matteo renzi beppe severgnini

RENZI SULL'ORLO DEL PRECIPIZIO SI AGGRAPPA AI SALOTTI. MA NON LI AVEVA ABOLITI? - IERI DOPO L'IMBARAZZANTE INTERVISTA DI SEVERGNINI (QUI UNA DAGO-CRONACA), MATTEUCCIO SI È ATTOVAGLIATO A MILANO A CASA DEL FINANZIERE FRANCESCO MICHELI, E NON MANCAVA NESSUNO: DAL DIRETTORE DEL 'CORRIERE' ALL'EDITORE DI 'REPUBBLICA' RODOLFO DE BENEDETTI. FELTRINELLI, MAURI, SALA E ALTRI 100 POTENTONI MENEGHINI

renzi  severgninirenzi severgnini

DAGOREPORT

 

Scaricato da De Benedetti e “Repubblica”, il mattacchione di Rignano sta cercando di risistemarsi subito al “Corriere”.  E al giornale dove fu direttore quel Flebuccio che gli rimproverò lo “stantio odore di massoneria” e lo chiamava “un maleducato di talento” non par vero di poter ricevere il ducetto di Rignano e organizzare per lui un incontro aperto (avvenuto ieri pomeriggio).

 

Ad attenderlo, oltre al pubblico festante, il direttore Machete Fontana ma non i padroni della Rcs (sono già in vacanza in barca?). A intervistarlo, l’erbivoro del vicino Beppe Severgnini, con barba simile a quella che fanno venire le sue interviste.

 

Renzi è sempre lo stesso, solite cose: “Credo da morire in questo Paese, l’Italia è in condizione di guidare l’Europa, se arriverà uno meglio di me sarà meglio per l’Italia”. La deferenza di Severgnini, che cita per nome persino i sedicenti vicedirettori del ''Corriere'', è imbarazzante: mentre parla, Renzi guarda il cellulare.

 

renzi severgninirenzi severgnini

Poi procede con il suo parapapà: “Pompei ora fa notizie per le mostre e non per i crolli; innovazione, ricerche e cultura sono i nostri punti forti; qui su Expo ci sarà un nuovo polo per le tecnologie; dobbiamo portare le tecnologie in Africa e l’Italia su questo sta lavorando. Sono il primo presidente del Consiglio che ha investito sotto il Sahara…”.

 

Poi l’innovazione, si parla della chiamata di Diego Piacentini ( “che è un mio amico”, si affretta a sottolineare Severgnini) chiamato da Amazon a lavorare per il Governo. "E inizierà il 17 agosto", carezza Severgnini, "chissà cosa hanno pensato a Montecitorio"! Una pacchia di domanda per Renzi: “Per il capo dell’Italia digitale ho scelto il migliore di tutti”.

 

MATTEO RENZI BEPPE SEVERGNINIMATTEO RENZI BEPPE SEVERGNINI

E poi avanti… “Beppe, diciamoci la verità, il Mezzogiorno deve ripartire. La manifattura 4.0 è cruciale per il Paese. Siamo in un’epoca dove la preoccupazione è forte. Ci sono le auto senza guidatore e i robot che si fanno sentire”.

 

Ci vuole velocità.  “Ho sentito Salvini lo scorso anno che diceva che l’8 e il 9 novembre volevano bloccare l’Italia. Noi abbiamo bisogno di sbloccare l’Italia. Anche la Salerno-Reggio Calabria…”. Subito la zazzera bianca di Beppe interviene: “Se ci fossero qui Rizzo e Stella...”. “Io sto per fare quello che segnalano Rizzo e Stella. Ma qui c’è bellezza, intelligenza, talento”.

luciano fontanaluciano fontana

 

Esteri. “L’altro giorno ho visto Obama a Varsavia. Penso che la presidenza di Obama sia una straordinaria pagina di democrazia. Se fossi americano voterei Hillary Clinton. L’economia americana è cresciuta. Ha fatto quello che ha fatto anche Marchionne. Il prossimo G7 di Taormina sarà bello, pieno di donne, ci sarà quella inglese, la Merkel e la Clinton”. E quella francese? “Speriamo di no”.

 

Con la Francia non c’azzecca. “Io non sono un berlusconiano, ma la risatina Merkel e Sarkozy contro Berlusconi a me fece male, perché ridevano di noi. Oggi invece siamo in tre e c’è un’altra immagine”. Quanto alla Russia, “io ho citato Dostoevskyj a San Pietroburgo”.

 

Cosa? “L’Idiota (...risolini) perché è stato scritto a Firenze: il pezzo sulla bellezza è scritto in Italia”. Ma cita pure Iliade a Antigone  sul recupero delle salme degli immigrati scomparsi. “Sono cose difficili da spiegare con un tweet”: se lo dice lui! Non era un tweet “Enrico stai sereno”?  “Sono andato al posto di Letta perché il governo non faceva più niente. Lei lo sa Severgnini, lo dica che non faceva nulla”. Silenzio (ndr la moglie di Letta è una collega del 'Corriere' di Severgnini). “Ma scriverò la ricostruzione di come andarono le cose con Letta”. Cercasi editore. Anzi no, c'è solo la Mondadori di Berlusconi.

 

 

LA STRATEGIA DEL CENTRO-TAVOLA: RENZI ATTOVAGLIATO A MILANO CHEZ MICHELI CON POTERI VARI E AVARIATI, DA DEBENEDETTI A MAURI, DAGLI AMBASCIATORI USA E ISRAELE AL DIRETTORE DEL CORRIERONE FONTANA.

FRANCESCO MICHELIFRANCESCO MICHELIfrancesco micheli nozze carraifrancesco micheli nozze carrai

DAGONOTA

 

Mentre le cronache politiche parlano di un “cambio di comunicazione” di Renzi, più umiltà e meno polemiche contro gli avversari, da Milano arriva anche un cambio di rotta di Matteuccio nei confronti di poteri vari e avariati, salotti e salottini, centrini e centri tavola.

 

Nella sua due giorni milanese, dopo aver omaggiato il santuario del “Corriere della Sera” con la lunga intervista a Beppe Severgnini, in prima fila Sergino Scalpelli e la nuova ultrà renziana Andrée Ruth Shammah, il premier cazzone si è attovagliato a casa del finanziere Francesco Micheli con un centinaio di invitati.

 

RENZI SALARENZI SALA

C'erano il direttore del Corsera Fontana e Rodolfo De Benedetti, Jerusalem e l'ambasciatore israeliano in Italia, Carlo Feltrinelli, Ernesto Mauri e il sindaco prezzemolino Beppe Sala.

 

Ecco il racconto di Alessia Gallione su “Repubblica Milano” sulla serata: “È un asse tra Renzi e Sala, tra Milano e il governo, quello che il premier e il sindaco tracceranno oggi. Alleanza strategica, nell'unica grande città-banco di prova che alle ultime amministrative ha regalato un sorriso al premier-segretario. Non è un caso che il presidente del Consiglio (ri)parta da Milano.

Carlo Feltrinelli Carlo Feltrinelli

 

E che anche ieri sera, durante una cena informale nella casa con vista Castello del finanziere Francesco Micheli, abbia chiesto di incontrare la città che conta, come avrebbero riferito le vecchie cronache: unico politico a essere invitato, il sindaco. E poi i rettori delle università, il mondo delle banche e dell'economia, oltre a pezzi di diplomazia come l'ambasciatore israeliano o il console Usa. Un'occasione per annusarla, l'aria che tira, per discutere di Brexit o del post Expo”.

MARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURI  MARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURI

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO