renzi lucio presta

RENZI HA CAPITO CHE LA POLITICA NON FA PER LUI E HA TROVATO LA STRADA: FARE TV! - IL TALENTO DA CAZZARO SARA’ MESSO A FRUTTO (DEL PROPRIO REDDITO) CON UN TELE-PROGETTO MESSO IN PIEDI CON LUCIO PRESTA: UN PROGRAMMA IN 4 PUNTATE SU FIRENZE

- PER QUESTO I DUE NELLE SCORSE ORE SONO STATI AVVISTATI A PALAZZO VECCHIO PER LE PRIME RIPRESE. IL PROGRAMMA DOVREBBE TRATTARE LA STORIA DELLA CITTA’ E DEL SUO FUTURO, CON...

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

RENZI E LUCIO PRESTA

Ormai anche gli ex fedelissimi lo sbertucciano e quando «Lui» invia la comanda ci scherzano sopra. Per la verità c' è pure chi si incazza. Come ieri mattina, quando sui cellulari di diversi piddini, soprattutto toscani, è apparso l'ultimo messaggio di «Lui», alias Matteo Renzi. Con le indicazioni su come commentare la débacle elettorale. «Lui è tornato», hanno sintetizzato i più sagaci, giocando sull'accostamento con il recente film su Benito Mussolini che ricompare ai giorni nostri e diventa una star della tv.

 

LUCIO PRESTA

Qualcun altro ha chiosato: «Forse era meglio se stava dov'era». All'estero. In attesa di sbarcare, presto, come il finto Duce, sui nostri teleschermi con un programma tutto suo. I confidenti raccontano di un Matteo un po' stralunato che, come in un vecchio programma di Teo Mammuccari, chiama a sorpresa e spiazza l' interlocutore: «Fammi un nome per il segretario nazionale» è l' ultimo mantra. Come se si trattasse di una faccenda che si può sbrigare con un sondaggino tra amici.

 

RENZI E GENTILONI

IL MESSAGGIO

Ma torniamo al messaggio antelucano del Capo trasmesso alle truppe scelte dall' addetto ai social di Matteo, Alessio De Giorgi. L' incipit è puro renzismo: «Io direi». Tradotto: voi dovrete dire. Punto primo: «Renzi è rimasto fuori dalle amministrative, per linea strategica si è deciso di puntare su Gentiloni/Veltroni».

 

Sottotitolo: e avete visto i risultati. Ma che cosa pensi Renzi di Paolo e Walter è implicito nel secondo punto: «Anche in Toscana si è fatto riedizione del vecchio: Pisa con Fontanelli, Siena con Piccini (Pierluigi Piccini e Paolo Fontanelli sono gli ex sindaci di Siena e Pisa imbarcati per sostenere Valentini e Serfogli, ndr). Poi non ti stupisce che Renzi non viene chiamato al ballottaggio nemmeno a Siena dove si perde per meno di 100 persone e dove una parte di moderati vota a destra».

 

ROBERTO BENIGNI LUCIO PRESTA

A parte che a Siena i voti di distacco sono stati quasi 400, qui l' ex premier rimarca che il vecchio ha perso e il nuovo, cioè lui, è rimasto ai box. Quindi il Matteo mattiniero sprizza un po' di bile contro quelli che ritiene i suoi nuovi competitor: «La sinistra di Oliviero Toscani e di Calenda funziona solo sui giornali. Per il Futuro (così con la maiuscola, ndr) Renzi che è all' estero (oggi a Londra) non ha preferenze. Bene congresso, bene assemblea, bene tutto».

 

Vista la situazione, persino il fu Rottamatore consiglia di lasciar perdere diktat e proclami: «Evitiamo "i renziani vogliono", "i renziani chiedono"» scrive ai suoi. Ma è a questo punto che Renzi sembra perdere completamente la lucidità e rivendica vittorie che solo a nominarle sembrano la gag di un comico toscano: «Nelle zone rosse vinciamo solo a Firenze (ricorderei Marradi, Impruneta, Poggio a Casino - sic, ndr - e adesso Campi Bisenzio: 4 su 4)».

 

matteo renzi carlo calenda

A parte che Poggio si chiama «a Caiano» e che forse il «casino» era nella testa del conducator, ciò che fa veramente sorridere è pensare che Renzi, l' uomo del 41 per cento alle Europee del 2014, abbia deciso di trasformare il suo collegio elettorale, quello del 4 su 4, nella sua Salò. E va bene che Campi Bisenzio ha 47.000 abitanti, ma Marradi ne ha 3.000, Poggio 10.000, Impruneta 14.000. Un' enclave con 75.000 persone in tutto.

 

Però è nella chiosa che al Bullo scappa la frizione: «I renzianissimi dove corrono vincono: da Salsomaggiore a Siracusa (in questo caso contro il Pd)». Chissà se il primo cittadino rieletto della città di Miss Italia (Filippo Fritelli) e quello della terra natia di Archimede (Francesco Italia) saranno felici di essere bollati come «renzianissimi». Comunque la summa del messaggio è lapalissiana: i proconsoli di Matteo vincono persino contro il Pd, il Pd perde quando rinuncia a Renzi.

 

Forse amici e famigliari dovrebbero ricordare all' autore del vademecum che la scoppola referendaria, da cui è principiato tutto, l' ha presa Lui. Ma in pochi hanno il coraggio di criticarlo in faccia. Preferiscono farlo alle spalle.

CARLO CALENDA MATTEO RENZI

 

Ieri, dopo la sconfitta, un manipolo di piddini che contano ha iniziato un intenso giro di telefonate per cercare un candidato forte per la segreteria del Pd toscano. Un nome non renziano. O almeno un ex renziano che «Matteo dovrà digerire». E alcuni sono stati sondati in tempo reale. All' interno della fronda, sempre ieri, è stato molto criticato il ristretto vertice di venerdì scorso organizzato da Matteo con la sua cerchia ristretta, a partire da Luca Lotti e dal senatore Andrea Marcucci, ma che comprende pure alcuni consiglieri regionali, mentre importanti collettori di voti, in particolare l' assessore toscano Stefania Saccardi, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e il sindaco di Firenze Dario Nardella, sarebbero stati esclusi dall' incontro. Diversi aspiranti congiurati hanno ricordato che la vittoria del 2017 nel fortino bianco di Lucca ha portato anziché alla promozione del suo artefice, l' ex responsabile regionale degli enti locali Stefano Bruzzesi, alla sua retrocessione (le deleghe sono state trasferite al segretario regionale Dario Parrini).

 

RENZI LOTTI

Ora Bruzzesi avrebbe pronte le valigie e non sarebbe insensibile al corteggiamento della Lega. «Sono insopportabili, il loro sistema non funziona, difendere gli amici degli amici non va bene», è stato il commento di un importante esponente dem nei confronti dei reduci renziani. Tra i bersagli preferiti, il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, compagno di scranno di Matteo a Palazzo Madama. Sono in molti a sussurrare che il vero cuore del potere gigliato sia nel forziere controllato dal senatore.

 

RENZI E BOSCHI

Su cui hanno messo gli occhi i carabinieri di Roma nell' inchiesta sull' imprenditore Luca Parnasi. In particolare, le indagini si stanno concentrando sulla fondazione Eyu, presieduta dallo stesso Bonifazi e destinataria di elargizioni da parte dell' immobiliarista romano. Su Facebook l' ex responsabile sport del Pd, Luca Di Bartolomei, che nel dicembre 2017 trovò il coraggio di consigliare a Renzi di non candidare Maria Elena Boschi, nonché figlio del compianto capitano della Roma, nelle scorse ore ha postato tre domande a Bonifazi: «Eyu è ontologicamente e funzionalmente collegata al Pd e raccoglie legittimamente dei fondi privati. Considerato che vi lavorano dei dipendenti in cassa integrazione quanta parte di questi fondi va al Pd? E quindi cosa fa Eyu con questi soldi che il Pd non può fare? Considerate le modalità della nuova legge di finanziamento politico non avverte - se non un conflitto d' interessi - quantomeno una forte inopportunità nell' essere tesoriere del Pd (quindi anche vertice delle attività di fundraising) e presidente di una fondazione collegata, ma apparentemente concorrente?». Tre cannonate per le quali Di Bartolomei sembra avere pronte le risposte.

 

I TANTI ADDII

renzi berlusconi

Ma in questo clima da Gran Consiglio l' altra chiacchiera che circola è che Matteo ormai si preoccuperebbe davvero solo del proprio reddito. Va all' estero, per sua stessa ammissione, a fare conferenze retribuite, è pronto a dare alle stampe il seguito del suo Avanti!, ma si è pure lanciato in un progetto televisivo. Ha messo in piedi con l' agente Lucio Presta, lo stesso di Roberto Benigni, una trasmissione in quattro puntate su Firenze.

 

E per questo Renzi e Presta nelle scorse ore sono stati avvistati nei corridoi di Palazzo Vecchio per le prime riprese. Il programma dovrebbe trattare la storia del capoluogo, ma anche affrontare con taglio politico il suo futuro, per disquisire di eccellenze e start up, magari di proprietà dei finanziatori dell' ex segretario del Pd. Un lavoro che potrebbe essere il pulpito ideale per ritentare la conquista di Firenze (ma Renzi nega di puntare a rifare il sindaco) o per evitare la sua caduta.

 

renzi berlusconi

Ma quanto guadagnerà Matteo con questa idea? Al momento il contratto è coperto dal segreto. E quale rete lo ospiterà in versione Alberto Angela? Qualcuno sussurra che potrebbero essere i canali Mediaset dell' amico-nemico Silvio Berlusconi, ma sembra più plausibile che venga scelto Discovery Channel, con cui Presta è in stretti rapporti di collaborazione.

La Rai pare esclusa dalla rosa dei pretendenti. Basti ricordare che nel 2017, quando la moglie di Presta, Paola Perego, fu allontanata da Raiuno, l' agente si sarebbe sfogato con i fedelissimi: «Me la fanno pagare perché sono amico di Renzi».

 

 

 

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