no vax in piazza

TANTO RUMORE PER NULLA – MA QUANTI SONO I NO-VAX? SECONDO GLI ESPERTI SONO AL MASSIMO IL 5% DELLA POPOLAZIONE, E IN TERMINI ELETTORALI VALGONO A MALAPENA L’1%, MENTRE L'80% DEGLI ITALIANI È FAVOREVOLE ALLA VACCINAZIONE (AVVERTITE SALVINI E LA MELONI) – IL PARADOSSO: PRIMA DELL’AVVIO DELLA CAMPAGNA VACCINALE ERANO ALMENO IL 12%, POI SI SONO CONVERTITI GRAZIE ALL’INOCULAZIONE DI MASSA…

NO VAX TORINO

Antonio Rapisarda per “Libero quotidiano”

 

Fanno tanto rumore - spettacolarizzato a dismisura da alcuni media -, sui social saranno pure abili acchiappa-like ma in realtà i "no vax" rappresentano ben poco. Addirittura sempre meno. Quanto? Non più del 5% della popolazione italiana. Alle urne, secondo gli esperti, varrebbero a malapena l'1%.

matteo salvini con caffe e green pass sul tavolo

 

Di sicuro c'è stato un crollo degno dei 5 Stelle ai tempi del governo giallo-verde, se è vero che a dicembre 2020 (prima dell'avvio del piano vaccinale) la percentuale dei contrari al vaccino era sempre bassa ma almeno al 12%. Il merito di questa «conversione» radicale di chi è? Ma dei vaccini e della campagna vaccinale: una vera e propria beffa per i pasdaran del "no".

 

A far di conto sulla minoranza dei contrari all'inoculazione è stato ResPOnsE Covid-19, il laboratorio demoscopico dell'Università degli Studi di Milano. Il centro studi, insieme all'istituto Swg, ha stilato un report che spiega tutto già nel titolo: «La svolta dei vaccini e la ritirata dei no vax».

 

IL PUNTO DI SVOLTA

Proprio l'arrivo in massa delle dosi del siero è individuato come il «punto di svolta: non solo per l'andamento della pandemia, ma anche per la percezione che gli italiani ne hanno avuto e per la speranza in una fine definitiva dell'emergenza».

Pistoia cartello no vax

 

Il risultato della ricerca è inequivocabile: oltre l'80% degli italiani è favorevole al vaccino. Non solo. Cresce di settimana in settimana la disponibilità a vaccinarsi: a dicembre 2020, era il 60%. A giugno scorso si è raggiunto l'85%. Al contrario, come abbiamo detto, più che dimezzato è il fronte dei contrari alla vaccinazione: dal 12% al 5% (raggiunto fra marzo e giugno). A diminuire anche gli scettici riguardo il vaccino: i poco disponibili a vaccinarsi passano da poco meno del 10% a marzo, a circa il 6% a giugno.

 

Questi i dati concreti, con l'attuale quadro normativo. Interessante, però, notare la risposta nel caso dovesse subentrare l'obbligo vaccinale: sul campione totale, «solo una minoranza di chi è poco o per niente disponibile a vaccinarsi, si rifiuterebbe di fare il vaccino anche qualora fosse reso obbligatorio».

 

no vax si sentono traditi da m5s e lega

Nello specifico il 13% dichiara di essere poco o per niente disponibile a vaccinarsi, masolo il 6% rifiuterebbe il vaccino anche se obbligatorio. A crescere, invece, rispetto a fine 2020, sono proprio i favorevoli all'obbligatorietà del vaccino anti-Covid: dal 43% al 52%. Secondo l'Università di Milano, «sembra che il miglioramento della situazione pandemica insieme ai progressi del piano vaccinale» abbiano portato anche ad un aumento del consenso per l'obbligatorietà dei vaccini.

Non tutti i contrari all'obbligo, però, sono "no vax". Qui il discorso si fa più sfumato: «Tra chi è molto disponibile a essere vaccinato o ha già ricevuto il vaccino, poco meno del 10% è contrario all'obbligatorietà della vaccinazione», si legge nel report.

 

NO VAX TORINO

Ciò suggerisce che l'intenzione a vaccinarsi «non determina necessariamente l'opinione sull'obbligatorietà del vaccino». Alla luce di tutto questo quanto potrebbe valere un partito "no vax"? Decisamente ancora meno della percentuale rappresentata nella popolazione. «Difficilmente riuscirebbe ad arrivare all'1%. Sarebbe una cosa politicamente inconsistente», spiega a Libero Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè.

 

NO VAX TORINO

TANTE MOTIVAZIONI

Per l'analista le motivazioni di un'adesione a un soggetto politico non sono legate a una scelta del tipo «mi vaccino, non mi vaccino»: «Il valore di un progetto si misura con altri argomenti: lavoro, sviluppo, diritti e sicurezza».

 

Anche la "dispersione" politica del piccolo tesoretto di pasdaran è agile da ricostruire: «Dentro quel magma ci sono decine di motivi per essere "no vax": ci sono quelli che non si fidano di questo vaccino anti-Covid, ci sono quelli che contestano i vaccini tout-court, c'è chi lo fa con tesi di sinistra, chi con tesi di destra...».

 

NO VAX TORINO

Quanto al rischio che la campagna dei no vax possa influire nel passaggio da uno schieramento all'altro, per Buttaroni si tratta di una eventualità praticamente nulla: «È vero che l'elettorato ormai è più che mobile (frail 2018 e il 2020 il 60% degli aventi il diritto ha votato in maniera diversa) ma difficilmente lo spostamento si lega a singoli fenomeni. A maggior ragione questo, considerato assai scivoloso dagli stessi leader politici».

NO VAX TORINONO VAX TORINONO VAX TORINOPistoia cartello no vax 2medici no vax medici no vax medici no vaxTerapia intensiva 3medici no vax No VaxNO VAX TORINO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…