RENZI ZOMPA SUL ‘LETTINO’ E INVOCA UNA FASE 2 DEL GOVERNO - L’ULTIMA VOLTA FU D’ALEMA A CHIEDERLA A PRODI (E SI SA COME ANDÒ A FINIRE)

Maria Teresa Meli per "Il Corriere della Sera"

«Con la decadenza di Berlusconi e il passaggio di Forza Italia all'opposizione lo scenario è mutato»: è questo il convincimento di Renzi. Ma ormai non è solo il sindaco di Firenze a parlare così, a sottolineare che, essendo diventato il Pd, «l'azionista di maggioranza assoluta dell'esecutivo Letta» occorre che il Partito democratico chieda «un cambio di passo al governo».

Ormai è l'intero Pd, eccezion fatta per gli ultrà filogovernativi, che sollecita «l'avvio di una fase due», perché teme che gli eventuali insuccessi dell'esecutivo, le sue esitazioni e i rinvii possano ritorcersi contro il partito. Come spiega la neo deputata Enza Bruno Bossio: «Gli alfaniani sono pochi e non possono permettersi di andare alle elezioni e quindi potremo imporre dei punti nostri».

A dire il vero, in genere, l'invocazione di «una fase due» non ha mai portato eccessiva fortuna ai governi, come ricorda bene Prodi a cui D'Alema la chiese dopo l'ingresso dell'Italia nell'Euro. E tutti sanno come andò a finire.

La situazione è questa, eppure ieri sera i parlamentari del Pd sembravano più interessati alle liste per l'assemblea nazionale che si chiudono oggi. Perché mai? «Semplice - spiega sarcastico Nico Stumpo - sentono odore di elezioni anticipate, perché non si possono ancora escludere, e pensano di portarsi avanti con la campagna elettorale nei territori». Anche un autorevole deputato renziano non ritiene improbabile il voto, «se il governo non farà quello che gli chiederà il Pd».

Ma Renzi, come ripete ogni volta che può ai suoi interlocutori, non è un «irresponsabile». Inoltre guarda i sondaggi. Sa che la popolarità del governo è in calo. Ma nota anche che «gli italiani non hanno la fregola di andare a votare». Sono divisi a metà sull'argomento elezioni anticipate. E la metà che è contraria è composta per la maggior parte da elettori del Pd. Il ragionamento che fa il sindaco con i suoi, quindi, è questo, e non si discosta troppo da quello che dice in pubblico, perché il tipo è lineare: «Io verrò eletto nel segno della discontinuità, perché è su questo che ho fatto la mia campagna per le primarie. Perciò da segretario mi comporterò di conseguenza. Come leader del partito di maggioranza chiederò a Letta di fissare una nuova agenda: riforma elettorale, misure anti casta, azzeramento delle province, tassazione della casa con un metodo progressivo...

Ma chiederò anche una nuova dialettica. Prima c'era il governo e il Pd lo seguiva, ora è il governo che deve confrontarsi con il Pd e seguire le nostre proposte. Ci vuole un cambio perché l'esecutivo sta andando avanti a fatica e non ha senso sostenerlo solo per necessità. Se deve essere un governo a guida Pd, faccia le riforme e le cose che il Pd gli chiede e così faremo qualcosa di utile per gli italiani».

Il sindaco è convinto che questo sia l'unico modo per andare avanti. Non vuole che «si perda altro tempo», come «è stato fatto finora sulle riforme istituzionali, per cui si deve ricominciare da zero». Perciò, lui, che è più che favorevole al dimezzamento dei parlamentari e all'abolizione del Senato, vuole prima vedere bene il provvedimento Quagliariello, capire se è una normativa seria che vuole raggiungere veramente quell'obiettivo o se può rappresentare un'altra lungaggine. In ogni caso, a scanso di equivoci, di «perdite di tempo» e di «tentazioni di affossare il bipolarismo», Renzi ha fatto sapere che prima si fa la riforma elettorale in senso maggioritario e poi il resto.

E il sindaco dimostra di sapere quello che vuole anche per quanto riguarda il partito. Non a caso ha stabilito che nel listone dei delegati all'assemblea nazionale che si riconoscono in lui come candidato, il 51 per cento di quelli che verranno sicuramente eletti dovranno essere renziani doc, mentre i lettiani saranno veramente pochissimi.

 

napolitano renzi letta LETTA E RENZI napolitano letta renzi dalema moretti foto mezzelani gmt Ignazio La Russa Gaetano Quagliariello

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