federico rampini

SINISTRATI - IL RAMPINI FOLGORATO SULLA VIA DEI TRUMPIANI SPIEGATO DA CAZZULLO - ''PENDERE DALLE LABBRA DEI MILIARDARI DELLO SPETTACOLO E DAI PADRONI DELLA RETE CHE NEANCHE PAGANO LE TASSE È SOLO UNO DEGLI ABBAGLI GAUCHISTI CHE HANNO SPALANCATO LE PORTE ALLA BREXIT, A TRUMP, A SALVINI. PER DIFENDERE (A PAROLE) GLI ULTIMI, LA SINISTRA HA DIMENTICATO I PENULTIMI. CHE ORA LA PUNISCONO''

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera

 

FEDERICO RAMPINI LA NOTTE DELLA SINISTRA

«Inesorabile, implacabile, ogni anno arriva l' appuntamento con la serata della consegna degli Oscar. L' attendo con ansia quando vedo che la data si avvicina. So già che cosa mi riserva. Tutti i media progressisti - americani, mondiali - quella sera danno il peggio di sé. Un' orgia di banalità politically correct , una discesa verso gli inferi dell' ipocrisia. Le star di Hollywood lo sanno benissimo, hanno imparato a manipolare la dabbenaggine dei commentatori.

 

Ogni celebrity ha i suoi addetti alle relazioni esterne, che ne curano anche l' immagine "valoriale"; la passerella degli Oscar viene usata per mandare messaggi che provocano l' orgasmo dei media progressisti. Di volta in volta, l' attrice o l' attore verranno edotti dagli esperti di comunicazione, istruiti in anticipo. Bisogna sapere se quell' anno va più di moda il cambiamento climatico o il razzismo, gli immigrati o le molestie sessuali. La star deve avere bell' e pronto il suo discorsetto sugli orsi polari, o le violenze della polizia americana contro i neri, o gli abusi sulle donne (meglio se attrici), o il dramma dei morti annegati nel Mediterraneo...» .

matteo salvini come donald trump 1

 

È un Federico Rampini che non ti aspetti. Di solito, leggendo i suoi libri, si impara sempre qualcosa. È così anche questa volta (molto belle, ad esempio, le immagini su un Paese da oltre cento milioni di abitanti di cui non si parla mai, l' Etiopia). Ma La notte della sinistra (Mondadori) è anche un' invettiva. Con punte di amara ironia; come il passaggio sugli orsi polari interscambiabili con i bambini annegati, che torna in altre pagine del libro, come memento della spregiudicatezza delle star progressiste di Hollywood (e dei loro uffici stampa).

 

FEDERICO RAMPINI

È un libro di grande coraggio intellettuale. Qualcuno, in buona o in malafede, l' ha frainteso - o ha finto di fraintenderlo - e ha concluso: Rampini è diventato di destra. È vero il contrario. L' autore non rinnega la militanza giovanile, e neanche lo sguardo con cui ha seguito le vicende degli ultimi decenni, nei molti luoghi dove la vita e il mestiere l' hanno portato: la Bruxelles dell' Europa nascente, la Parigi di Mitterrand, la Milano di Mani Pulite, la San Francisco della new economy , la Pechino e la New Delhi del boom di Cindia, la New York di Obama e ora di Trump.

 

aldo cazzullo (2)

Ma proprio per questo Rampini è giustamente indignato per quello che la sinistra è diventata. E per i suoi errori, che l' hanno portata a perdere il popolo. Pendere dalle labbra dei miliardari dello spettacolo - e dai padroni della rete che accumulano denaro e potere senza neppure pagare le tasse - è solo uno degli abbagli gauchisti che hanno spalancato le porte alla Brexit, a Trump, ai fenomeni che l' autore cerca di capire, rifiutando di liquidarli frettolosamente come «fascismo alle porte» e «peste nera». Perché a eleggere Trump sono stati gli operai bianchi del Michigan, della Pennsylvania, dell' Ohio che per due volte avevano eletto il primo presidente afroamericano della storia. «Razzisti anche loro?» si chiede Rampini.

 

hillary clinton legge l odiografia su trump fire and fury

Demonizzare l' avversario, ecco un altro errore. Tutto è colpa di Trump, pure il rischio dell' estinzione delle balene (almeno secondo Ian Buruma). E appena si scopre che non è stato Trump ma la polizia messicana a far scrivere un numero - in pennarello - sul braccio dei bambini alla frontiera, non è stato Trump ma Clinton ad avviare la costruzione del Muro, non è stato Trump ma Obama ad avviare la pratica orrenda di separare i figli dai genitori, ecco che l' argomento alla gran parte dei media non interessa più. Denunciare questo non significa essere trumpisti; al contrario, significa segnalare il pericolo che un grande comunicatore come Trump si avvalga dell' evidente parzialità del sistema dell' informazione, per dire agli elettori: vi stanno ingannando, loro sono l' élite, voi il popolo; e io sto con voi. Esattamente quel che è accaduto nella campagna elettorale del 2016, e sta accadendo ancora.

 

jeff bezos

Ma l' errore più grave della sinistra è stato non accorgersi che, preoccupata degli ultimi - per buon cuore o anche per autocompiacimento -, si stava scordando dei penultimi. Degli americani - e degli italiani - poveri. Degli operai che hanno perso il lavoro, o dei «nuovi operai», il commesso di Amazon, il centralinista dei call center, i giovani precari che si sentono e a volte sono davvero scavalcati da migranti arrivati clandestinamente e disposti a lavorare molto in cambio di poco, magari in nero; del resto, se sono entrati in un Paese violando le sue norme, perché dovrebbero rispettarle in seguito?

 

Ricorda Rampini che i messicani o gli africani non sono certo venuti in America o in Italia per comprimere i diritti e i salari dei lavoratori; ma un' immigrazione senza controllo è destinata inevitabilmente a comprimere i diritti e i salari dei lavoratori. Non a caso i due presidenti-icona del progressismo del XX secolo, Franklin Delano Roosevelt e John Fitzgerald Kennedy, fecero una politica molto dura sull' immigrazione, chiudendo di fatto le frontiere; mentre i capitalismi d' assalto di frontiere non vogliono sentir parlare, perché hanno bisogno di manodopera a basso costo.

mark zuckerberg vuole creare una moneta virtuale

 

Rampini fa giustizia di molti luoghi comuni. Non è più vero che «gli immigrati fanno i lavori che i nostri giovani non vogliono più fare». Non è vero neppure che «gli immigrati ci pagheranno le pensioni»; perché anche loro invecchieranno e avranno diritto a una pensione, ma a quel punto serviranno altri immigrati che lavorino per pagare la loro, e quindi se davvero la Social Security o l' Inps devono dipendere dalle migrazioni, allora le migrazioni devono continuare all' infinito.

 

A chi abbia giovato, ad esempio, la carovana dall' Honduras messa in piedi da organizzazioni umanitarie come sfida a Trump, è evidente: ha giovato a Trump, che anche così ha salvato la maggioranza in Senato nelle elezioni del novembre 2018. Ma siamo sicuri che l' emigrazione giovi ai Paesi poveri? Certo che no. «Aiutarli a casa loro» non è una formula di destra, ricorda Rampini. E cita l' esempio del Malawi: metà dei medici formatisi nel Paese africano sono ora a Londra; questo agevola la sanità inglese e i suoi pazienti, ma distrugge la possibilità del Malawi di darsi un sistema sanitario efficiente.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...