A CIASCUNO IL SUO - RENZI VUOLE LA DERELITTA ITALIA, ENRICHETTO IL CHIERICHETTO PUNTA ALLA PRESIDENZA DELL’UE E NEL 2016 AVRÀ 50 ANNI, L’ETÀ GIUSTA PER IL COLLE
Goffredo De Marchis per "la Repubblica"
Quando parla di una «verifica alla fine del 2014», Enrico Letta non intende una liturgia da Prima repubblica, un semplice confronto con i partiti delle larghe intese. Parla invece di un "esame" con i cittadini, prima quelli del centrosinistra attraverso le primarie, poi con gli elettori nelle urne. Sul futuro del premier a Palazzo Chigi si ragiona da tempo.
In fondo la conclusione non è molto diversa da quella annunciata da Guglielmo Epifani. «Enrico non si ritirerà a vita privata. Se il governo otterrà dei risultati su lavoro, pensioni ed esodati, sarà ancora un protagonista della politica», dicono i suoi collaboratori. E non rinuncerà alla corsa per la premiership.
Letta semmai è preoccupato dalla tempistica di una sfida annunciata. Non vanno accelerati. Perché non bisogna "stuzzicare" il prossimo (quasi certo) segretario del Pd Renzi. Anzi, con lui va avviata una collaborazione che deve tenere in piedi le larghe intese per tutto il 2014. Un patto di un anno, con l'impegno a ritrovarsi dopo dodici mesi per valutare chi ha più chance e organizzare, se necessario, un duello senza spargimenti di sangue. E perché una battaglia che comincia adesso rischia di allarmare le colombe della destra, bisognose di un orizzonte lungo per far digerire lo strappo da Berlusconi.
Ma Epifani ha solo anticipato uno scenario che a Palazzo Chigi danno tutti per scontato. I risultati che il premier vuole portare in dote al centrosinistra e a una sua eventuale candidatura sono chiarissimi. Il rilancio dell'occupazione legato alla ripresa economica, la messa in sicurezza di tutti gli esodati entro il 2014, la difesa delle pensioni sotto i 3000 euro grazie alla reindicizzazione.
Naturalmente, la scommessa è che in questo anno Renzi si "sgonfi". Che dal timone del Partito democratico la sua stella si appanni un po'. à possibile che il piano non si realizzi, che anzi la segreteria Renzi indebolisca l'esecutivo denunciando le mancate promesse e i risultati non raggiunti. Per questo, va stipulato un accordo con il sindaco di Firenze. Anche se le sirene che soffiano su Palazzo Chigi dicono che «non ci si può fidare di Matteo».
Letta però ha bisogno di tempo. Per condurre in porto la difesa dei conti pubblici, le riforme, la legge elettorale. Insomma, l'architrave dell'impegno con Giorgio Napolitano. E per organizzare il suo futuro. Il premier, nei colloqui riservati, ragiona anche su incarichi fuori dall'Italia. A cominciare dagli organismi europei.
La poltrona di presidente della commissione Ue è prenotata da Martin Schulz, attuale capo dell'Europarlamento, socialista. Molto dipenderà dall'esito del voto per Strasburgo della prossima primavera. Se le famiglie socialista e popolare dovessero trovarsi in una situazione di stallo, potrebbero rivolgersi a un candidato di compromesso.
Letta sarebbe in cima alla lista. I suoi rapporti con la famiglia del Ppe sono ottimi e quelli con il Pse fanno progressi giorno dopo giorno. Ieri lo stesso Epifani ha "confessato" che è stato proprio il presidente del Consiglio a spendersi per organizzare il congresso del Pse a Roma in febbraio.
In questo caso, un trasferimento di Letta a Bruxelles eviterebbe il confronto con Renzi e metterebbe d'accordo i duellanti. Esiste però anche una strada italiana. Prevede un percorso che scavalchi il 2015, grazie alle riforme istituzionali già incardinate e magari votate da una delle Camere. E arrivi fino al 2016 quando Letta compirà 50 anni (20 agosto) diventando il candidato più accreditato per il Quirinale (l'età minima di elezione al Colle è il mezzo secolo).
Una cavalcata molto lunga. Non è nelle corde di Renzi (il quale punta addirittura al 2014 attraverso primarie che non registrino un flop dell'affluenza) e sconta l'incognita della crisi del centrodestra. Ma Letta sarà in campo comunque. Epifani ha solo detto in pubblico quello che a Palazzo Chigi ripetono tutti i giorni.



