IL RINGHIO DELL’ORSO FERITO - PUTIN: “LA NATO VUOLE METTERE LA RUSSIA AL GUINZAGLIO: LA RIPRESA DEL RUBLO E DELL’ECONOMIA È INEVITABILE” - LA BORSA DI MOSCA CI CREDE, ANCHE PERCHÉ IL PETROLIO RICOMINCIA A SALIRE

1. PUTIN ALL’ATTACCO: VOGLIONO METTERE IL GUINZAGLIO ALL’ORSO RUSSO

Antonella Scott, con un articolo di Vito Lops per www.ilsole24ore.com

 

putinputin

Non sembra certo un uomo messo in difficoltà da quella che ormai tutti chiamano “la tempesta perfetta”. Dopo essere rimasto a lungo in silenzio, nei giorni in cui il rublo crollava, Vladimir Putin è apparso giovedì a mezzogiorno alla Camera del commercio di Mosca e davanti alle tv russe per rassicurare mercati e concittadini, e dare la propria versione dei fatti: «Una svolta positiva è inevitabile», ha ripetuto.

 

Senza neanche aspettare la prima domanda della tradizionale, lunga e attesissima maratona televisiva che concede a ogni fine d’anno, il presidente russo ha elencato una serie di dati economici, definendo «inevitabile» una ripresa del rublo e della crescita, chiarendo che le cause della crisi sono esterne, prima tra tutte il calo dei prezzi del petrolio.

 

Ha chiarito che «la stabilità è basata - e non c’è base più forte - sul sostegno del popolo russo, alla nostra politica estera e interna. Sanno che agiamo nell’interesse del popolo russo». «Il Cremlino è ben difeso!», ha risposto a un giornalista dell’agenzia Reuters che chiedeva se ci sono rischi di un colpo di Stato. E poi Putin subito è passato all’attacco: gli Stati Uniti e l’Ucraina si servono del conflitto in Ucraina per contenere la Russia, così come hanno fatto dalla fine della guerra fredda. «Il muro di Berlino è crollato - ha detto Putin - ma si costruiscono nuovi muri nonostante i nostri tentativi di cooperare. L’espansione della Nato non è forse un muro, un muro virtuale?».

putinputin

 

«I nostri partner - ha accusato Putin - non si sono fermati, si vedono vincitori, un impero. Tutti gli altri sono vassalli che devono essere sottomessi». Il presidente russo ha fatto propria l’immagine dell’orso russo,«vogliono che stia seduto tranquillamente a mangiare bacche e miele, ma tentano di metterlo in catene, di togliergli i denti e gli artigli . Questo è il deterrente nucleare». Putin non lo accetta. «Se gli strappano denti e artigli, l’orso non sarà più in grado di fare nulla, sarà solo un animale impagliato. Noi cerchiamo invece di mantenere la nostra sovranità. Non siamo aggressori».

 

Putin ha anche commentato l’allarme dei Paesi dell’Europa del Nord per le sempre più numerose incursioni di jet russi: «Non attacchiamo nessuno - ha detto - ma difendiamo i nostri interessi nazionali, ed è questo che non piace all’estero. Le basi Usa sono in tutto il mondo, noi ne abbiamo solo due all’estero, in Khirghizstan e Tajikistan. Spendiamo dieci volte meno del Pentagono, il budget del nostro ministero della Difesa per l’anno prossimo è di 50 miliardi di dollari in totale. E gli aggressivi saremmo noi?».

 

IL RUBLO IN ALTALENA

PUTIN CANE PUTIN CANE

 

A inizio mattina, il rublo aveva cercato di accompagnare degnamente l’inizio dell’evento: confermando la svolta avviata mercoledì, la moneta russa aveva continuato a guadagnare terreno su dollaro ed euro, ma poi ha ripreso a perdere colpi, tornando a scendere sul dollaro dai 58,15 rubli raggiunti a quota 61,5. E questo malgrado le misure annunciate mercoledì dalla Banca centrale a sostegno degli istituti di credito, e malgrado il governo abbia chiesto ai grandi esportatori di ridurre entro marzo le loro disponibilità in dollari e in euro riportandole ai livelli di inizio ottobre. Convertendole dunque in rubli. Ma «non li costringeremo», ha sottolineato Putin, non ci saranno decreti a imporre limiti artificiali. Che ha aggiunto che il governo sta lavorando a meccanismi di legalizzazione dei capitali offshore di ritorno in Russia.

 

DUE ANNI PER SUPERARE LA CRISI

 

vladimir putin 3vladimir putin 3

La missione impossibile per lui, forse nel momento più difficile dei suoi 15 anni al potere, era convincere i russi e i mercati di avere il controllo della situazione, scrollandosi di dosso ogni paragone alle due crisi passate, nel 1998 e nel 2008. Introdotto dal portavoce Dmitrij Peskov, Putin si è presentato davanti a 1.200 giornalisti russi e stranieri sicuro di sé, come suo costume. Ha messo sul piatto un attivo della bilancia commerciale «malgrado le turbolenze del mercato», e ha detto che la Russia non baderà a spese nell’organizzazione dei Mondiali di calcio 2018.

 

Però ha ammesso che la situazione quest’anno non è facile: la crisi, ha chiarito, ha cause esterne. La Russia potrebbe aver bisogno di due anni per superarla. «Cercherò di rispondervi e di indicare come possiamo uscirne», ha detto il presidente, definendo «adeguate» le misure adottate dalla Banca centrale - che lunedì aveva alzato drasticamente i tassi di interesse dal 10,5 al 17% - e assicurando che la crescita dell’economia russa, come quella globale, riprenderà. La Banca centrale non dovrebbe «dar via le proprie riserve in valuta e bruciarle sul mercato, ma fornire risorse, «cosa che sta facendo». Anche se avrebbe potuto agire più velocemente.

 

PAROLA D’ORDINE: DIVERSIFICARE

 

VLADIMIR PUTIN E BARACK OBAMA jpegVLADIMIR PUTIN E BARACK OBAMA jpeg

«Se la situazione si svilupperà in modo sfavorevole - ha concesso Putin riferendosi ai prezzi del petrolio - dovremo modificare i nostri piani. Senza dubbio dovremo tagliare un poco la spesa. Ma è inevitabile uscire da questa situazione». Questa è una crisi, ha osservato il presidente, di cui la Russia dovrà approfittare per diversificare la propria economia e ridurre la dipendenza dal petrolio: la fonte più importante di entrate per il bilancio pubblico. Ma una fonte vulnerabile, come dimostra la cronaca di queste settimane, all’andamento dei mercati.

 

LA GUERRA IN UCRAINA

 

È sulle domande riguardo alla crisi ucraina che Putin si è mostrato più sfuggente. Pur avendo dato la parola, all’inizio della maratona, a un giornalista dell’agenzia ucraina Unian che gli ha chiesto quanti soldati e quanti armi ha mandato nel Sud-Est del Paese, il presidente russo ha girato la risposta in un violento attacco delle autorità di Kiev, che dopo aver orchestrato il golpe di febbraio invece di aprire al dialogo hanno dato il via all’operazione anti-terrorismo mandando l’esercito contro le regioni dell’Est. Nessun ripensamento, dunque, sulla linea seguita fin qui.

putin e poroshenkoputin e poroshenko

 

Malgrado Putin abbia ribadito che il presidente ucraino Petro Poroshenko sia al lavoro per riportare la pace e la Russia sia pronta a mediare nei colloqui con i separatisti. Poroshenko, ha detto Putin, «è impegnato a risolvere la situazione, in modo pacifico ma non è solo, i falchi hanno posizioni diverse». E la soluzione in Ucraina si raggiunge con mezzi politici, non con pressioni economiche o di altro tipo: «Non vedo altra strada che una soluzione pacifica».

 

la corsa dei russi nei negozi per la crisi del rublo  4la corsa dei russi nei negozi per la crisi del rublo 4

 

2. RUSSIA: BORSA MOSCA ACCELERA, MICEX +5% SU PAROLE RASSICURANTI DI PUTIN

la corsa dei russi nei negozi per la crisi del rublo  2la corsa dei russi nei negozi per la crisi del rublo 2

Finanza.com – Accelerazione della Borsa di Mosca in scia alle parole rassicuranti del presidente russo, Vladimir Putin. In questo momento l'indice Micex segna un progresso di oltre 5 punti percentuali a 1.484,84 punti. Ieri la Banca centrale e il Tesoro sono intervenuti per sostenere il rublo dopo il crollo delle ultime settimane. Mentre questa mattina a Mosca Putin ha tenuto il discorso di fine anno, assicurando una ripresa nel peggiore dei casi entro due anni. "Nello scenario più sfavorevole per la congiuntura internazionale, la situazione può durare due anni, ma può anche correggersi prima", ha detto Putin, spiegando che verranno messe in campo le misure già adottate con efficacia nel 2008.

 

 

RUBLI RUBLI

 

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)