AVVERTITE SALVINI CHE PUTIN NON HA UNA LIRA - L’ECONOMIA RUSSA È IN CADUTA LIBERA, TRA SANZIONI E PETROLIO, E LO ZAR LANCIA UN PROGRAMMA PER SALVARE IL RUBLO E IL SUO PAESE: MAXI-SCUDO FISCALE, BLOCCO DELLE TASSE, PIÙ SVILUPPO E RICERCA

Rossana Prezioso per www.trend-online.com

 

vladimir putin 7vladimir putin 7

Fuga dalla Russia, in tutti i sensi. Fuga di capitali, fuga di progetti, fuga di investitori e anche di appoggio politico. A cominciare dalla crisi con l’Ucraina, Mosca ha dovuto sopportare anche una crisi di ritorno, una sorta di boomerang sia per quanto riguarda la sua immagine, ma ancora di più per quanto riguarda il fattore economico: le sanzioni decretate dall’occidente si fanno sentire con prodotti che sono spariti dagli scaffali e con i sostituti che si sono rivelati di dubbia provenienza oltre che di pessima qualità.

 

CRISI RUSSA: PETROLIO E RUBLO

Come se ciò non bastasse, oltre a questo, gli Usa hanno dato il colpo di grazia con il loro shale gas che ha invaso un modo semi-immobilizzato dalla crisi e che di energia e di petrolio non sa che farsene. Risultato: prezzo del petrolio ai minimi storici, ed economia russa, che sul petrolio si basa, che lo ha seguito. In pessime acque anche il rublo, che ha visto l’entrata in scena anche della anca centrale russa nella speranza di risollevarne le sorti. Senza grande fortuna. per questo anche Putin ha deciso di parlare alla nazione per chiarire la sua idea e la strategia che il suo governo (tradotto nella realtà dei fatti, lui solo…) sarebbe intenzionato a creare per la soluzione dei problemi.

 

putin selfie obamaputin selfie obama

LE IDEE DI PUTIN PER USCIRNE

Ecco allora che dopo oltre un’ora , le parole di Putin hanno regalato la prima goccia di verità: maxicondono per il rientro di capitali dall’estero (la grande amicizia con Berlusconi deve aver lasciato il segno…), blocco delle tasse per 4 anni ed economia orientata allo sviluppo e alla ricerca per migliorare le opportunità anche della popolazione. La quale, su una domanda interna fiacca e un’agricoltura arretrata, può contare solo sulla presenza di investimenti stranieri. Per questo Putin ha deciso di attirarli in vari modi.

 

Primo step: muoversi contro gli speculatori del rublo. Compito che lo Zar ha affidato (anche) alla banca centrale russa. Deciso anche un condono ovvero sia la possibilità di far rientrare in patria tutti quei capitali esclusi da contenziosi con il Fisco (ammissione anche del fatto che le tanto proclamate scorte di petrolio potrebbero non essere sufficienti e sul lungo termine si avvertirà l’esigenza di capitale). Intanto di qualche giorno fa, il primo provvedimento per ricattare il “cinico” occidente; il blocco del progetto South Stream e le minacce, praticamente dichiarate, di stringere accordi con le altre potenze politiche, al di fuori di quelle europee. Cina in prima linea, Turchia in seconda.

putin regge il mondo e porta la pace in ucrainaputin regge il mondo e porta la pace in ucraina

 

ATTRARRE CAPITALI ESTERI

E ancora. Una mossa che prende per la gola (in senso positivo) le aziende estere, è quel blocco delle tasse per 4 anni: un margine estremamente ampio di manovra per chi volesse entrare a investire sul Brics ma che rischierebbe di mettersi contro le decisioni dell’Unione europea e le sue sanzioni. Sanzioni che, secondo Putin, sarebbero state si una reazione dell’Unione Europea alla questione ucraina, ma quest’ultima, in realtà, sarebbe stata usata solo come pretesto nella guerra strisciante contro l’ex potenza sovietica per bloccarne il potenziale di crescita.

 

Affermazione che nasce più dalla propaganda e dal nazionalismo gratuito che da una constatazione della realtà: il fantasma della recessione, tenuto a bada grazie agli introiti che arrivavano da petrolio, adesso potrebbe affacciarsi anche più minaccioso di prima, in particolare se si pensa che il Pil, con un petrolio sotto i 60 dollari al barile, potrebbe cadere al 3,5%, secondo il ministero delle Finanze: il taglio alle proiezioni della ricchezza prodotta dal Paese è ormai cosa nota così come è nota anche la caduta dei salari. Partendo da queste basi, il problema di proteste future da parte della popolazione non è da ignorare.

petrolio e dollari petrolio e dollari

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…