mattarella renzi

QUALCUNO SPIEGHI A RENZI LE PAROLE DI MATTARELLA: NON SI VOTA! – IL COLLE: PRIMA BISOGNA FARE UNA LEGGE UGUALE PER CAMERA E SENATO – LA LEGISLATURA FINISCE NEL 2018, MA MATTEO MANDA AVANTI ORFINI CHE INSISTE: “ALLE URNE ANCHE PRIMA DI GIUGNO”, CON O SENZA UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE – SI ALLARGA IL SOLCO FRA QUIRINALE E NAZARENO?

 

1. NON BASTA LA CONSULTA PER VOTARE

 

mattarella e gentiloni  mattarella e gentiloni

Marzio Breda per il ''Corriere della Sera''

 

Ha capito che avrebbe dovuto riparlarne quando ha sfogliato le lettere arrivate al Quirinale a partire dal 21 dicembre, giorno in cui pensava di aver ormai definitivamente chiarito (davanti alle alte cariche dello Stato) perché non aveva chiuso la legislatura dopo le dimissioni del premier Matteo Renzi, ferito dalla sconfitta referendaria, fissando il voto già in febbraio.

 

Quella corrispondenza gli dimostrava che troppi cittadini, disorientati da certi strampalati scenari disegnati in sede politica, coltivavano ancora la stessa critica: non avrebbe fatto meglio, invece d' insediare un nuovo governo, a sciogliere subito le Camere? No, considerati i suoi doveri costituzionali, meglio non era. Ecco perché l' altra sera Sergio Mattarella ha riproposto la questione, anche se avrebbe preferito non inserire nel messaggio di fine anno un tema così carico di polemiche e, in quanto tale, ansiogeno.

 

IL RITORNO ALLE URNE

MATTARELLA BERLUSCONIMATTARELLA BERLUSCONI

 

Ci è tornato sopra per due motivi: 1) perché giudica seria l' obiezione, e infatti non ha mai escluso che si debba votare nel 2017; 2) perché, per onestà, voleva sgombrare gli equivoci nel modo più diretto. Spiegandosi così: Non c' è dubbio che, in alcuni particolari momenti, la parola agli elettori costituisca la strada maestra. Ma chiamare gli elettori al voto anticipato è una scelta molto seria. Occorre che vi siano regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge.

 

E qui ha riaperto il punto politico: Queste regole, oggi, non ci sono: al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale. Insomma, con regole contrastanti tra loro chiamare subito gli elettori al voto sarebbe stato, in realtà, poco rispettoso nei loro confronti e contrario all' interesse del Paese. Con alto rischio di ingovernabilità.

 

LA LEGGE ELETTORALE

 

Parrebbe un quadro limpido e ineccepibile. Se non che, nonostante alle consultazioni tutti i partiti si siano dichiarati d' accordo con l' esigenza di approvare un nuovo sistema di voto, un certo ambiguo gioco continua. Infatti, nell' attesa che il 24 gennaio la Corte costituzionale si pronunci sull' Italicum, qualcuno insiste per la corsa alle urne, immaginando ancora il voto a febbraio.

GENTILONI RENZI MATTARELLAGENTILONI RENZI MATTARELLA

 

La proposta è sempre la stessa: superiamo le difficoltà di trovare un accordo e accontentiamoci di applicare la risultante di quelle sentenze. Un' ipotesi pericolosa (ad esempio per la valanga di potenziali ricorsi) ma soprattutto inaccettabile, dal punto di vista di Mattarella. Il quale, non a caso, si è richiamato ai doveri e alle responsabilità della politica. Per lui - e questo è il non detto del suo discorso - non si può affidare alla Consulta il compito di fare una legge elettorale. È il Parlamento che deve farla.

 

tweet giuliano poletti  6tweet giuliano poletti 6

INTERNET E IL LAVORO

 

Il resto del messaggio ha legato insieme tutti i problemi su cui il capo dello Stato spende la propria sensibilità sociale. Per restare alla sfera pubblica, l' allarme per il diffondersi dell' odio come strumento di lotta politica odio e violenza verbale che si propagano nella società, intossicandola e che rischiano di esser moltiplicati da un pur utile strumento come Internet. E poi le nostre ormai croniche emergenze. Dal lavoro, problema numero uno, a tante altre fratture da ricomporre, come il divario Nord-Sud; dalla corruzione all' evasione fiscale alle diverse forme d' illegalità. E, specie oggi, al senso d' insicurezza provocato dal terrorismo, contro il quale servono nuovi sforzi per impedire che si radichino nel Paese presenze minacciose o predicatori di morte.

 

I GIOVANI IN FUGA NON BASTA

 

giuliano poletti  6giuliano poletti 6

Nella sua idea di Stato-comunità, troppa gente resta in difficoltà e schiacciata da ansie che la politica farebbe bene a non sottovalutare, perché non ci devono essere cittadini di serie B. Infine, dopo aver certificato la crescita economica ancora debole e con un impatto che stenta a esser percepito, Mattarella si concede un cenno che suona come un' aspra censura all' infelicissima sortita del ministro Poletti sui nostri giovani in fuga. Dice il presidente: Molti studiano o lavorano in altri Paesi d' Europa. Questa spesso è una grande opportunità. Ma dev' essere una scelta libera. Se si è costretti a lasciare l' Italia per mancanza di occasioni, si è di fronte a una patologia, cui bisogna porre rimedio. Capita l' antifona, ministro?

 

 

2. ORFINI L’ULTIMO MOHICANO DI RENZI

 

Da Huffingtonpost

 

ORFINI RENZIORFINI RENZI

Sergio Mattarella è stato chiarissimo: per votare serve una nuova legge elettorale, chiara e omogenea per l'elezione di Camera e Senato. Non basta il responso della Consulta per delineare le regole con cui presentarsi alle urne, perché sarebbe "alto il rischio di ingovernabilità". Parole che, secondo quanto trapela, sono state apprezzate da Matteo Renzi e dal Partito Democratico, anche se leggendo le dichiarazioni del presidente Matteo Orfini al Corriere della Sera, non sembrano essere accettabili fino in fondo per i dem.

 

Il Pd, spiega Orfini, chiama gli altri partiti a un confronto per riscrivere in tempi brevi le leggi elettorali, ma se venisse lasciato da solo in questa mission, dinanzi all'impossibilità di una riforma, verrebbero meno le ragioni per portare avanti la legislatura, politicamente terminata nel giorno del referendum.

 

"Noi condividiamo le parole del presidente Mattarella, tanto che ci siamo fatti carico di far nascere un altro governo, con l'obiettivo di armonizzare le leggi elettorali. Però questa responsabilità non può ricadere solo sul Pd, che non ha i numeri. La legislatura è politicamente terminata il 4 dicembre e solo il tentativo, difficile ma possibile, di armonizzare il sistema ipermaggioritario della Camera con quello proporzionale del Senato, può prolungarla".

 

biliardino renzi lotti orfini nobilibiliardino renzi lotti orfini nobili

Orfini parla di un Pd compatto, da Paolo Gentiloni a Matteo Renzi. Nella formazione del governo, ma anche sulla road map. "Ci sono due scenari. Se si coglie negli incontri la disponibilità delle altre forze a cambiare l'Italicum, si può iniziare a lavorare nel merito senza aspettare la Consulta. Altrimenti si prende atto della indisponibilità e vengono meno le ragioni per proseguire [...]

 

“Se riusciamo a far partire la nostra road map si può votare a giugno con una nuova legge, fermo restando che la data la decide il presidente della Repubblica. Qualora invece gli altri partiti ci lasciassero soli nel tentativo sincero di cambiarla, dovremmo sperare che il doppio Consultellum sia il più possibile omogeneo. Inevitabilmente si voterebbe con i sistemi indicati dalla Corte costituzionale e non certo per responsabilità del Pd".

TRATTATO DI ROMATRATTATO DI ROMA

 

Secondo Orfini non saranno altri importanti appuntamenti come i Trattati di Roma il 25 marzo o il G7 di maggio a impedire il ricorso alle urne. "Ci sono sicuramente delle scadenze importanti, ma non drammatizzerei. Per chi come noi crede nella democrazia, dare la parola agli elettori non è mai un problema. Non stiamo aspettando la Consulta il 24 gennaio, stiamo proponendo a tutte le forze politiche di vederci già nei prossimi giorni, al Nazareno o in una sede neutra.

 

“Rispondere, come Forza Italia, che l'unico luogo di discussione possibile sono le commissioni parlamentari, significa fare melina. Vogliamo perdere mesi o iniziare una discussione? E su quale testo?. La proposta unitaria del Pd è stata accettata responsabilmente anche da chi, come me, non ama il Mattarellum. Abbiamo chiarito che, cambiato l'Italicum, si va al voto e questa posizione ha unito il Pd".

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...