renzi carrai

INTERCETTARE RENZI – IL CAZZONE IN PARANOIA: NON SI FIDA PIÙ DI NESSUNO. NON USA IL TELEFONO DELL'AISI, COMUNICA IN CODICE. E CON LE ULTIME RIVELAZIONI SULLO SCANDALO NSA SULLE INTERCETTAZIONI A CARICO DI BERLUSCONI, TORNA A SPINGERE CARRAI ALLA CYBERSECURITY (SAI CHE PAURA PER GLI STATI UNITI…)

matteo renzi marco carraimatteo renzi marco carrai

Alessandro Da Rold per Lettera43.it

 

Le ultime rivelazioni sullo scandalo Nsa, con relativa polemica con gli Stati Uniti sulle intercettazioni a carico dell'ex premier Silvio Berlusconi tra il 2008 e il 2011, accelerano la pratica cybersecurity a Palazzo Chigi.

 

Perché dopo la richiesta di chiarimenti all'ambasciatore Usa John Phillips e le risposte del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi al question time della Camera, tra gli apparati di sicurezza dello Stato circola sempre con più insistenza la voce secondo cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi vorrebbe al più presto l'amico Marco Carrai a sorvegliare sulla sicurezza informatica dei membri dell'esecutivo.

 

RENZI CARRAIRENZI CARRAI

Lo schema è lo stesso usato nel caso di Carlo Calenda, inviato a fare da ambasciatore a Bruxelles al posto di Stefano Sannino: una persona fidata nel cuore dell'Europa.

 

L'AMBASCIATORE USA AL MATRIMONIO DI CARRAI.

Del resto Phillips è un buon amico di Carrai, tanto da essere invitato al matrimonio nel settembre del 2014 quando il Richelieu di Renzi convolò a nozze con Francesca Campana Comparini. E non a caso l'imprenditore di Greve in Chianti avrebbe velocizzato negli ultimi giorni la creazione di un blind trust per evitare possibili conflitti di interesse.

john phillips con la moglie linda nozze carraijohn phillips con la moglie linda nozze carrai

Per non creare polemiche e possibili problematiche amministrative Carrai avrebbe chiesto aiuto al socio Leonardo Bellodi e al fratello Stefano, anche lui titolare di quote nelle aziende del testimone di nozze di Renzi.

 

MARCHINO VERSO UN RUOLO DI DIRIGENTE.

In sostanza, il decreto fermato dalle polemiche dell'ultimo mese, tra le picconate silenziose del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e una certa irritazione dei nostri servizi segreti, avrebbe avuto un'accelerata nelle ultime ore sulla spinta del caso Nsa.

 

Secondo gli ultimi aggiornamenti, per Carrai si profilerebbe un ruolo da dirigente nell'agenzia di sicurezza che dovrebbe essere gestita dall'attuale numero due dell'Aise, Paolo Poletti. Ma c'è anche l'ipotesi della creazione di un Authority specializzata in cybersecurity con a capo proprio Carrai: un modo per evitare possibili richieste di qualifiche specializzate o lauree.

ANGELA MERKEL E IL TELEFONINO ANGELA MERKEL E IL TELEFONINO

 

D'altra parte, come spiega una fonte vicina al dossier, il rischio che Renzi sia intercettato ancora adesso, dopo i governi Monti e Letta, esiste: «Basta pensare alla Merkel», spiega la fonte. «Aveva sette telefoni, sei criptati non intercettabili, e uno normale con cui chiamava famiglia amici e chiamate private: gli hanno intercettato proprio questo. Il premier negli ultimi due anni ha usato molto poco la linea criptata dell'Aisi...».

 

Il premier non si fida: poche telefonate e linguaggio in codice

La polemica non è nuova. Già nella primavera del 2015 emerse durante le indagini di Napoli sulla cooperativa Cpl Concordia che il premier usava di più il telefonino intestato alla Fondazione Open dell'amico Alberto Bianchi piuttosto che quello 'istituzionale' dell'Aisi.

RENZI INSTAGRAM renzi al telefono con la merkelRENZI INSTAGRAM renzi al telefono con la merkel

All'epoca, al centro delle polemiche, c'erano le chiacchierate tra Renzi e il generale della Guardia di Finanza Mario Adinolfi.

Sarà cambiato qualcosa nell'ultimo anno?

 

LA SINDROME DA ACCERCHIAMENTO.

Di certo il momento per Renzi non è dei migliori. Stretto dai battibecchi e scontri con l'Unione Europea, in particolare con Francia e Germania, attento alle indiscrezioni sui quotidiani secondo cui potrebbe ripetersi il 2011 con la 'spallata', magari per portare al governo il presidente della Bce Mario Draghi o il numero uno dell'Inps Tito Boeri, il premier soffrirebbe negli ultimi mesi di una sindrome da accerchiamento. Ovvero non si fiderebbe più di nessuno.

ABBRACCIO BOSCHI MINNITIABBRACCIO BOSCHI MINNITI

In particolare, dei nostri apparati di sicurezza dello Stato, con cui le polemiche, dopo il caso Carrai, continuano a essere all'ordine del giorno: Dagospia ha segnalato anche l'irritazione del sottosegretario Marco Minniti per il fatto che è stata la Boschi a rispondere al question time di Montecitorio.

 

PAOLO POLETTIPAOLO POLETTI

LE PRECAUZIONI DI LOTTI.

Non è una novità. Dal momento che da tempo Renzi si circonda sempre di più dei collaboratori più fidati. E a quanto pare lo stesso Giglio Magico di Palazzo Chigi, da Luca Lotti a Carrai fino a Marco Simoni, soffrirebbe sempre di più di questa sindrome, tanto da prestare particolare attenzione alle comunicazioni telefoniche.

 

Anzi, c'è chi sostiene che esista quasi un vocabolario in codice quando il Giglio Magico deve comunicare. E lo stesso Lotti utilizzerebbe sempre di meno il telefono preferendo incontrare di persona i possibili interlocutori.

 

MARCO MINNITI FRANCA CHIARAMONTE MARCO MINNITI FRANCA CHIARAMONTE

Voci e indiscrezioni che in pochi vogliono confermare, ma che danno la tara sulla situazione di 'pericolo' che avvertirebbe il rottamatore fiorentino. D'altra parte, lo stesso Berlusconi all'epoca sapeva di essere sotto controllo. E spesso cambiava telefono per non essere intercettato. Paranoie e precauzioni che alla fine, però, non evitarono la sua caduta nel novembre del 2011.

ALBERTO BIANCHIALBERTO BIANCHI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....