RENZISMI: CHE CI FACEVA DAVIDE SERRA AL TESORO DA PADOAN? - IL PROCESSO MPS-ANTONVENETA TRASLOCA A MILANO PER UNA EMAIL - LA “FALLITA” ATENE FA SHOPPING IN ITALIA – TELEFONICA OFFRE 725 MILIONI A MEDIASET PER IL 56% DELLA PAY TV SPAGNOLA DIGITAL+ - LA MEDIAZIONE POLITICA PER SBLOCCARE L’ACCORDO SU ALITALIA

1.IL PROCESSO MPS TRASLOCA A MILANO. PER UNA "EMAIL"
F.Mas. per il "Corriere della Sera"

Quella di scandagliare i server delle società alla ricerca del minuto e del secondo esatto delle mail sembra ormai una prassi delle difese nei processi finanziari. È successo il 18 marzo nell'inchiesta Ligresti a Torino e si è ripetuto ieri a Siena per Mps-Antonveneta.

L'obiettivo è lo stesso: spostare il processo dalla sede della procura che ha avviato l'inchiesta verso il «giudice naturale», che è Milano. Lì ha sede il sistema Nis della Borsa attraverso cui le società quotate diffondono al mercato le informazioni rilevanti.

La decisione su Mps è stata presa dal gup Monica Gaggelli: gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni con i coimputati Daniele Pirondini, Giovanni Rizzi, Michele Crisostomo, Tommaso Di Tanno, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti vanno processati a Milano perché il reato si è consumato alle 7:13 del 28 agosto 2008 e alle 7:47 del 27 marzo 2009, ora in cui il dirigente Mps,

Fabio Bizzarri, trasmette al settore comunicazione l'inserimento e la «diffusione» sul Nis dei bilanci ritenuti falsi dai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, perché attesterebbero un livello di patrimonio inesistente. Le mail sono state fatte valere dalle difese di Vigni (de Martino e Borgogno), Mussari (Pisillo e Padovani) e Pirondini
(Bellacosa)

esattamente come a Torino i legali di Paolo Ligresti, che avevano trovato nei server di Fonsai la mail al Nis che sposta indietro le lancette del reato facendo così incardinare a Milano il processo.

2. FINMECCANICA, AUMENTANO GLI ORDINI
A.Bac. per il "Corriere della Sera"

Finmeccanica chiude il primo trimestre con una perdita di 12 milioni a fronte di un utile per 6 milioni nello stesso periodo 2013. Il dato è condizionato da una maggiore incidenza degli oneri di ristrutturazione e da un calo dell'Ebita, sceso a 153 milioni (161). I ricavi calano del 4,9% a 2,94 miliardi mentre gli ordini aumentano del 10,8% a quasi 2,9 miliardi.

L'indebitamento netto è di 5,06 miliardi, in calo del 3,7% rispetto al 31 marzo dello scorso anno, ma superiore ai 3,9 miliardi di fine 2013. Finmeccanica ha confermato «le previsioni per l'intero anno».

Intanto aumenta del 30% la retribuzione dei consiglieri del gruppo su indicazione del ministero dell'Economia (azionista al 30,2%). Il Tesoro proporrà alla prossima assemblea un compenso-base per il presidente, Gianni De Gennaro, di 90 mila euro lordi l'anno, uguale a quello fissato nell'ultimo triennio per quella carica.

Mentre la retribuzione-base dei cinque membri del consiglio di amministrazione passerà dagli attuali 60 mila euro a 80 mila.

3. LA VISITA DI SERRA ALL'ECONOMIA
A.Bac. per il "Corriere della Sera"

Missione segreta di Davide Serra, il finanziere del fondo londinese Algebris, al ministero dell'Economia. Ieri mattina, intorno alle 11, il manager, zainetto in spalla, è stato ricevuto in via XX Settembre.

Una cosa è certa: Serra non ha visto il «padrone di casa», Pier Carlo Padoan, impegnato nell'Ecofin a Bruxelles insieme a una nutrita delegazione. In via XX Settembre si trovavano invece al lavoro i viceministri e i sottosegretari.

4. LA MEDIAZIONE POLITICA PER SBLOCCARE L'ACCORDO SU ALITALIA
A.Bac. per il "Corriere della Sera"

Non è ancora il giorno dell'accordo con Etihad per Alitalia. Oggi l'ad Gabriele Del Torchio, che ieri a Abu Dhabi ha incontrato James Hogan, riferirà al ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Etihad avrebbe chiesto di chiudere al più presto l'accordo con i sindacati (saranno ricevuti venerdì) e di accelerare sul decreto Linate.

Del Torchio ha illustrato un piano per una nuova Alitalia in cui far confluire le attività della compagnia mentre nella vecchia resterebbero contenziosi e parte del debito. La nuova Alitalia verrebbe ricapitalizzata da Etihad, con una quota al massimo del 49%, mentre gli utili servirebbero ai vecchi soci per ripagare i debiti rimasti nella vecchia compagnia.

La trattativa riguarda quanto debito dovrà essere accollato alla nuova compagnia. Sapendo che il restante dovrebbe gravare sulla vecchia dove, tra i soci, c'è anche Poste. Lupi ha detto che «non si possono scaricare sullo Stato i debiti che si sono contratti». Oggi Renzi incontrerà il ministro degli Esteri emiratino. Ci sarà una mediazione politica?

5. DA INTESA SANPAOLO AZIONI GRATIS A 90 MILA DIPENDENTI
R.E. per "la Stampa" - I 90 mila dipendenti (in Italia e all'estero) di Intesa Sanpaolo diventano azionisti della banca. Saranno conferite a tutti loro azioni gratuite per un controvalore di 920 euro. Lo prevede l'accordo coi sindacati, firmato ieri a Roma e da sottoporre al voto degli azionisti nell'assemblea di domani a Torino. Il lavoratore-azionista potrà incassare 920 euro (che però saranno tassati) o aderire a un piano di investimento triennale. In questo secondo caso la banca darà un numero maggiore di azioni gratuite, differenziato a seconda dei ruoli e delle responsabilità.

L'intesa riguarda anche il premio aziendale ai lavoratori con un reddito annuo lordo fino a 65.000 euro (mentre le azioni sono per tutti): potrà essere convertito in un «premio sociale», collegato al rimborso delle spese defiscalizzate per i figli (asili nido, libri scolastici, soggiorni di studio), alla previdenza aziendale o al fondo sanitario aziendale fino a 820 euro.

6. CAMBIO AL VERTICE IN SAIPEM. È FINITA L'ERA DI MEOMARTINI
Luigi Grassia per "la Stampa" - Saipem sta «creando le basi della ripresa» dice l'amministratore delegato Umberto Vergine, che all'assemblea degli azionisti annuncia un 2014 apertosi con «segnali positivi incoraggianti» grazie ai molti nuovi contratti. In Borsa il titolo ha reagito con un +0,77%. L'assemblea ha nominato il nuovo consiglio d'amministrazione, in carica per un anno.

L'avvocato romano Francesco Carbonetti è il nuovo presidente (candidato indipendente in quota Eni) che prenderà il posto di Alberto Meomartini (foto), mentre Vergine è stato confermato amministratore delegato. Gli altri componenti del consiglio presentati dall'azionista di maggioranza (Eni con il 42,9%) sono Fabrizio Barbieri e gli indipendenti Enrico Laghi, Rosario Bifulco e Nella Ciuccarelli. I consiglieri della lista di minoranza sono gli indipendenti Guido Guzzetti, Nicla Picchi e Federico Ferro-Luzzi.

7. MEDIASET: TELEFONICA OFFRE 725MLN PER 56% PAY SPAGNOLA DIGITAL+
Da "Radiocor"

Telefonica ha presentato un'offerta vincolante per il 56% di Digital+ per 725 milioni di euro. Lo comunica ufficialmente il gruppo sp agnolo in un filing Sec. L'offerta riguarda la quota di Prisa della pay-tv spagnola partecipata anche da Mediaset Espana.

8. PARTERRE
Da "Il Sole 24 Ore"

MPS-ANTONVENETA, L'INCHIESTA PASSA A MILANO
L'inchiesta su Mps e l'acquisizione di Antonveneta cambia sede: da Siena si trasferisce a Milano. La difesa degli 8 indagati - tra cui l'ex presidente del Monte Giuseppe Mussari - ha segnato un punto a proprio favore, prima ancora di arrivare all'udienza preliminare per la decisione del rinvio a giudizio. Facendo valere il fatto che il reato di manipolazione del mercato, il più grave di quelli contestati, è stato sì pensato a Siena ma poi concretamente attuato a Milano, nella sede della Borsa italiana, hanno chiesto che il caso venisse curato dagli inquirenti milanesi.

E siccome il reato più grave trascina con sé anche quelli minori (in questo caso l'ostacolo alla vigilanza e il falso in prospetto), ecco che tutto il dossier Antonveneta verrà studiato ora dai pm milanesi (con la collaborazione di quelli senesi). La difesa spera chiaramente di allungare in tempi; ma neppure i pm senesi sembrano troppo infastiditi. E infatti non faranno appello. Forse per non prolungare ulteriormente l'attesa. (S.Mo.)

IL PRIVATE EQUITY ITALIANO SEMPRE PIU' A STELLE E STRISCE
Il mercato del private equity italiano è sempre più a stelle e strisce. Il fondo newyorkese Lincolshire Management ha infatti acquistato da Igi Sgr e dal gruppo Chiarva (assistiti da Mediobanca nell'operazione) il controllo dell'azienda emiliana Fabbri Vignola (Gfv). Igi - attraverso il fondo Igi Investimenti quattro - e il gruppo Chiarva avevano acquisito il 100% di Gfv (gruppo italiano leader nella produzione di macchine e film per il food packaging) dalla famiglia fondatrice Fabbri nel 2011 e oggi resteranno azionisti del gruppo.

L'obiettivo per Gfv è ora crescere nei mercati esteri come gli Stati Uniti. Si tratta di una delle prime operazioni sul suolo italiano per l'americano Lincolnshire, che è uno dei tanti fondi Usa che negli ultimi tempi hanno ripreso a considerare con interesse l'Italia. Blackstone ha comprato una quota di Versace, Carlyle e Kkr stanno considerando diversi dossier tra i nostri confini, mentre il fondo Quantum di George Soros ha rilevato il 5% di Igd. Insomma, l'Italia sta tornando di moda. (C.Fe.)

LA «FALLITA» ATENE FA SHOPPING IN ITALIA
Tre anni fa le tv di tutto il mondo mandavano in onda immagini di Atene a fuoco e fiamme. Proteste, disordini. Era la crisi dell'euro (che non è ancora finita): la Grecia era sull'orlo del collasso. Il paese in mano alla famigerata Troika di Bruxelles che ha imposto misure draconiane. Oggi la pecora nera dell'Eurozona va alla riscossa e fa addirittura shopping in Italia.

Le miniere greche S&B, della famiglia Kyriacopoulos, si sono comprate l'italiana Guido Vincon & Figli, storica azienda piemontese. Il gruppo greco, che fa 440 milioni di euro di ricavi ed è specializzato nella lavorazione della bentonite (usata per fare stampi industriali), era quotato alla Borsa di Atene, fino all'anno scorso. Poi è arrivato il fondo americano Rhone Capital che ne ha rilevato una quota e l'ha delistata. Nei giorni scorsi la S&B, assistita dallo Studio Pedersoli e dai consulenti di Rsm Italy capital markets, ha messo sul piatto 17 milioni per comprarsi il 100% della Vincon di Pinerolo (tutelata dallo studio Allen&Overy), che produce additivi per l'industria mineraria. Anche la Grecia compra Italia. (S.Fi.)

GOVERNANCE, LE BANCHE GUARDANO ALLA VIGILANZA
Bper ha ritoccato la propria governance a metà aprile, nello stesso giorno in cui a Milano l'assemblea Bpm bocciava per un soffio la riforma "light" targata Giarda. In Ubi, invece, se ne parlerà sabato, quando i soci si esprimeranno sulla popolare bilanciata. Ma è solo qualche esempio: in tutte le banche, popolari e non, grandi e piccole, il cantiere della governance è aperto o comunque potrebbe aprirsi a breve.

Cioè quando la Vigilanza pubblicherà la versione definitiva delle nuove disposizioni in materia di governance: dopo la bozza - non poco discussa - resa nota a dicembre, Bankitalia si è presa quattro mesi di tempo per rivedere il documento, che - si prevede - sarà reso noto a brevissimo. Se nelle banche che adottano la forma cooperativa al centro dell'attenzione c'è il ruolo dei fondi e i meccanismi di partecipazione attraverso le deleghe, in tutti gli istituti c'è da lavorare sui consigli, i comitati interni, le competenze dei consiglieri, i conflitti d'interesse. Quando basta a riscrivere buona parte degli statuti.(Ma.Fe.)

 

 

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