1. RENZI METTE LE TRAPPOLE SOTTO IL CULO DEL GOVERNINO: LA “MOZIONE GIACHETTI” FA IMPAZZIRE IL PD. FINOCCHIARO: “INTEMPESTIVO E PREPOTENTE”. LUI: “NON LA RITIRO” 2. I RENZIANI ALLA CAMERA FIRMANO UNA MOZIONE PER TORNARE AL MATTARELLUM, E INSIEME A LORO C’È SEL E LA “FRONDA” PD: CIVATI, GENTILONI, IL PRODIANO GOZI, MA ANCHE I VELTRONI’S MADIA E VERINI, E DI NUOVO LA “TRADITRICE” BERSANIANA MORETTI 3. CICCHITTO: “RENZI VUOLE LIQUIDARE IL GOVERNO LETTA E ANDARE PRESTO ALLE ELEZIONI” 4. SULLA PROPOSTA POTREBBERO CONVERGERE ANCHE I GRILLINI. PIZZINO GIACHETTI: “LA MIA MOZIONE NON SPACCA NULLA, LE RIFORME LE FA IL PARLAMENTO. SE OGGI IL GOVERNO IN AULA PRENDE POSIZIONE, VUOL DIRE CHE VUOLE METTERSI NEI GUAI”

1 - FINOCCHIARO,NO ATTI INTEMPESTIVI E PREPOTENTI
(ANSA) - "Non possiamo neppure per un attimo rischiare di mettere in pericolo il percorso di riforme con atti di prepotenza". Lo dice la senatrice Pd Anna Finocchiario che giudica la mozione Giachetti un atto "intempestivo".

2 - RIFORME: GIACHETTI, NON RITIRO LA MOZIONE IMPEGNA L'AULA, SE IL GOVERNO PRENDE POSIZIONE VUOLE I GUAI
Adnkronos) - "No, non ritiro la mozione". Roberto Giachetti non torna indietro e conferma la sua mozione sul Mattarellum alla Camera nel dibattito sulle riforme. "La mia mozione non spacca niente, perche' impegna l'aula e non il governo. Gli stessi ministri Franceschini e Quagliariello hanno spiegato che a decidere sulle riforme non e' il governo ma il Parlamento. Se poi oggi in aula prende posizione, e' il governo che vuole mettersi nei guai".

3 - ANCORA SCONTRO A CAMERA SU MOZIONE GIACHETTI
(AGI) - Ancora scontro alla Camera sulla mozione del deputato Pd Roberto Giachetti, che propone il ritorno al Mattarellum. La mozione e' stata firmata da un centinaio di parlamentari e sulla proposta potrebbero convergere sia Sel che il Movimento 5 Stelle. I vertici del gruppo del Pd stanno invitando coloro che hanno apposto la propria firma a ritirarla. "Non capiamo - spiega un esponente del Partito Democratico favorevole alla mozione - perche' dovremmo farlo, visto che e' una proposta che impegna la Camera e non il governo".

I 'renziani' difendono la proposta: "Dal governo ci dicono che in questo modo e' a rischio la tenuta dell'esecutivo, ma la mozione - spiega un deputato vicino al sindaco di Firenze - riguarda soltanto i deputati, non altri". La tensione sul tema della legge elettorale non accenna a diminuire, visto che sia ieri sia oggi dal Pdl si lega la tenuta del governo al ritiro della mozione Giachetti.

4 - CAMERA:CINQUE MOZIONI SU RIFORME, PREOCCUPA QUELLA GIACHETTI
(ANSA) - Sono cinque le mozioni presentate ala Camera sull'avvio del percorso di riforme costituzionali. Un dibattito che si e' gia' aperto stamane con diversi interventi e che proseguira' fino al voto del pomeriggio. In particolare suscita preoccupazioni la mozione presentata da Roberto Giachetti e sottoscritta da un centinaio di parlamentari che chiede il ritorno al Mattarellum.

'Si tratta - dice la mozione - di una riforma da approvare subito per garantire che una eventuale consultazione elettorale anticipata non si realizzi piu' con l'attuale legge elettorale, ma allo stesso tempo - afferma la mozione - potra' essere superata se in sede di riforme costituzionali si approdi a soluzioni che richiedano un sistema elettorale diverso'. Il documento è firmato in grandissima parte da esponenti del Pd.

La seconda mozione è firmata da esponenti di Sel ed elenca tutte le richieste che vanno dalla riforma della seconda parte della Costituzione alla riforma del numero dei deputati e dei senatori fino alla revisione dell'art.49 della Costituzione sulla democrazia interna e la trasparenza dei partiti. La terza mozione è della Lega e reca la prima firma di Giancarlo Giorgetti. Anche in questo caso si indica nella convenzione lo strumento per predisporre una proposta non vincolante.

Tra le richieste quella di chiudere definitivamente la partita del federalismo fiscale, rivedendo il rapporto tra centro e periferia. Il documento si rifà, in alcuni passaggi, alle proposte del Comitato dei saggi istituito dal Presidente della Repubblica dopo le elezioni. La quarta mozione è stata presentata dalla maggioranza, infatti reca le firme del capogruppo Speranza(Pd) Brunetta (Pdl) Dellai (Scelta Civica) e Pisicchio (Misto). Il documento della maggioranza prevede un ddl costituzionale da presentare alle camere entro giugno, con un iter celere di approvazione. Un comitato composto da 20 senatori e 20 deputati, nominati dai rispettivi presidenti delle Camere su designazione dei gruppi parlamentari e scelti tra i componenti delle Commissioni Affari costituzionali.

Al comitato sarà conferito il potere referente per l'esame dei progetti di legge costituzionali su forma di Stato, forma di governo, assetto bicamerale del Parlamento nonché - e questo è il punto saliente - coerentemente con le disposizioni costituzionali - di riforma dei sistemi elettorali". L'ultima mozione è quella presentata dal movimento 5 Stelle, che propone l'indizione di un referendum popolare di indirizzo per chiedere ai cittadini di esprimersi sull'opportunità di modificare e in quale modo la forma di governo e di Stato.

Tra le proposte quello di un programma comunicativo sui mezzi di informazione e sui internet di almeno sei mesi, ad opera di esperti costituzionalisti che informino, rispettando il principio del pluralismo, le proposte che siano praticabili. Tra le altre l'introduzione del referendum propositivo e consultivo senza quorum funzionale e l'eliminazione di ogni quorum funzionale per quello abrogativo.

5 - CHI HA FIRMATO LA MOZIONE GIACHETTI
Dall'Huffington Post - Oltre ai deputati renziani, l'hanno firmata anche Paolo Gentiloni, il veltroniano Walter Verini, Marianna Madia, Alessandra Moretti, il prodiano Sandro Gozi, Ermete Realacci, Pippo Civati e naturalmente tutto il gruppo di Sel, che già la scorsa settimana ha raggiunto accordi con Giachetti e i renziani per la presentazione del documento. Il voto delle amministrative poi ha dato la spinta finale.

6 - RIFORME: DELLAI (SC),MOZIONE GIACHETTI PROBLEMA PER COALIZIONE
(AGI) - "La mozione dell'onorevole Giachetti puo' essere valutata nel merito positivamente o negativamente, ma sul piano squisitamente politico e' un problema per una coalizione che ha deciso di lavorare assieme al tema delle riforme. Non si puo' lavorare assieme al tema delle riforme e nel frattempo mettere di fronte al fatto compiuto con una risoluzione che indica tra le tante opzioni possibili una specifica opzione per quanto riguarda la legge elettorale.

"Credo sia buona cosa - prosegue Dellai - che del tema della riforma elettorale si parli in un secondo momento. Questo non vuol dire accantonarla, perche' c'e' un punto nella mozione della maggioranza da valorizzare, vale a dire che la riforma costituzionale tira con se un adeguamento della riforma elettorale, ma anche se fosse necessario, come probabilmente sara', anche prima della conclusione del processo di riforma costituzionale, in quel caso vi e' l'impegno a farlo insieme, il che mi pare che equivalga a dire che nessuno vuole votare con il Porcellum".

7 - CICCHITTO, MOZIONE GIACHETTI?RENZI VUOLE FINE LETTA
(ANSA) - "E' sempre più chiaro, anche alla luce della mozione Giachetti sulla legge elettorale e del suo appello ai Grillini, che Renzi punta a liquidare nei tempi più rapidi possibili il governo Letta per andare quanto prima alle elezioni. E' indispensabile che il Pd chiarisca la sua situazione interna e anche che finiscano una serie di forzature e di provocazioni alle quali finora il Pdl non ha reagito per senso di responsabilità": lo afferma Fabrizio Cicchitto (Pdl).

"Il presidente Berlusconi reputa che la situazione del Paese rimane assai seria e richiede un governo che si impegni per rilanciare l'economia riducendo la pressione fiscale. Questo è il salto di qualità che nei tempi più rapidi possibili il governo deve realizzare. Su questo noi siamo impegnati. Tuttavia deve essere chiaro a tutti che anche la pazienza e il senso di responsabilità hanno un limite", conclude.

 

MATTEO RENZIFonzie Renzi da chiPaolo Gentiloni Roberto Giachetti marianna madia servizio pubblico LETTA E ALFANO alessandra moretti FINOCCHIARO DORMIENTE Fabrizio Cicchitto PIPPO CIVATIaba22 on sandro gozi mo emanuela

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....