PRIMI ASSAGGI DEI SAGGI: TAGLIO AI DEPUTATI E RIFORMA ELETTORALE CON SÌ ALLE PREFERENZE…

Silvio Buzzanca e Alberto D'argenio per "la Repubblica"


Ultimi due giorni di lavoro per i saggi di Giorgio Napolitano. Oggi nuove riunioni a Palazzo Sant'Andrea per le due commissioni, domani incontro in plenaria per chiudere i testi. Venerdì i dieci saggi chiamati ad indicare le riforme in campo istituzionale ed economico per facilitare la nascita del governo consegneranno il loro lavoro al Capo dello Stato.

Anche se i sei "economici" lavorano a riforme di rilievo come liberalizzazioni e rimodulazione del Welfare e del fisco, gli occhi della politica sono puntati sui quattro "facilitatori" istituzionali: Onida, Violante (Pd), Quagliariello (Pdl) e Mauro (Sc). Che hanno trovato un accordo sulla revisione dei regolamenti parlamentari e sul taglio dei costi della politica.

Sul resto, legge elettorale e forma di governo, due saggi su quattro parlano di «intesa raggiunta», mentre gli altri due dicono di avere ancora qualche riserva. Il nodo resta la legge elettorale. Dal Pd e dal Pdl parlano di accordo fatto. Ma, raccontano fonti parlamentari, ci sarebbero riserve da parte del presidente emerito della Consulta, Onida, e del montiano Mauro, anche se i diretti interessati non confermano.

Punto fermo è che i quattro saggi non presenteranno un articolato di legge ma si fermeranno ad una enunciazione di principi. Il primo, sul quale concordano tutti, è che «il Porcellum va cambiato».

Poi ci saranno il «principio di governabilità » e «il principio di libera scelta del cittadino». Il primo significa la conferma del premio di maggioranza anche se non è ancora stato deciso se ne verranno tracciati nuovi criteri o se ci sarà un numero secco. Il secondo può voler dire o preferenze, o liste corte o primarie per legge. Le riserve di Mauro e Onida si concentrerebbero sul fatto che limitandosi all'enunciazione di questi pilastri - racconta una fonte vicina ai lavori - «si andrebbe da una revisione del Mattarellum a una del Porcellum confermando l'attuale bipolarismo».

Ieri Bersani ha sottolineato che «il buon senso ci porterebbe a tornare al Mattarellum», il vecchio sistema elettorale. Anche Grillo aveva espresso un simile auspicio il che significa che Pd e Cinquestelle potrebbero farlo insieme a Sel, che ha già depositato alla Camera una proposta di legge che va in questa direzione. E del tema discutono anche i saggi, che al momento non hanno ancora deciso se richiamare nelle loro conclusioni il Mattarellum.

Accordo sul taglio dei costi della politica: ulteriore sforbiciata del 30% dei rimborsi elettorali per i partiti (arriverebbero a un totale di circa 120 milioni per legislatura). Che non prenderanno più i soldi a pioggia ma solo con le pezze giustificative ricevendo solo quanto veramente speso all'interno del nuovo plafond. Dimezzamento dei parlamentari: si cambiano i criteri di rappresentatitività alla Camera (un deputato ogni 120mila elettori). I deputati passerebbero così da 630 a 470.

In più il Senato verrebbe sostituito dalla Camera delle Regioni i cui membri saranno indicati dai consigli regionali che li pagheranno con l'attuale stipendio. Con il taglio di 315 senatori a carico dello Stato i parlamentari passerebbero dunque da 945 a 470. Accordo anche sulla riforma dei regolamenti parlamentari: più poteri per governo e maggioranza con tempi certi per l'approvazione delle leggi bilanciati da uno Statuto dell'opposizione. Sulla forma di governo Quagliariello vuole il semipresidenzialismo caro a Berlusconi mentre gli altri tre saggi spingono per un rafforzamento dei poteri del premier.

 

Quagliariello I saggi da Napolitano Onida Mauro Quagliarello Violante VALERIO ONIDA giorgio napolitano

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…