega con forza, dice che la Massoneria «non ha le mani sul Monte, non controlla niente, né è interessata a farlo».

Ma la formula del "Groviglio armonioso", che riassume plasticamente gli intrecci nella politica e nel capitalismo feudal-relazionale consolidati intorno al Monte prima dello scandalo, è stata coniata da Stefano Bisi, presidente del Collegio dei Maestri venerabili del Grande Oriente della Toscana. Ed è proprio Bisi il primo candidato "ufficioso" alla carica di Gran Maestro del GOI nel dopo Raffi. Da noi interpellato, ha risposto: «Ho dato la mia disponibilità».

Ma la lista dei papabili è lunga. Si apre con Morris Ghezzi, Grande Oratore del Grande Oriente d'Italia, professore di Sociologia del Diritto all'Università Statale di Milano, consigliere della Società umanitaria e della Società per la cremazione. La sua storia politica è piuttosto curiosa.

Nel febbraio 1994, in una Milano che era come Coventry dopo le bombe di Tangentopoli, con Ottaviano Del Turco segretario-commissario del Psi e i ritratti di Nenni e Pertini al posto di quelli di Bettino, i craxiani di Francesco Colucci, Alma Cappiello e Bobo Craxi riescono a far eleggere segretario provinciale Ghezzi. Il quale dura in carica soltanto quattro giorni e poi si dimette.

«Ho trovato persone che volevano salvare la propria sedia e non il partito», accusa andandosene. Quelli gli replicano: «È solo un miserabile che finge di non sapere da quale nuvola è caduto. I suoi precedenti accordi con Forza Italia lo costringono alla menzogna». Poi poco a poco con Berlusconi andranno quasi tutti i socialisti, della destra e della sinistra.

Oggi Ghezzi è molto sensibile ai temi della giustizia cari a Berlusconi. Nel saggio "L'immagine pubblica della magistratura italiana" ha sostenuto che il giudice ha perso «la sua sacralità in una politicità e politicizzazione data per scontata più che contestata». Sembra di sentire il Cavaliere.

Oltre a Ghezzi, di ex socialisti papabili il Grande Oriente trabocca. Massimo Bianchi, attuale Gran Maestro aggiunto, simpatico personaggio toscano, ex vice-sindaco socialista di Livorno, aspira da tanto, ma non è considerato tra i favoriti, nonostante gli sforzi compiuti per accreditarsi come cultore di storia della Massoneria, che l'ha portato di recente a partecipare anche con esponenti locali del Pd a una giornata di studio su Adriano Lemmi, il banchiere che finanziò il Risorgimento.

Anche Giovanni Esposito, Gran Tesoriere Aggiunto, commercialista napoletano di simpatie ultra-berlusconiane, vorrebbe essere della partita. Ma da sud incalzano le truppe cammellate della Calabria, la seconda regione con il maggior numero di fratelli, capeggiate dal presidente del Collegio Antonio Seminario, che ha appena organizzato un seminario sulla vita di Loggia per spiegare ai Maestri Venerabili, agli Oratori e ai Maestri delle cerimonie come ci si comporta nei lavori massonici.


Di sinistra, socialista, keynesiano e roosveltiano, nella tradizione massonica progressista e persino sovversiva, contro masse "asinine" che non mancano neanche nelle Logge, si presenta nei suoi interventi Gioele Magaldi, l'oppositore di Raffi che ha fondato una sorta di obbedienza scissionista, il Grande Oriente Democratico, ed è inseguito da una selva di "tavole d'accusa".

Naturalmente non ha alcuna chance nella corsa che si apre al vertice dell'Istituzione dei legami e delle solidarietà trasversali. Ma farà un po' di rumore il suo libro che sta per uscire con Chiarelettere nel quale, tra l'altro, rivela molti nomi di massoni più o meno coperti. I veri competitori per la "Gran Maestranza" cominceranno a disvelarsi venerdì a Rimini, dove quest'anno nel Tempio va di moda la «cartella per grembiule pieghevole», prodotta dalla società Castellina di Adriana Patuelli e pubblicizzata su Erasmo Notizie, il bollettino d'informazione del GOI.

In «nylon alta tenacità», ha una «tasca grande con cerniera più tre tasche piccole, imbottitura da entrambi i lati, fascia apribile portagrembiule». E soprattutto «portanome esterno». Massoneria della «trasparenza », come rivendica il prossimo Gran Maestro "emerito", Gustavo Raffi.

 

 

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