"OPERAZIONE MÜLLER": È FATTA! - ALE-DANNO E POLVERINI SI SONO INVENTATI UN RUOLO A SORPRESA PER MARCO MULLER IN MODO DI FARLO LAVORARE SUBITO PER IL FESTIVAL: DIVENTA "COORDINATORE", PRIMA CHE DIRETTORE, PER MANDARLO IN GIRO TRANQUILLAMENTE A SPESE DEL FESTIVAL - IERI ALEDANNO E POLVERINI CHIAMANO GIANNI LETTA PER CONVINCERE RONDI A TOGLIERSI DI MEZZO - IL PD, CHE NON ERA STATO INVITATO ALL’INCONTRO, S’INCAZZA - CAMBIERÀ ANCHE IL DIRETTORE OPERATIVO: AL POSTO DELLA BETTINI-GIRL FRANCESCA VIA IN ARRIVO PARODI O MANCINI…

1- LETTERA DI MICHELE ANSELMI
Caro Dago,
sbeffeggiato da tutti, una ventina di giorni fa, quando dicevo e scrivevo sul "Riformista" che Ale-danno e Sderenata Polverini, come li chiami tu, si sarebbero inventati un ruolo a sorpresa per Marco Muller in modo di farlo lavorare subito per il Festival. Non è possibile, dicevano tutti, è contro le regole, si muoverà solo quando sarà nominato ufficialmente dal Cda. Sciocchezze. Adesso diventa "coordinatore", prima che direttore, per mandarlo in giro tranquillamente a spese del Festival. Come volevasi dimostrare.
Michele Anselmi
2- "OPERAZIONE MÜLLER": È FATTA! - ALE-DANNO E POLVERINI SI SONO INVENTATI UN RUOLO A SORPRESA PER MARCO MULLER
Gloria Satta per Il Messaggero

Gianluigi Rondi per ora non si è dimesso. Ma Marco Müller sarebbe in arrivo al Festival di Roma. Magari non subito come direttore artistico, visto che il presidente vorrebbe rinnovare il mandato a Piera Detassis e continua a rifiutare l'ex timoniere di Venezia. Così, nel tentativo di sbrogliare il pasticcio che si è creato, è stato individuato un escamotage che consentirebbe all'asse Polverini-Alemanno di paracadutare subito Müller al Festival: offrirgli il ruolo (inedito) di coordinatore. E con l'eventuale voto favorevole del cda, arriverebbero anche le dimissioni di Rondi.

E' l'ultimo scenario possibile della telenovela che, dalla vigilia di Natale, tiene con il fiato sospeso l'intero mondo del cinema. Protagonista il Festival di Roma che il braccio di ferro tra politici rischia di congelare fino a giugno. Dopodomani è in programma la riunione dei soci fondatori per ragionare sul presente, sul futuro e soprattutto sul bilancio, gravato dal milione e 350mila euro di deficit.

Intanto ieri mattina c'è stato il vertice tra Rondi, Alemanno e Polverini alla presenza di Gianni Letta. E' stato un incontro segretissimo, che gli interessati definiscono «privato» e per questo non si è tenuto né in Campidoglio né alla Regione ma in un locale del centro storico. Sindaco e governatore hanno sondato le intenzioni del presidente del Festival e si sono aggiornati alla riunione di giovedì.

Dal cinema arriva l'ennesimo appello a fare presto: «Ci auguriamo che l'eventuale carica di coordinatore non impedisca a Müller di mettersi a lavorare al più presto», ammonisce Riccardo Tozzi, presidente dell'Anica, «non c'è un minuto da perdere».

Il Pd, che non era stato invitato all'incontro, non attenua la polemica. «Questa destra sa solo epurare e lottizzare», tuona il consigliere comunale Paolo Masini. «Se Müller ha un minimo di dignità», rincara Enzo Foschi (Regione), «dovrebbe ritirarsi dal mercato delle vacche».

Ma dallo stesso fronte, fuori dal coro è la voce di Matteo Orfini, che afferma: «Non può essere la politica a decidere cosa si fa e cosa non si fa, a cominciare dalle nomine. Se si fosse lanciato un bando su base curriculare per la ricerca del direttore del Festival di Roma, Müller l'avrebbe vinto».

In attesa di ulteriori sviluppi, galoppa il toto-nomine per altre due poltrone del Festival: direttore generale e capo del mercato. I nomi in ballo per il posto di Francesca Via e per quello di Roberto Cicutto sono per ora tre: il direttore di Cinecittà Studios Lamberto Mancini, Diamara Parodi che ha già lavorato nel mercato e Luciano Sovena, ex ad di Cinecittà. Per varare queste nomine il cammino sarà decisamente più semplice.

2- ULTIMATUM A RONDI: ORA NOMINI MÜLLER - PRESSING DI ALEMANNO, POLVERINI E LETTA. DECISIVO IL VOTO DI FUORTES - CAMBIERÀ ANCHE IL DIRETTORE OPERATIVO AL POSTO DI VIA IN ARRIVO PARODI O MANCINI

Francesca Giuliani per "La Repubblica Roma"

Non si ferma il pressing politico in vista del rinnovo dei vertici del Festival del Film di Roma. Come annunciato, si è svolto ieri un incontro fra il sindaco Alemanno, la presidente della Regione, Polverini e Gianni Letta, che si sono incontrati in Campidoglio con il presidente del Festival, Gian Luigi Rondi.

La riunione - riservatissima, a porte chiuse - sembrerebbe aver dato i primi risultati, benché informali: il decano dei critici cinematografici italiani è stato invitato a presentare al consiglio di amministrazione del Festival la candidatura di Marco Müller in uscita dal Festival di Venezia e più che caldeggiato dalla Destra romana.

D´altra parte, in queste ultime settimane Rondi stesso si è dichiarato contrario a questo nome, preferendo nel caso una riconferma dei vertici scaduti e in particolare della direttrice artistica, Piera Detassis. Ora però, a completamento dell´"operazione Müller" con nomine che modificherebbero nettamente stile, modi e contenuti del Festival, Alemanno-Polverini pensano anche a sostituire il direttore operativo, Francesca Via che ricopre un incarico non in scadenza, a tempo indeterminato, per rimpiazzarla con nomine di ispirazione tecnico-politica.

Pronti i nomi, spesi a chiare lettere nel corso della riunione di ieri. Si tratta di Lamberto Mancini, attualmente a Cinecittà, sostenuto da Luigi Abete (presidente di Bnl che è anche main sponsor del Festival) e di Diamara Parodi: la signora Leone (consorte di Giancarlo, alla guida di RaiFiction) sarebbe appoggiata dall´Udc di Francesco Carducci.
Una volta definito il quadro degli intenti, e persino la squadra da cambiare, al tandem Alemanno-Polverini (che hanno lasciato fuori della porta la Provincia, ad evidenziare il metodo tutto "politico" dell´accordo) non resterà che convocare il consiglio di amministrazione, sede nella quale si giocherà la partita finale passando però per l´assemblea dei soci, dopodomani.

È prevedibile che Rondi sottoponga al voto il nome di Müller che se dovesse passare, porterebbe alle dimissioni del presidente stesso. Nel cda siedono i rappresentanti di Comune, Provincia, Camera di Commercio, Musica per Roma nonché quello della Regione che però la Polverini da mesi non nomina, peraltro a fronte di un mancato sostegno economico al festival nelle ultime edizioni arrivato a un "buco" di 2 milioni 800 mila euro. Decisivo risulterà in cda il voto di Carlo Fuortes (Musica per Roma), di nomina veltroniana riconfermato però da Alemanno.

Intanto i tempi stringono: se da un lato può non esserci un´urgenza tecnica, a premere sono le necessità di lavorazione di una manifestazione che si fonda su contatti internazionali e su una campagna acquisti che va giocata rapidamente per arrivare al traguardo dell´autunno con un "prodotto" che tenga il confronto con gli altri festival.

 

MULLERROBERTO CALDEROLI RENATA POLVERINI UMBERTO POSSI E GIANNI ALEMANNO rondi detassis ALEXEY MESHKOV MARCO MULLER Fabia Bettini, Stefano Dominella, Goffredo Bettini, Francesca ViaGIANNNI DI GIOVANNI ELISA GRECO ANDREA VIANELLO FRANCESCA CHAOUQUI SINDACO SALUTA RONDI GOFFREDO BETTINI PIETRO VALSECCHI GIANLUIGI RONDI GIANCARLO LEONE DIAMARA PARODI

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO