boschi carboni mureddu

QUEI FAVORI DI PAPA’ BOSCHI AL MASSONE ARRESTATO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA – QUAND’ERA VICE PRESIDENTE BANCA ETRURIA SCONTO’ A MUREDDU FATTURE CHE ALTRE BANCHE NON AVEVANO VOLUTO SCONTARE – MUREDDU UN PERSONAGGIO IN CONTATTO “CON SOGGETTI DI NOTORIO SPESSORE CRIMINOSO”

 

Giacomo Amadori per la Verità

 

Quando ha saputo dell' arresto del quarantasettenne faccendiere Valeriano Mureddu, suo ex amico e consigliere, Pier Luigi Boschi (vicepresidente di Banca Etruria nonché padre del sottosegretario Maria Elena) potrebbe aver tirato un bel sospiro di sollievo. In fondo, anche il gip Piergiorgio Ponticelli sottolinea nell' ordinanza di arresto le «capacità intimidatorie», «le relazioni con soggetti di notorio spessore criminoso» e la «condotta di vita particolarmente orientata a delinquere» di questo massone tosco-sardo. Resta da capire se nell' interrogatorio di garanzia - previsto per oggi nel carcere aretino di San Benedetto - Mureddu deciderà di raccontare i suoi rapporti con Boschi o se preferirà tacere come ha fatto fino adesso.

VALERIANO MUREDDUVALERIANO MUREDDU

 

Mureddu è finito in carcere per la bancarotta fraudolenta dell' azienda di imballaggi Geovision Srl, di cui era amministratore di fatto e che è stata dichiarata fallita nel settembre scorso. Ma il suo nome è arrivato alle cronache per i rapporti con Flavio Carboni, il noto faccendiere sardo imputato per la P3 e condannato per il crac del Banco Ambrosiano, un personaggio coinvolto (più o meno direttamente) nelle vicende più oscure della recente storia italiana. Ebbene, nella primavera 2014 Mureddu presentò cotanto bancarottiere, proponendolo come consigliere per il salvataggio di Banca Etruria, a Boschi e all' ex presidente dell' istituto, Lorenzo Rosi.

 

Negli stessi giorni, e precisamente nel giugno 2014, Mureddu grazie ai buoni uffici di Pier Luigi Boschi e del figlio Emanuele, ottenne per la Geovision un' apertura di credito presso Banca Etruria. Quel conto venne utilizzato per far transitare dalla Svizzera circa 900.000 euro provenienti da una società anonima elvetica, la Dumar Sa, probabilmente ingrassata con i soldi di una gigantesca frode fiscale.

flavio  carboni  flavio carboni

 

Quasi un milione di questi presunti fondi illeciti sarebbe stato dirottato sul conto aretino e 390.000 di questi sarebbero stati girati a Maria Laura Concas, moglie di Carboni, con 13 bonifici, giustificati con causali fittizie come «contratto di rappresentanza» o «pagamento spese contrattuali». L' 11 settembre gli ultimi tre invii: due da 40.000 euro e uno da 20.0000. In uno specchietto Mureddu aveva appuntato pagamenti ai due coniugi nel biennio 2013-2014: 582.000 euro con la Vertigo di Bastia Umbra (un' altra società riconducibile a Mureddu) e quasi 600.000 euro con la Geovision, 89.000 dei quali versati per i canoni d' affitto dell' ufficio romano di Carboni in via Ludovisi. In tutto 1.180.000 euro per i bisogni di Flavietto.

 

Nel libro di Maurizio Belpietro, I segreti di Renzi, al conto di Etruria è dedicato un intero capitolo: «Boschi interviene personalmente per fare aprire un conto alla Geovision presso la sede di Banca Etruria. È il conto 148/1919-5 (la scelta del codice identificativo sarebbe di Mureddu, che è nato il 19 giugno 1969). I documenti per l' apertura del conto erano contenuti in una cartellina azzurra con sopra un breve appunto: "E.C. amico di famiglia di Emanuele Boschi"». E.C. era l' amministratore legale della Geovision, in pratica l' esecutore degli ordini di Mureddu: per questo suo ruolo è stato interdetto dall' attività imprenditoriale per 12 mesi.

il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi  5il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 5

 

All' epoca Emanuele Boschi, fratello della ministra, era a capo del Servizio di controllo dei costi di Etruria. A settembre 2014 il conto viene fatto chiudere d' urgenza: la direttrice dell' agenzia 1 di Bpel, Ede Polvani, convoca E.C. e gli consegna un assegno circolare da 146.000 euro. Non è finita.

 

Grazie agli accordi presi direttamente da Valeriano Mureddu con i vertici della banca - e assai probabilmente con i Boschi - Geovision ottenne immediatamente un sostanzioso sconto fatture per un totale di 140.000 euro, alla voce «presentazione anticipo documenti», nonostante il rapporto tra istituto e azienda fosse solo all' inizio. Si trattava di fatture, secondo le fonti della Verità, riguardanti operazioni per lo più inesistenti ed emesse nei confronti di società compiacenti, come quasi tutte quelle esaminate dalla Guardia di finanza.

pier luigi   boschipier luigi boschi

 

Dall' estratto conto risulta che i due bonifici da 27.000 e 113.000 euro vennero versati rispettivamente il 10 e l' 11 luglio, un paio di settimane dopo l' apertura del conto. Quasi tutti i soldi frutto di quei fidi vennero trasferiti a Carboni. Però nell' ordinanza il ricorso abusivo al credito bancario viene contestato agli indagati solo in riferimento alla documentazione presentata dalla banda di Mureddu al Monte dei Paschi di Siena e alla Cassa di risparmio di Firenze, istituti che avrebbero dovuto erogare rispettivamente 500.000 e 250.000 di anticipo fatture.

 

Grazie alle intercettazioni apprendiamo che Mps e Crf provarono a bloccare quegli anticipi. In una telefonata, Mureddu lamenta che alla moglie di Carboni fosse arrivata una lettera di «revoca dei fidi». Etruria invece pagò lo sconto fatture in tempi rapidi e dall' ordinanza non risulta che abbia denunciato eventuali irregolarità delle ricevute messe in pagamento. Conto dedicato a parte, Mureddu potrebbe avere in mano anche altri documenti riguardanti Boschi.

EMANUELE BOSCHIEMANUELE BOSCHI

 

Per esempio uno dei testimoni ha consegnato agli inquirenti una mail di Giuliano Michelucci, un altro degli indagati dell' inchiesta, il cosiddetto «uomo del Sistema» per i suoi supposti contatti con servizi segreti e istituzioni. Nel messaggio erano elencate 33 pratiche «secu» (relative a contenziosi) di cui la struttura del faccendiere si stava occupando alla data del 31 luglio 2014. Tra queste c' era pure quella intitolata «Boschi Pierluigi Va 3367 S». La sigla «Va» indicava Valeriano Mureddu: Pier Luigi si sarebbe affidato a lui e, di conseguenza, alla struttura di Michelucci per risolvere il problema dei fidi concessi in conflitto di interesse a ex consiglieri d' amministrazione ed ex sindaci di Bpel, un affare da 185 milioni di euro.

 

Ma nell' ordinanza del giudice si parla anche di altre carte sensibili. Il gip introduce l' argomento, facendo riferimento a «progetti di occultamenti di documenti ritenuti pericolosi». In effetti in un' intercettazione ambientale, Mureddu con l' ex amministratore della Geovison, E.C., parla di «documentazione che va assolutamente presa dal luogo in cui si trova e cautelata in un posto più sicuro». Mureddu prospetta la casa della compagna: «No, sennò li porto via... li porto dalla Chiara ()». E.C. propone lo studio di suo padre che è un avvocato: «Nessuno può fare nulla, quello è un tempio». Ma Mureddu non si fida: «No, ma li sposto io vai lascia fare».

 

boschi leopolda boschi leopolda

Nel libro I segreti di Renzi si fa riferimento anche a quell' intercettazione e viene raccontato quello che E.C. avrebbe riferito agli investigatori a proposito di quelle carte misteriose: «Mureddu mi disse che erano documenti inerenti il Boschi, rubrica del telefono e sms». L' indagato avrebbe raccontato che il faccendiere «aveva con sé una pila di fogli, stampati su carta bianca con scritte blu», ma che non gli aveva permesso di visionarli.

 

Lo stesso E.C. ipotizza che quella documentazione riservata sia stata scaricata dal BlackBerry di Boschi a sua insaputa. Si legge nel libro: «Il padre della ministra delle Riforme affidava il proprio cellulare a uno degli indagati, esperto di strumenti tecnologici, per farselo aggiornare. Un ragazzo di cui Boschi si fidava ciecamente, essendo buon amico del padre del giovane e avendo condiviso con il genitore la vicepresidenza di una società immobiliare».

 

L' imprenditore agli investigatori ha sottolineato come quel fascicoletto per Mureddu fosse una specie di «assicurazione sulla vita». Millanterie? Possibile. La risposta, però, è solo nelle teste di Boschi e Mureddu.

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO