1. RENZI PROVA A TOGLIERE SOLDI AI CACCIA MADE IN USA E RE GIORGIO L’HA SUBITO FERMATO 2. IL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA UFFICIALMENTE HA PARLATO D’ALTRO, MA INTANTO SPOSTA OGNI DECISIONE SUI TAGLI ALLA DIFESA A FINE ANNO E HA MESSO NERO SU BIANCO CHE “RESTANO FERMI I PROVVEDIMENTI E LE INIZIATIVE DA ATTUARE” IN AMBITO INTERNAZIONALE 3. IL DIFFICILE SLALOM DELLA PODISTA PINOTTI E LA LEVATA DI SCUDI DI AMMIRAGLI E GENERALI, ABILMENTE “PROVOCATI” CON LA BUFALA DI UNA VENDITA DELLA PORTAEREI GARIBALDI 4. DIETRO QUESTO DERBY SOTTERRANEO TRA NAPOLITANO E RENZI NON CI SONO SOLTANTO I 12 MILIARDI DI EURO D PER ACQUISTARE I 90 CACCIA SUI QUALI PERSINO IL PENTAGONO NUTRE QUALCHE DUBBIO, MA LA SOSTANZA STESSA DEI RAPPORTI CON WASHINGTON 5. IL “FACCENDIERE” DI MATTEUCCIO, MARCO CARRAI, COSA CI FA IN VIAGGIO IN ISRAELE?

Francesco Bonazzi per Dagospia

Tagli sì, ma gli impegni internazionali si mantengono. E per decidere dove e come impugnare le forbici, si deve aspettare la più classica delle indagini conoscitive, naturalmente chiamata "Libro bianco", su tutta la riorganizzazione del comparto Difesa.

Il Consiglio supremo di Difesa, presieduto stamani da Giorgio Napolitano, ufficialmente non si è occupato del taglio al programma di acquisto degli F35 che ingolosisce Tesoro e Palazzo Chigi, a caccia di soldi "popolari" per tagliare l'Irpef in busta paga. Ma ha dato indirettamente un secco "stop" a qualsiasi fantasia del genere, spostando il momento delle decisioni concrete almeno di sei mesi e mettendo l'integrità della commessa a stelle e strisce al riparo di un "ragionamento di sistema".

Dietro questo derby sotterraneo tra Giorgio Napolitano e Matteo Renzi non ci sono soltanto i 12 miliardi di euro da spendere per acquistare i 90 caccia sui quali persino il Pentagono nutre ancora qualche dubbio, ma la sostanza stessa dei rapporti con Washington.

Il Rottam'attore dimezzerebbe volentieri quella spesa e ha mosso le sue pedine in Parlamento perché venga approvato un documento in cui si parla di "significativo ridimensionamento" del programma. Ed è bastato che due giorni fa, in un'intervista a Sky Tg24, il ministro della Difesa Roberta Pinotti definisse "lecito" anche solo "immaginare un ripensamento o una riduzione" dell'impegno sul progetto F35 per scatenare una serie di scosse telluriche.

Si è mosso tantissimo John Phillips, l'ambasciatore Usa di stanza a Roma che può vantare uno splendido casale in Toscana e un consolidato rapporto con Renzi, fin dai tempi in cui il sindaco di Firenze era solo il Rottamatore della Leopolda.

Il diplomatico americano, da esperto avvocato d'affari, ha incontrato tutti i deputati che contano nelle commissioni Esteri e Difesa delle Camere, perché sa che adesso anche il Parlamento ha diritto di parola su materie come questa. E avrà certo fatto valere i suoi stretti legami con Marco Carrai, l'imprenditore fiorentino di assoluta fiducia del premier che in questi giorni è in viaggio in Israele, ma aggiorna costantemente l'"amico Matteo" su ogni dossier internazionale.

E l'ipotesi di un blitz del governo sui soldi destinati ai caccia Usa è prontamente abortita. Un argomento importante è stato di natura squisitamente tecnica: non ci sono miliardi già in cassa da stornare su altri capitoli, ma solo una serie di impegni internazionali per cominciare a comprare gli F35 dal prossimo anno.

Poi ha pesato la levata di scudi di tutti i vertici militari, abilmente "provocati" con la bufala di una prossima vendita della portaerei Garibaldi, magari da affidare alle manone di Lurch Cottarelli. Infine, come sempre, è stata decisiva la "linea della fermezza" (atlantica) di Re Giorgio, che già in passato ha difeso l'impegno internazionale sugli F35.

Non è un caso se stamani, sul Corriere, il sottosegretario Graziano Delrio ha cercato di far passare il messaggio che sui super-caccia, come su tutto il bilancio della Difesa, "decide il ministro Pinotti". Una decisione da schiacciare un governo, figuriamoci un ministro. La Pinotti però non ha fatto una piega e a chi ha potuto parlarle in queste ore ha ripetuto in sostanza un solo concetto: "Io sono determinata a decidere come ministro. Ma è sbagliato parlare di un solo programma, come quello sugli F35, perché prima bisogna discutere il progetto d'insieme".

Palla lunga e pedalare, si direbbe in gergo calcistico. Ma intanto non si tocca nulla e si sigla una tregua che evita pericolosi scontri tra il Capo dello Stato e il presidente del Consiglio. Il comunicato finale del Consiglio superiore di Difesa, guidato da Napolitano, è un capolavoro di diplomazia e messaggi vari.

Si riconoscono "le pressanti esigenze di contenimento della spesa pubblica che impongono di ripensare e riorganizzare profondamente" la Difesa, ma si rimandano tutte le decisioni strategiche a un "Libro Bianco" che dovrà essere pronto entro fine anno.

Nel frattempo, però, "restano fermi i provvedimenti e le iniziative da attuare con immediatezza in ambito nazionale ed europeo". Certo, il riferimento esplicito agli F35 non c'è, ma intanto Re Giorgio manda a dire a Pittibimbo che su certe materie le chiacchiere stanno a zero.

 

 

RENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTO RENZI NAPOLITANOPINOTTIROBERTA PINOTTI FA JOGGINGCACCIA F35Linda e John Phillips Linda e John R Phillips con Marisela Federici portaerei cavour MARCO CARRAI

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...