RISTAPPA IL PRODINO! - JENA: ‘’E NEL PD C’È CHI PENSA ADDIRITTURA DI RICANDIDARE PRODI’’ - SINISTRATI S-CONCERTATI DAL RITORNO DEL PUZZONE E DALL’ATTACO DI MON TI ALLA CONCERTAZIONE: “VUOLE SEPARARE IL PD DALLA CGIL” - LA STRANA COPPIA DI SERRAVALLE (CAMUSSO-SQUINZI) SUSCITA I SOLITI SOSPETTI: PATTO TRA CONFINDUSTRIA E CGIL CONTRO IL GOVERNO? - SCIOPERO GENERALE IN VISTA - “SENZA CREDITO E SENZA ORDINI LE AZIENDE CHIUDONO!”…

1 - ADDIRITTURA...
Jena per "la Stampa" - E nel Pd c'è chi pensa addirittura di ricandidare Prodi.

2 - I SOSPETTI DI BERSANI E CAMUSSO "VUOLE SEPARARE IL PD DALLA CGIL"...
Roberto Mania per "la Stampa"

Non è una novità l'insofferenza di Mario Monti nei confronti della concertazione. L'ha espressa più volte, prima in veste di professore, poi in quella di premier. Ma il fatto che ieri davanti a una platea di banchieri abbia deciso di abbandonare il discorso che gli era stato preparato, glissando sulla stretta del credito che contribuisce a bloccare l'attività produttiva, per concentrarsi sui «mali» di un pervasivo consociativismo sociale che ha impedito negli anni un'efficace azione di governo e fatto lievitare il debito pubblico, non poteva non voler dire qualcosa di più.

Già, ma cosa? Un messaggio a chi? Domande che ieri si ponevano tutti i leader sindacali, i vertici della Confindustria, gli esponenti del Pd. Perché di certo mentre affondava il coltello sugli «esercizi di concertazione del passato», Mario Monti pensava a chi continua a proporre quel metodo. E non è un caso che il Pd abbia scelto di non commentare in qualche forma ufficiale la tesi di Monti. Quel che pensa Pier Luigi Bersani è però decisamente diverso: «Il dialogo, o la concertazione, non è affatto un cedimento alla non decisione. La democrazia non si impoverisce se ci si confronta. Anzi, è il contrario».

D'altra parte il socialista Francois Hollande, solo qualche giorno fa, ha annunciato l'intenzione di inserire nella Costituzione della Quinta Repubblica proprio la concertazione, ispirandosi al modello della cogestione tedesca. Una novità per la Francia. Guardata con attenzione da Bersani. Anche perché in Italia proprio con il governo guidato dal "tecnico" Carlo Azeglio Ciampi nel 1993 la concertazione permise di sconfiggere l'inflazione e creare le premesse per l'ingresso nell'euro, senza conflitti sociali, affidando a sindacati e Confindustria un ruolo di supplenza ai partiti.

Ma oggi non c'è quel clima di azione corale. Oggi ci si prepara a un autunno denso di incognite. La crisi è destinata ancora a peggiorare. «Non c'è il credito e non ci sono gli ordini. Le aziende stanno chiudendo», diceva ieri un importante esponente della Confindustria. E la Cgil si prepara al suo sciopero generale contro i tagli nella pubblica amministrazione e per il lavoro. E lo farà quasi certamente da sola perché la Cisl - come spiega Raffaele Bonanni - non ha alcuna intenzione di «far perdere i soldi ai lavoratori o creare disagi a chi paga le tasse e sopporta già tante difficoltà». Ecco, dunque, la Cgil.

Dice ancora Bonanni: «Monti parla a suocera perché nuora intenda ». Dove quest'ultima, secondo il leader della Cisl «è la politica ». Insomma il messaggio di Monti sarebbe rivolto anche al Pd: attenzione a seguire le sirene conflittuali di Susanna Camusso, c'è bisogno di condivisione tra i partiti della "strana" maggioranza. Ciascuno faccia il suo mestiere, distinguendo ruoli e responsabilità. Una strategia che sospettano in molti anche a Corso d'Italia, sede della confederazione rossa. Che punta a prendersi il pallino a sinistra.

Di certo Susanna Camusso sta alzando il livello dello scontro con Monti. E sta sfidando anche il Pd. I commenti del leader della Cgil sono stati ieri i più duri, nonostante la Cgil sia stata storicamente la più fredda sulla concertazione tra le tre grandi confederazioni. Bonanni e Luigi Angeletti della Uil hanno provato a concertare pure con il governo di Silvio Berlusconi accettando la spaccatura sindacale, la concertazione "ad escludendum". Ieri la Camusso è arrivata a sostenere che «non si possono accettare lezioni di democrazia da chi è stato cooptato».

E ancora: «Monti non sa di cosa parla». Camusso ha scelto la linea oltranzista: il governo non ci ascolta, la Cgil è l'opposizione sociale. E il Pd, se non tutto una buona parte, farà fatica a non tener conto delle posizioni di Corso d'Italia. Ma la Camusso sta giocando pure su un altro versante. Di sicuro non apprezzato dal premier Monti, come si è visto nel weekend dopo "la foto di Serravalle Pistoiese". Il segretario della Cgil ha preso in contropiede Cisl e Uil e ha aperto un dialogo privilegiato con il neo presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi.

Non è ancora chiaro quale sia l'obiettivo ultimo, però è evidente lo sforzo di creare un asse anche contro il governo. Camusso ha difeso pubblicamente Squinzi dalle critiche espresse nei suoi confronti da una parte del sistema confindustriale dopo le esternazioni di Serravalle (dal «no alla macelleria sociale» al voto, «tra il cinque e il sei» dato all'azione di governo).

È molto inusuale che un leader sindacale entri nelle vicende interne di Confindustria, la Camusso l'ha fatto ricordando che la maggior parte dei critici di Squinzi (a cominciare da Paolo Scaroni) sono manager pubblici e che Luca Montezemolo «ha altri obiettivi». La Camusso si prepara alla prossima stagione di rinnovi contrattuali, ma non si può escludere che stia pensando anche a riprendere dal cassetto quella bozza di intesa sulla produttività su cui con Emma Marcegaglia non è riuscita a fare l'accordo. Un "patto tra produttori" per poi andare a chiedere incentivi al governo. Proprio mentre Monti si prepara ad azzerare quelli per le imprese. Una sfida senza esclusione di colpi.

 

bersani prodibersani prodiMARIO MONTI CON GLI OCCHI CHIUSI jpegcamusso squinzi luca cordero montezemolo

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…