BYE BYE PEONES - NELLA PROSSIMA LEGISLATURA NON SOLO DOVREMO SCIROPPARCI I SOLITI PARAGURI INCHIAVARDATI ALLO SCRANNO, MA CI TOCCHERÀ DIRE ADDIO AI CARATTERISTI DI MONTECITORIO: “MUNNEZZA” SCILIPOTI, IL VOLTAGABBANA RAZZI, L’INFILTRATO BARBATO, LA MULTI-CASACCA DANIELA MELCHIORRE E LUCA BARBARESCHI - PER LA POLTRONA DATA ALL’ATTORE-PRODUTTORE, RIVOLGERSI A LA RUSSA: “SCUSATE, SE È IN POLITICA È COLPA MIA”…

Mattia Feltri per "la Stampa"

Luca Barbareschi, Franco Barbato, Daniela Melchiorre, Antonio Razzi, Domenico Scilipoti, Italo Tanoni: in ordine alfabetico, perché stilare l'ordine di merito è da ingrati. Senza di loro, la legislatura calante non sarebbe stata la stessa e la prossima rischia seriamente di non trovare sostituiti di livello. Tre del gruppo (Barbato, Razzi, Scilipoti) li dobbiamo al fiuto - così devastante da poliziotto e poi da pm, così costipato da leader politico - di Antonio Di Pietro.

Sebbene lui si difenda: che dubbi si potevano nutrire a proposito del presidente della Federazione emigrati abruzzesi in Svizzera (Razzi), poi sospettato dagli affiliati, forse malignamente, di essersi ingoiato i fondi per i terremotati?

E quali a proposito di un ginecologo, ostetrico e agopuntore, professore convitato all'Università del Paranà (Scilipoti)? Furono invece loro due a mollare l'Italia dei Valori per fondare i Responsabili e salvare Silvio Berlusconi dal putsch di Gianfranco Fini, dicembre 2010.

E fu proprio Barbato a vendicare l'onore del partito filmando di nascosto Razzi mentre illustrava le ragioni non strettamente ideali del cambio di casacca: «Io avevo già deciso da un mese prima (di votare la fiducia, ndr). Mica avevo deciso, figurati, tre giorni prima». E l'altro: «Ma come? Tre giorni prima hai detto male di Berlusconi». E Razzi: «L'ho detto apposta. Dieci giorni mi mancavano. E per dieci giorni mi inc... Perché se si votava dal 28 marzo come era in programma io per dieci giorni non pigliavo la pensione».

Non è bastata nemmeno la generosa inclinazione all'horror di Vittorio Sgarbi, che presentò alla Camera il libro autobiografico di Razzi, a restituire un calibro al deputato. A quella presentazione arrivò un tizio uguale sputato a Scilipoti, il quale poi sostenne, con una certa immaginazione, di essere dotato di molti sosia, essendo altrettanti e di più gli impegni.

Purtroppo non gli era consentito di impiegare le controfigure in aula, dove rientrava trotterelloso, lui così alla Danny De Vito, per il perenne ritardo al voto; e se prendeva parola, a ogni pausa gli ex amici dell'Idv intonavano in coro: «Munnezzaaaa». E lui, che è un fenomeno, faceva le pausa apposta sinché al tremillesimo «munnezzaaaa» i dipietristi se ne annoiarono.

Era questa la Camera a cui andiamo a dire addio. La Camera dello stesso Barbato, che per la missione di spiare tutti con la telecamerina, e dare il filmato alle tv, finì con l'essere detestato anche dai suoi: «Non so se è peggio lui o Scilipoti», disse Gabriele Cimadoro, cognato di Tonino. Ci resteranno, di questo ex socialista della Prima repubblica, le soluzioni al problema-Fiorito («Quelli come lui in Cina li uccidono o li torturano»), i capelli alla chitarrista di piano bar, le giacche a scacchi arrotolate sulle braccia, una certa interpretazione del mandato parlamentare culminata con arcane dimissioni, e con il ritorno in aula pochi mesi dopo a formulare il giudizio sul governo: «Avete rotto i c...».

L'ultimo giorno espresse un saluto all'altezza: «Cari deputati, andate tutti a quel paese». Adesso ha da occuparsi di un'inchiesta a suo carico per tentato millantato credito: i superpoteri di parlamentare in cambio di ventimila euro.

Nel misto, attiguo ai Responsabili - dopo aver cominciato la legislatura nel Pdl e averla proseguita nel Fli - finì anche Barbareschi, ritornato in pagina per i modi istintivi adottati contro quei gran rompitasche delle Jene. Ha litigato più o meno con tutti.

«Scusate, se è in politica è colpa mia», disse Ignazio La Russa, in genere refrattario all'autocritica. Un giorno l'onorevole attore arrivò al pranzo del mercoledì dei finiani, nello studio di Italo Bocchino, e metà di loro si alzò e se ne andò. Barbareschi valutò sé e i camerati: «Mi hanno emarginato. E quando non ho più contribuito alla strategia s'è visto il risultato: Fli era al 9 per cento, ora è all'uno».

Impegnato nella strategia, firmò sbadatamente una proposta di legge che aumentava gli emolumenti ai partiti («un banale errore») e si astenne sul caso Ruby («No no, io ho votato con Fli, ci sarà stato un contatto»). Vicino a lui sedeva l'ex magistrato Daniela Melchiorre, a nostro giudizio la campionessa assoluta.

Bisogna apprezzare la biografia politica (tutta insieme col fido Tanoni), che attraversa questa e la scorsa legislatura: presidente della Margherita di Milano, passa con Lamberto Dini, fonda i Liberal Democratici, diventa sottosegretario di Clemente Mastella nel governo Prodi, si candida nel 2008 col Pdl, fonda i Liberal Democratici Riformisti, esce dal centrodestra e passa al misto, dal misto passa all'opposizione, presenta alle Europee del 2009 i Liberal Democratici Riformisti insieme col Movimento Associativo Italiani all'Estero e con l'appoggio del Movimento Europeo Diversabili Associati e del Fronte Verde Ecologisti Indipendenti, prende lo 0,23 per cento (è la lista meno votata), alle Regionali del 2010 è con l'Udc, partecipa alla fondazione del Polo della Nazione con Fli e Udc, esce dal Polo della Nazione, torna nel centrodestra, diventa sottosegretario allo Sviluppo Economico, si dimette dall'incarico, torna fra i centristi che ora non la candidano più, né lei né Tanoni.

Però, caruccia e dolce, cancellò da Facebook le centinaia di vili insulti ricevuti in una delle occasioni sopra elencate; ebbe cura di lasciare l'annuncio dell'uscita della «splendida compilation» di canzoni dedicate alla mamma, da Anna Oxa a Beniamino Gigli. Ci piace ricordarla così.

 

DANIELA MELCHIORRE DANIELA MELCHIORRE DANIELA MELCHIORRE daniela melchiorre02LUCA BARBARESCHI ANTONIO RAZZI scipiloti speech resize Barbato

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...