UN RESTAURO ALL’ULTIMO COLPO DI CODA-CONS - SE PER L’AUTORITÀ DI VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI L’ACCORDO SCARPARO-CECCHI PER IL RESTAURO A PALLINI DEL COLOSSEO È VALIDO, IL TAR VUOLE VEDERCI CHIARO - I GIUDICI AMMINISTRATIVI, SU RICORSO DEL CODACONS, DOVRANNO VALUTARE LA LEGITTIMITÀ DELL’ACCORDO - GIOCO DELLE COINCIDENZE: CHI SONO IL PRESIDENTE E UN CONSIGLIERE DELL´AUTORITÀ DI VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI CHE HA DATO L’OK A DIEGUITO? DUE EX CAPI DI GABINETTO IN CAMPIDOGLIO DI ALE-DANNO…

1 - "I LAVORI DEL COLOSSEO POSSONO COMINCIARE" VIA LIBERA AL RESTAURO
Giovanna Vitale per "la Repubblica - Edizione Roma"

Tutto regolare. Il contratto per il restauro del Colosseo by Tod´s «non appare in contrasto con i principi di legalità, buon andamento e trasparenza dell´azione amministrativa». E questo perché, trattandosi di sponsorizzazione, «non trova applicazione la normativa» ben più stringente «sugli appalti di lavori pubblici».

Il via libera al controverso accordo tra Diego della Valle, l´allora commissario straordinario all´area archeologica Roberto Cecchi e la Soprintendenza comunale è arrivato ieri dall´Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Che, nelle nove pagine di delibera, ha giudicato corretta la trattativa privata con cui la nota griffe del lusso, a fronte di un contributo di 25 milioni, potrà sfruttare il logo dell´Anfiteatro Flavio per cinque anni. Così smentendo il parere dell´Antitrust che, neppure un mese fa, aveva ritenuto quella procedura distorsiva della concorrenza.

A spostare l´ago della bilancia, secondo il Garante, sarebbe stato il recente decreto "Semplifica-Italia" che confermerebbe la bontà dell´intesa. «Nel caso in cui (...) tutte le offerte presentate siano irregolari ovvero inammissibili», scrive infatti l´Authority a proposito dell´avviso pubblicato il 4 agosto 2010 per reperire finanziatori privati, «la stazione appaltante può ricercare di propria iniziativa lo sponsor e negoziare a trattativa privata il contratto di sponsorizzazione, ferme restando la natura e le condizioni essenziali delle prestazioni richieste nella sollecitazione pubblica».

In pratica ciò che fece il commissario Cecchi (ora sottosegretario al Mibac) una volta constatato che le uniche due proposte, ricevute da Ryanair e da Tod´s entro il 30 ottobre 2010, erano entrambe inappropriate. Perciò, riepiloga l´Autorità di Via di Ripetta, «a seguito dell´infruttuoso svolgimento della procedura» il commissario ha ipotizzato tre diverse soluzioni - nuovo avviso pubblico, proroga dei tempi di presentazione delle proposte, ricorso a una procedura negoziata - optando per quest´ultima «anche su base di apposito parere dell´ufficio legislativo del Mibac».

Da qui in poi la storia è nota, salvo un particolare: Cecchi invitò a partecipare alla "gara ristretta" tre operatori. Oltre ai due già prevenuti, anche la Fimit Sgr, il più grande fondo immobiliare italiano. La prima proposta ufficiale, depositata il 30 dicembre 2010, fu quella di Della Valle, che si candidò per il finanziamento del restauro a patto di concludere in fretta: entro il 10 gennaio 2011, altrimenti si sarebbe ritirato.

Ed è proprio il 10 gennaio, quindi nell´ultimo giorno utile, che furono interpellati (con obbligo di rispondere entro 48 ore) gli altri due operatori interessati. In assenza di risposte, Cecchi concluse con Tod´s. La correttezza delle operazioni confermata dal fatto che «nessuno dei concorrenti», rileva l´Autorità, «ha proposto ricorso giurisdizionale avverso i provvedimenti inerenti lo svolgimento della suindicata procedura negoziata». Come invece fece poi il Codacons. Trascinando l´affaire Colosseo in tribunale e sulle prime pagine dei giornali.

Un pronunciamento che, dopo le carte bollate e le sfuriate di Mr Tod´s («Sono pronto a rinunciare»), potrebbe mettere la parola fine alla telenovela sul restauro griffato. Il Tar, infatti, difficilmente ignorerà il parere del Garante. Per la felicità del sindaco Alemanno. Il quale, se a primavera potrà finalmente dare avvio ai lavori, dovrà dire grazie ai suoi due ex capi di gabinetto in Campidoglio: Sergio Santoro e Sergio Gallo. Il primo è il presidente dell´Autorità di vigilanza sui contratti pubblici; il secondo consigliere.

2 - MA IL TAR ENTRO UN MESE DARÀ IL VERDETTO DEFINITIVO
Mauro Favale per "la Repubblica - Edizione Roma"

Verbali di riunioni e di incontri vari, note e atti di istruttoria, le schede di valutazione della Commissione esaminatrice, compresi i curriculum dei componenti della stessa commissione, le relazioni di progetto, gli «approfondimenti intercorsi con il soggetto promotore». Insomma, tutta la documentazione esistente sull´affidamento a Tod´s dei lavori di restauro del Colosseo dovrà essere pronta sul tavolo dei giudici del Tar del Lazio entro 30 giorni.

Mentre da un lato l´Autorità per i contratti pubblici ha dato il suo via libera alla sponsorizzazione del restauro dell´Anfiteatro Flavio, il tribunale amministrativo sta procedendo a esaminare il ricorso presentato dal Codacons su tutta la vicenda. Per questo ieri è partita nei confronti del Commissario delegato per la realizzazione degli interventi urgenti nelle aree archeologiche di Roma e Ostia Antica, del ministero dei beni culturali e dell´Antitrust, l´ordinanza di deposito degli atti, funzionale all´udienza che si terrà il prossimo 7 marzo.

In quella sede verrà discussa la legittimità dell´operazione di sponsorizzazione che il Codacons contesta. Soddisfatta l´associazione dei consumatori: «Il Tar del Lazio vuole vederci chiaro», commentano. Ora, nei prossimi 30 giorni, verranno raccolti tutti gli atti richiesti dai giudici, compresa la nota dell´ufficio legale del Mibac, emessa lo scorso 10 gennaio 2011, con la quale viene espressa l´opportunità di approfondimenti sull´offerta di Tod´s.

Inoltre, come scrive il consigliere delegato della I sezione del Tar, Roberto Politi, durante l´udienza del 7 marzo verranno esaminate «le ulteriori richieste di assunzione di prova per testi, nonché la convocazione personale delle parti ai fini del tentativo bonario di conciliazione». Lo stesso Codacons, ha infatti presentato lo scorso 17 gennaio un´istanza di conciliazione che prevede alcuni paletti da imporre a Della Valle, tra cui la riduzione a 5 anni della possibilità di sfruttamento dell´immagine del Colosseo.

 

GIANNI ALEMANNO E DIEGO DELLA VALLE AL COLOSSEO GIANNI ALEMANNO DIEGO DELLA VALLE GIANNI ALEMANNO DIEGO DELLA VALLE ROBERTO CECCHI

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