
IL QATAR CONQUISTA LA BIENNALE CON UNA DONAZIONE DA 50 MILIONI AL COMUNE DI VENEZIA – IL VIA LIBERA DELL’AMMINISTRAZIONE DI LUIGI BRUGNARO AL PADIGLIONE PERMANENTE DEL QATAR ALLA BIENNALE, CON UNA CONCESSIONE DI 90 ANNI, È ARRIVATO LO STESSO GIORNO IN CUI LA GIUNTA DI BRUGNARO HA ACCETTATO IL RICCO REGALO PROVENIENTE DA DOHA. UN CASO DI “DO UT DES” UNICO NEGLI ULTIMI 30 ANNI CHE HA ALIMENTATO POLEMICHE E DUBBI SUL RAPPORTO TRA DONAZIONI E GESTIONE DELLA COSA PUBBLICA - LE INCHIESTE SU BRUGNARO E QUEL RINVIO A GIUDIZIO PER...
Stefano Iannaccone per “Domani” - Estratti
luigi brugnaro in consiglio comunale
Il via libera dell’amministrazione di Luigi Brugnaro al padiglione permanente del Qatar alla Biennale di Venezia, con una concessione di 90 anni, è arrivato subito dopo l’accettazione di una donazione di 50 milioni da parte del Qatar Museum al comune di Venezia.
Un caso unico negli ultimi 30 anni e una coincidenza che ha mescolato due piani che formalmente sarebbero distinti.
Alimentando nuovi dubbi sul rapporto tra donazioni e gestione della cosa pubblica sulla. Un padiglione permanente farebbe gola a molti paesi.
Il modus operandi accresce perplessità sulla trasparenza.
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Dalla storia del padiglione assegnato al Qatar giunge l’implicita conferma che non è isolata la vicenda, raccontata da Domani, sulla commistione tra amministrazione pubblica e interessi privati. In quel caso si tratta dei finanziamenti a Coraggio Italia, partito del sindaco di Venezia, arrivati dalla Tecnoluci srl, gestita da Alessandro e Giovanni Bertoli, che si occupa di servizi di illuminazione.
Secondo quanto ricostruito, infatti, in tre anni i versamenti nelle casse del partito sono stati superiori a 120mila euro. Nello stesso periodo, la società ha macinato appalti con la Biennale di Venezia, di cui Brugnaro è vicepresidente, per un totale di un milione di euro in quattro anni. «Sono gare vinte nel rispetto del codice appalti», è stata la replica della fondazione.
Mentre Bertoli ha spiegato di aver sostenuto il sindaco perché «ci piace. Ha fatto bene come sindaco».
Cifre ancora più imponenti investono invece la storia che parte da Doha e arriva a Venezia. E mette al centro sempre la gestione di Brugnaro della città e le donazioni di altri soggetti.
L’amministrazione è stata infatti molte volte al centro di tensioni e contestazioni politiche. In alcuni casi, si è arrivati alle inchieste giudiziarie. Per il sindaco è stato chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito della tentata compravendita dell’area Pili al magnate di Singapore, Ching.
Andiamo quindi con ordine e torniamo alla vicenda qatariota. Il padiglione alla Biennale è stato inaugurato in pompa magna, a maggio, alla presenza di Sheika al Thani, sorella dell’emiro. Il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, vista la sua attenzione al mondo arabo, ha parlato di «momento storico».
E in effetti dal 1995 non c’era stata una concessione permanente. L’ultima volta era toccato alla Corea del Sud, ma era un’epoca fa. Successivamente sono stati assegnati gli spazi espositivi a disposizione “in affitto” dietro il pagamento delle quote previste. Domani ha chiesto le motivazioni della decisione agli uffici della fondazione.
«Le concessioni dei padiglioni ai Giardini sono gestite da sempre dal Comune di Venezia, proprietario dell’area», è stata la risposta.
Doppia delibera È possibile quindi ricostruire i passaggi attraverso la cronaca e i documenti a disposizione. Il 7 giugno 2024, al termine di un evento organizzato dal Qatar Museum a Venezia, Brugnaro sigla un protocollo di cooperazione con il governo di Doha: punta a sviluppare i rapporti con l’emirato.
È il preludio a qualcosa di più. Passa poco più di un mese e arriva la data cruciale, il 18 luglio. La giunta di Brugnaro si riunisce per affrontare i vari punti all’ordine del giorno. Sono ore concitate per l’amministrazione: l’assessore alla Mobilità, Renato Boraso, è stato arrestato due giorni prima per l’ipotesi di reato di corruzione. È uno dei nomi coinvolti nella maxi inchiesta Palude sulla gestione degli appalti in città (ora ha chiesto il patteggiamento a 3 anni e 10 mesi).
Tra i temi da trattare nel corso della riunione di giunta c’è appunto la richiesta del governo del Qatar sulla concessione degli spazi nei «giardini napoleonico di Castello a Venezia». Come si legge nella delibera «in quanto titolare della proprietà demaniale del terreno (dal 1807, ndr), il comune di Venezia ha facoltà di stipulare accordi dispositivi di diritti a favore di Stati esteri, strumenti che conferiscono altresì continuità alle relazioni con i Paesi stranieri».
Da qui valuta positivamente la «proposta progettuale» proveniente da Doha. Le motivazioni sono varie tra cui l’incremento della «fruizione pubblica culturale ed artistica, attraverso un percorso che porta ad una città sostenibile e inclusiva».
Una novità eccezionale con la concessione di durata di 90 anni. In fondo non ci sarebbe nulla di strano. Ma trascorre meno di un’ora, e la giunta deve occuparsi di nuovo del paese arabo.
Questa volta l’oggetto è la ricca donazione di 50 milioni di euro da parte del Qatar Museum.
proteste contro luigi brugnaro a venezia 3
La motivazione di tanta generosità? «Per affrontare le pressanti esigenze della città anche nella gestione di un patrimonio unico e complesso», si legge nelle carte. Il comune accetta e passa all’incasso per quello che è sembrato un do ut des per lo sbarco dell’emiro in laguna.
LUIGI BRUGNARO - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI