AMNISTIA PER AMNESIA: RE GIORGIO HA DIMENTICATO CHE CI SONO 40 STRUTTURE CARCERARIE INUTILIZZATE (E POI METTIAMO IN LIBERTÀ MARIUOLI E MALFATTORI)

Gabriele Villa per "Il Giornale"

Dentro in tanti. Ma fuori in troppi.Per colpa del¬l'incuria e della buro¬crazia italiana. Ecco in sintesi la fotografia reale del panora¬ma carcerario italiano. Da un lato numeri da vertigine, peni¬tenziari che scoppiano, celle dove i detenuti sono pratica¬mente accatastati. Dall'altro, carceri costruite e mai finite, carceri costruite ma vuote, carceri dismesse, anche se an-cora in condizioni di accoglie¬re un bel po' di altri meritevoli «ospiti». Già, perché non tutti i delinquenti sono in carcere, molti girano indisturbati per¬ché ancora non hanno trovato una cella libera. Tutta per lo¬ro, finalmente.

E chissà che, dopo questa pubblica solleci¬tazione, qualche penitenzia¬rio apra i suoi cancelli e possa quindi soddisfare le loro e le nostre esigenze. Detto questo, i numeri della «confusione giustizia e carce¬ri» al momento sono decisa¬mente sconfortanti. Per 44mi¬la posti ci sono circa 67mila de¬tenuti che sono all'incirca il 50 per cento oltre il numero che dovrebbe essere contenu¬to nelle 206 strutture diffuse in tutta Italia.

E proprio per questo motivo il ministro Can¬cellieri ha proposto il provve¬dimento «svuota carceri». Una proposta ancora più scon¬certante se si considera che nel nostro Paese ci sono 40 isti¬tuti penitenziari pronti e mai utilizzati, come hanno denun¬ciato, recentemente, organiz¬zazioni varie e anche un sena¬tore del Carroccio Gianmarco Centinaio.

Pronti a fare un giro nello spreco italiano da Sud a Nord, da Ovest a Est? Il carcere di Irsina (Matera) è costato 3,5 mi¬liardi di lire negli anni Ottanta ma è stato in funzione soltanto un anno e oggi è un deposi¬to del Comune. Il carcere di San Valentino (Pescara) è sta¬to costruito da vent'anni e nes¬sun detenuto vi è mai entrato così ora è in stato di abbando¬no. A Revere (Mantova), dopo vent'anni dall'inizio dei lavo¬ri di costruzione, il carcere con capienza di 90 detenuti è ancora incompleto. I lavori so¬no fermi dal 2000 e i locali, co¬stati più di 2,5 milioni di euro, sono già stati saccheggiati.

Surreale anche la storia del carcere di Gela progettato nel 1959 e approvato definitivamente nel 1978. I lavori di que¬sto carcere iniziarono nel 1982. Il complesso è costato ol¬tre cinque milioni di euro ed è stato consegnato all'ammini¬strazione penitenziaria nel 2009, dopo una serie di «finte» e pompose inaugurazioni è stato aperto un anno fa e ospi¬ta solo 18 detenuti. Ad Agri¬gento, in un'ala che potrebbe contenere 100 detenute, ve ne sono solo sei. E quello di Mor¬cone, in provincia di Beneven¬to? Costruito. Abbandonato. Ristrutturato ed arredato. Sor¬vegliato e poi abbandonato un'altra volta.

A Bovino (Foggia) c'è un pe¬nitenziario da 120 posti pron¬to, ma non è mai stata aperto. Sempre a Foggia, ad Accadia, un carcere è stato completato nel 1993 ma non è mai stato uti¬lizzato. Il penitenziario di Co¬digoro (Ferrara) nel 2001, do¬po lunghissimi lavori, sembrava pronto all'uso ma oggi è an¬cora chiuso. Quello di Castel¬nuovo della Daunia (Foggia) è arredato da 15 anni e non è mai stato inaugurato. Nel car¬cere di Monopoli (Bari) non ci sono mai stati i detenuti, ma sono stati sfrattati degli occu¬pant¬i abusivi che vivevano nel¬le celle abbandonate da 30 an¬ni.

E il carcere campano di Gra¬gnano, in provincia di Napo¬li? Altra «perla»: nemmeno il tempo di tagliare il nastro inaugurale e aprirlo formal¬mente, ed è stato subito chiu¬so. In compenso a Villalba (Caltanissetta) c'è un carcere per 140 persone inaugurato vent'anni fa, costato 8 miliar¬di di lire di allora, che non ha mai aperto. Ad Agrigento i la¬vori di costruzione di un padi¬glione di quattro piani, che po¬teva accogliere 300 persone, si sono bloccati perché l'azien¬da costruttrice è fallita In Abruzzo il carcere di San Va¬lentino è stato trasformato dal Comune in una struttura di ac¬coglienza per turisti.

A Pisa i lavori del nuovo pa¬diglione in costruzione sono bloccati: la ditta è in ammini-strazione controllata, a Terni, non c'è personale di polizia per attivare un padiglione da 300 posti pronto da mesi. A Forlì sono state gettate le fon¬damenta per una prigione da 400 posti.L'opera doveva esse¬re finita due anni fa, poi la dit¬ta edile è fallita e nel sottosuo¬lo sono stati trovati reperti ar¬cheologici.

Quindi tutto fermo, in atte¬sa di una nuova gara d'appal¬to. E pensare che, era il 2010, quando l'allora ministro Alfa¬no dava il là ad uno stanzia¬mento di ben 661 milioni di eu¬ro, ordinanza numero 3861 del 19 marzo, con il quale si di¬chiarava il sistema penitenzia¬rio italiano in stato d'emer¬genza e quindi bisogna varare un nuovo, urgente, piano per la costruzione di nuove carce¬ri. Che si fossero distratti tut¬ti?

 

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