renzi berlusconi

QUANDO RISORGE ’STO NAZARENO? CONFALONIERI SPINGE BERLUSCONI A RIABBRACCIARE RENZI, PER FRENARE I 5 STELLE. NEI PROSSIMI GIORNI POTREBBE SQUILLARE IL TELEFONO DI ARCORE: MATTEO HA BISOGNO DI UNA MANO PER SFANGARE IL REFERENDUM MA SILVIO STAVOLTA SI FARA’ PREGARE

Marco Conti per “Il Messaggero

 

RENZI CONFALONIERIRENZI CONFALONIERI

E' probabile che alla fine tocchi a Matteo Renzi fare la prima telefonata. Se non altro per la dovuta considerazione che spetta ad un ex presidente del Consiglio in corso di convalescenza e al quale palazzo Chigi non ha lesinato espressioni augurali nei giorni dell' intervento a cuore aperto.

 

A sentire Fedele Confalonieri di motivi per incontrarsi i due ne avrebbero molti e Silvio Berlusconi, come ha dimostrato in passato, non ha difficoltà a mettere una pietra sopra su incomprensioni, strappi e persino insulti. Ovviamente a patto che l' uccisione del vitello grasso prefiguri la possibilità di ampliare la mandria o comunque di non vedersela espropriata.

 

RENZI SALUTA CONFALONIERI DOPO LA D URSO RENZI SALUTA CONFALONIERI DOPO LA D URSO

«Il giorno dopo non si torna indietro», ha affermato ieri l' altro a Varsavia Matteo Renzi. Più che un monito si è trattato di una sorta di memento che rimanda a ciò che sta accadendo nel Regno Unito dove, dopo il referendum che ha sancito l' uscita dall' Unione, si sprecano le lacrime di coccodrillo.

 

Tre leader dimissionandi, i due principali partiti vicini alla scissione, la sterlina in caduta, i prezzi delle case in picchiata e un futuro talmente incerto da spingere quattro milioni di sudditi di Sua Maestà a firmare una richiesta per ripetere il referendum. Troppo tardi.

 

LACRIME

confalonieri berlusconi letta confalonieri berlusconi letta

Un risveglio brusco che il presidente del Consiglio sottolinea parlando del referendum costituzionale di ottobre e della riforma sulla quale «ho speso tutto il mio capitale politico». La scommessa è alta per Renzi, che ha legato al successo la sua permanenza a palazzo Chigi, ma anche per il Paese perchè - come ripete - «non si tratta di scegliere tra due riforme costituzionali, ma tra una riforma e niente. Tra una riforma e lo status quo». Di merito sinora si è parlato poco o nulla.

 

Della fine del bicameralismo, della riduzione del numero dei parlamentari, della chiusura del costoso e inutile Cnel come della riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali, si è discusso poco o nulla. Ma a palazzo Chigi sono convinti che appena verrà fissata la data e comincerà la campagna elettorale molte cose si chiariranno. Soprattutto si chiarirà chi sta da una parte e chi dall' altra e chi, magari turandosi il naso, voterà sì alla riforma costituzionale «per evitare il peggio».

fedele confalonierifedele confalonieri

 

E tra questi potrebbe esserci il Cavaliere, sostengono i bene informati e non solo gli amici di Fedele Confalonieri. «Basta un segnale da parte di Renzi e il dialogo può riprendere», sostiene un azzurro di lungo corso che poco si lascia impressionare dagli ultimatum del capogruppo azzurro alla Camera. D' altra parte Berlusconi si considera «deluso» da Renzi ma è letteralmente terrorizzato dai Cinquestelle e dalla eventualità che alla fine siano loro ad incassare il dividendo più alto di una eventuale sconfitta al referendum della riforma costituzionale.

 

PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERIPIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI

Se Renzi è convinto di spuntarla e di portare a casa il risultato, il Cavaliere lo è molto meno mentre i sondaggi dimostrano che, in caso di vittoria dei no, la valanga pentastellata renderebbe complicato persino un governo alla Enrico Letta nella prossima legislatura. Scenari da incubo per chi vive di concessioni e ha interessi nel settore del credito sul quale ieri proprio i pentastellati hanno svolto considerazioni catastrofiche.

 

LIBERA

Mentre il Cavaliere, e non solo, sono in trepidante attesa, Renzi spinge il piede sull' acceleratore pronto ad andare all' appuntamento referendario senza se e senza ma. La disponibilità a considerare l' ipotesi dello spacchettamento del quesito, avanzata per primo dai Radicali di Riccardo Magi, non significa però una mobilitazione da parte dei parlamentari del Pd a firmare la richiesta da presentare in Cassazione.

 

ROSATO ZANDAROSATO ZANDA

D' altra parte, se ci fosse un esplicito via libera da parte dei capigruppo Rosato e Zanda, per il Pd significherebbe ammettere che la riforma non ha quella dovuta organicità che consentirebbe di prenderne un pezzo e mollarne un altro. In attesa di vedere se si raggiungeranno le firme, resta altrettanto vaga la disponibilità a rivedere la legge elettorale, rilanciata anche ieri l' altro da Renzi al termine del vertice Nato a Varsavia.

 

RICCARDO MAGIRICCARDO MAGI

Su questo punto una mano è arrivata da Forza Italia che ha condiviso con Renzi, e il ministro Franceschini che per primo l' ha proposta, la necessità di una revisione dell' Italicum solo dopo l' appuntamento referendario.

 

Non solo. Nell' ultima riunione ad Arcore è emerso chiaramente che Berlusconi è ancora fermo sul premio alla lista e non alla coalizione, così come aveva sostenuto nei momenti della trattativa, ma resta contrario al doppio turno e, soprattutto, ballottaggio.

Renzi resta convinto della bontà dell' Italicum, ma se una trattativa si potrà dopo aprire sarà solo con chi ha sostenuto il sì al referendum. Berlusconi ci sta pensando.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....