RCS A PICCO: MEZZO MILIARDO DI PERDITE, AFFONDA IN BORSA (-7%)

1. RCS: AFFONDA IN BORSA (-6,8%) CON ROSSO 2012 E AUMENTO
(ANSA) - Dopo una partenza in ribasso Rcs allarga le perdite e cede il 6,84% a 0,8 euro. Sul titolo pesa il rosso da mezzo miliardo registrato nel 2012 e il via libera del cda a un aumento di capitale da 400 milioni che potrebbe essere molto diluitivo per gli attuali azionisti.

2. RCS, DELLA VALLE CONTESTA LE CONDIZIONI DELL'AUMENTO. MERLONI SI DIMETTE IN POLEMICA DAL BOARD
Dall'articolo di Antonella Olivieri per "Il Sole 24 Ore" - Diego Della Valle contesta le modalità dell'aumento di capitale Rcs, Paolo Merloni si dimette in polemica dal consiglio della casa editrice e il cda di ieri che doveva essere risolutivo si conclude invece con il lavoro lasciato a metà.

Approvati bilancio 2012 e rifinanziamento del debito bancario per 575 milioni, ma per le condizioni dell'aumento di capitale sarà necessario un nuovo consiglio, ancora una volta convocato di domenica, il 28 aprile prossimo. Un rinvio resosi opportuno dopo la lettera che - come riferito a «Il Sole-24 Ore» da fonti finanziarie - Della Valle, titolare di una quota dell'8,69% ma non rappresentato in cda, ha inviato al consiglio Rcs e che è stata letta nel corso della riunione di ieri.

L'imprenditore della Tod's non solo ha contestato le modalità prospettate per la ricapitalizzazione da 400 milioni - iperdiluitive, chi non sottoscrivesse cioè si ritroverebbe con la propria partecipazione fortemente ridimensionata - ma avrebbe messo in discussione anche il ruolo di Intesa e Mediobanca in quanto banche azioniste e finanziatrici della casa editrice, al punto che - si dice - sarebbe stata adombrata persino l'ipotesi di un'azione di responsabilità. Per motivi analoghi ieri si è dimesso in polemica dal consiglio anche Paolo Merloni, con Carlo Pesenti (assente dalla riunione), è uno dei due esponenti del patto di sindacato ad avere un posto in consiglio.

Merloni avrebbe a sua volta contestato tutto l'impianto dell'operazione, a suo giudizio troppo sbilanciata a favore delle banche e punitiva invece nei confronti degli azionisti: dei 400 milioni di aumento, la metà è infatti destinata a rimborsare le banche, e mentre le condizioni dell'aumento sarebbero tali da bruciare l'investimento di chi non seguisse l'operazione, le banche hanno preteso per rifinanziare il debito residuo tassi molto elevati (si parla di almeno 600 punti base di spread).

Italmobiliare, il gruppo dello stesso presidente del patto di sindacato, Giampiero Pesenti, si è riservato di decidere se aderire o meno all'aumento di capitale quando ne saranno definite le condizioni.


3. RCS A PICCO: MEZZO MILIARDO DI PERDITE
Andrea Greco e Vittoria Puledda per "La Repubblica"

Con un consiglio lunghissimo, di oltre cinque ore, i consiglieri Rcs hanno completato i passaggi della ristrutturazione che consente la continuità aziendale della Rizzoli, messa a rischio dalle perdite di bilancio e dai debiti.

Approvato il rifinanziamento del debito con le banche, concluso due giorni fa, chiuso un 2012 di lacrime e sangue e varata la ricapitalizzazione che vedrà la crescita più che proporzionale di Fiat e Intesa Sanpaolo.

Una ricapitalizzazione approvata non senza polemiche: dal cda si è dimesso Paolo Merloni, in dissenso sulle scelte del piano finanziario e sulle modalità dell'aumento, considerato troppo punitivo per gli azionisti. Non hanno partecipato ai lavori il vicepresidente Giuseppe Rotelli e Carlo Pesenti (mentre Andrea Bonomi si è allontanato subito dopo l'apertura, per conflitto di interesse in quanto presidente di Bpm).

Partiamo dai conti 2012, che si sono chiusi con una maxi perdita di 509,3 milioni di euro, dopo il rosso di 322 milioni dell'anno precedente. In calo anche il fatturato, a 1.597,7 milioni, rispetto ai 1.860,3 di un anno fa. Un bilancio che ha reso necessario approvare lo schema di aumento da 400 milioni (più la delega per altri 200 milioni da realizzarsi entro il 2015).

Il pacchetto di misure sarà votato da un'assemblea straordinaria a fine maggio. Preceduta, a fine aprile, da un consiglio sui conti del primo trimestre, che si prevedono in negativo; poi, a consuntivo delle perdite, si provvederà all'abbattimento del capitale e verrà varato formalmente l'aumento di capitale.

La situazione è talmente delicata che il consiglio, nell'approvare il bilancio in continuità aziendale, con una nota ha ricordato che si ritiene «ragionevole che la società possa disporre di adeguate risorse» pur non nascondendosi «le rilevanti incertezze».

Per quanto riguarda l'aumento, il patto di sindacato - che controlla il 58,13% del capitale - ha garantito che ne sottoscriverà circa il 50%, grazie al maggiore sforzo di Fiat e Intesa Sanpaolo, che arrotondano le loro quote di un complessivo 6% circa, mettendo i soldi al posto di Generali, Merloni, Sinpar, Bertazzoni (mentre i Pesenti sono ancora in dubbio).

Il consorzio bancario di garanzia verrà costituito a ridosso dell'avvio dell'aumento, ma
già ieri Intesa, Ubi, Bnl, Mediobanca e Bpm hanno comunicato l'interesse a partecipare al consorzio (che servirà a coprire un eventuale inoptato fino ad un massimo di 166 milioni). Si tratta dunque di tutte le banche, ad eccezione di Unicredit, che due giorni fa avevano rifinanziato il debito da 575 miliardi che vede Intesa avere la quota maggiore
(circa il 38%), mentre chiude le fila Mediobanca con una quota del 4,3%.

Entro l'assemblea di maggio sarà forse più chiaro anche il da farsi sulla quota di capitale non vincolata al patto, e su cui regna la più grande incertezza. Un 5,1% dei Benetton non seguirà la ricapitalizzazione, mentre in forte dubbio sono il 16,6% di Giuseppe
Rotelli - anche per via delle sue condizioni di salute non buone - e l'8,7% di Diego Della Valle, che l'anno scorso aveva sbattuto la porta del patto Rcs e del cda, in rovente polemica con i soci forti Intesa, Fiat e Mediobanca.

Proprio da loro, registi della nuova dirigenza, viene ora la stampella per arrotondare le sottoscrizioni dei pattisti. Dalla quantità - e qualità - dell'inoptato Rcs dipenderà il futuro assetto azionario dell'editore: ma appare probabile che il patto di sindacato, in scadenza l'anno prossimo, avrà vita breve, mentre i soci forti sono già in cerca di nuovi azionisti-gestori disposti a rilevare il controllo di Rcs o di sue parti di rilievo.


4. JOVANE,NOI DEL CDA CON SOCI CREDIAMO FORTEMENTE IN PIANO
(ANSA) - L'A.d di Rcs Pietro Scott Jovane ha affermato che consiglieri e azionisti del gruppo credono "fortemente" nel piano triennale di rilancio. Lo ha detto nel corso della presentazione agli analisti finanziari. "Permettetemi di presentare un piano nel quale noi del consiglio di amministrazione assieme agli azionisti crediamo fortemente", ha detto.

Il piano, ha spiegato Jovane, "porterà Rcs fuori da questo momento difficile". Si tratta del "risultato di un lavoro molto intenso" e tutto il management del gruppo "si è focalizzato nei mesi scorsi sui suoi punti rilevanti". Rcs, secondo Jovane, deve diventare capace di "muoversi rapidamente" per fronteggiare la crisi del settore e trasformandosi "in un nuovo player, più agile e pronto a competere in un mondo in continuo cambiamento". Il gruppo potrà così "rimanere uno dei principali gruppi editoriali europei"

 

 

DELLA VALLE ELKANN GIOVANNI BAZOLI FOTO ANSA Alberto Nagel e Roberta MERLONI carlo pesenti SCOTT JOVANEFederico Ghizzoni Unicredit Angelo Provasoli

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