E ALLA FINE SOTTO PROCESSO CI FINISCONO I PM DI PALERMO – SPEDITO IN GUATEMALA INGROIA, ORA TOCCA A MESSINEO FINIRE NEL MIRINO DELLA CASSAZIONE PER UN’INTERVISTA DEL PM DI MATTEO A ‘REPUBBLICA’ - L’ACCUSA: HA RIVELATO ALLA STAMPA L’ESISTENZA DELLE INTERCETTAZIONI DEL QUIRINALE - MESSINEO RISCHIA GROSSO: CON UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE APERTO SI ALLONTANA LA NOMINA A PROCURATORE CAPO DI PALERMO (SCALFARI GODE)…

Giuseppe Lo Bianco e Antonella Mascali per Il Fatto

Il fascicolo è aperto, l'indagine disciplinare è avviata: la Procura generale della Cassazione ha già raccolto un sostanzioso carteggio in base al quale valuterà se mettere sotto processo disciplinare il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo e il suo sostituto, Nino Di Matteo, titolare dell'inchiesta sulla trattativa Stato-Cosa Nostra (con il Procuratore aggiunto Antonio Ingroia e i pm Lia Sava e Francesco Del Bene). Secondo quanto risulta al Fatto il Procuratore generale Gianfranco Ciani ha ordinato al sostituto Pg Mario Fresa di verificare se Di Matteo abbia violato il principio della riservatezza delle indagini.

E se il procuratore Messineo abbia o non abbia autorizzato il suo sostituto (sulla base della legge Mastella) a rilasciare interviste. I magistrati coinvolti non vogliono né confermare la notizia né tantomeno rilasciare dichiarazioni. Il procuratore Messineo risponde che, se la notizia fosse vera, "si tratterebbe di un fatto riservato sul quale non posso dire nulla". Il pm Di Matteo cade dalle nuvole, ma si dice "tranquillo".

Il caso disciplinare ruota attorno a un'intervista del 22 giugno rilasciata da Di Matteo a Repubblica subito dopo che la vicenda Mancino-Quirinale finisce sui giornali. Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari pubblica per primo alcuni spezzoni delle intercettazioni (depositate) tra l'ex ministro dell'Interno, Nicola Mancino, e Loris D'Ambrosio, consigliere giuridico del presidente Giorgio Napolitano. Il Fatto intervista D'Ambrosio, che conferma le conversazioni con Mancino.

Ma è il settimanale Panorama, con un' anticipazione alle agenzie, a rivelare che in mano alla Procura di Palermo ci sono anche conversazioni telefoniche tra l'ex ministro e Napolitano. E quando l'intervistatrice di Repubblica ne chiede conferma a Di Matteo, il pm risponde prudente: "Negli atti depositati (sono le conclusioni dell'inchiesta trattativa, ndr) non c'è traccia di conversazioni con il capo dello Stato e questo significa che non sono minimamente rilevanti".

Alla domanda in merito alla distruzione delle telefonate non depositate (non solo quelle con la voce del Presidente, ma tutte le altre), Di Matteo risponde: "Noi applicheremo la legge in vigore. Quelle che dovranno essere distrutte con l'instaurazione di un procedimento davanti al gip saranno distrutte, quelle che riguardano altri fatti da sviluppare saranno utilizzate in altri procedimenti". Ecco, sono questi i passaggi dell'intervista che vengono vagliati con la lente di ingrandimento dalla Procura generale della Cassazione guidata da Ciani. Lo stesso che, su input del Quirinale, chiese invano un intervento del procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, sui magistrati di Palermo , su richiesta e a favore di Mancino.

L'intervista di Di Matteo, secondo indiscrezioni, sarebbe uno dei motivi che hanno portato il Presidente della Repubblica a sollevare il conflitto contro la Procura di Palermo davanti alla Corte costituzionale. Sarebbe stata letta quasi come una sfida, una mancanza di rispetto istituzionale. Per le dichiarazioni di giugno a Repubblica, Di Matteo, senza essere citato per nome, aveva ricevuto una sorta di preavviso di azione disciplinare a mezzo stampa sulla prima pagina dello stesso quotidiano nell'editoriale domenicale, di Scalfari del 29 luglio.

Che, a proposito della morte per infarto di D'Ambrosio, aveva scritto: "I procuratori di Palermo non possono essere tacciati d'aver fatto campagna contro D'Ambrosio. L'hanno interrogato, ma questo entrava nei loro diritti-doveri di titolari dell'azione penale. I loro uffici tuttavia hanno provvisto di munizioni alcuni dei giornali che si sono distinti in questa campagna. Dico i loro uffici. Può esser stato un addetto alla polizia giudiziaria, un cancelliere, un usciere dedito a frugar nei cassetti e nelle casseforti (in realtà si trattava di atti depositati alle parti, dunque non più segreti, ndr).

Oppure uno di quei procuratori che comunque avrebbero avuto il dovere di aprire immediatamente un'inchiesta sulla fuga di notizie secretate. Ricordo che la notizia dell'intercettazione indiretta del presidente della Repubblica è stata data addirittura da uno di quei quattro procuratori (leggi Nino Di Matteo, ndr) in un'intervista al nostro giornale". Dunque il fondatore di Repubblica accusava Di Matteo di essere venuto meno ai suoi doveri d'ufficio con un'inesistente fuga di notizie su Napolitano: eppure, nell'intervista incriminata, era la giornalista di Repubblica a domandargli delle telefonate del Colle, dopo le rivelazioni del berlusconiano Panorama.

Ora il Pg della Cassazione deve decidere, in base alla documentazione acquisita, se formulare un capo di incolpazione davanti alla Sezione disciplinare del Csm, o archiviare. Un pericolo che Messineo e Di Matteo condividono con il Pg di Caltanissetta, Roberto Scarpinato. Sul tavolo del Pg della Cassazione, così come su quello della Prima commissione del Csm, è finito il discorso di Scarpinato del 19 luglio in via D'Amelio a Palermo, per i 20 anni dalla strage. In quell'occasione il magistrato, leggendo una lettera ideale a Paolo Borsellino, spiegò perché da tempo diserta le cerimonie ufficiali: per non incontrare autorità "la cui condotta di vita sembra essere la negazione dei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere".

Proprio Messineo e Scarpinato hanno fatto domanda per il posto vacante di procuratore generale di Palermo. La Quinta commissione del Csm ha votato 3 a 2 per Messineo. Ma i giochi a settembre, in vista del voto definitivo del Plenum, sono destinati a riaprirsi proprio per i procedimenti sui due magistrati. Colpevoli, entrambi, di indagare su stragi e trattative.

 

ANTONINO INGROIA E FRANCESCO MESSINEO NICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpeg Nino Di Matteodambrosio dambrosio pietro grasso IL GIP ROBERTO SCARPINATO

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…