renzi ponte stretto

A VOLTE RITORNANO - RENZI RILANCIA IL PONTE SULLO STRETTO, E PARTONO LE PRESE PER IL CULO - CON LUI, CHE ALLA LEOPOLDA ERA CONTRARISSIMO, ANCHE FRANCESCHINI, GIACHETTI, ORLANDO, LA FINOCCHIARO E GUTGELD - IL PRIMO A BLOCCARLO FU DI PIETRO COL GOVERNO PRODI. A CANCELLARLO DEFINITIVAMENTE, CORRADO PASSERA, CON MONTI

 

1. Più Ponte per tutti

 

Da “La Repubblica”

 

Renzi lancia la sua "sfida", cioè "completare il grande progetto di quella che Delrio chiama la Napoli-Palermo, per non dire Ponte sullo Stretto". Il Ponte può creare "centomila posti di lavoro", dice il presidente del consiglio Matteo Renzi nel corso dell'assemblea che celebra i 110 anni del gruppo Salini-Impregilo". Renzi indica l'infrastruttura come parte del completamento della "Napoli-Palermo". "Se siete nella condizione di sbloccare le carte e di sistemare quello che è fermo da 10 anni - ha detto rivolgendosi a Pietro Salini, numero uno del Gruppo - noi ci siamo".

ponte stretto 1ponte stretto 1

 

Secondo Renzi, una grande opera infrastrutturale deve essere "utile per tornare ad avere una Sicilia più vicina e raggiungibile e per togliere la Calabria dal suo isolamento. La mia - dice ancora - è una sfida in positivo".

 

"Evviva le aziende che rischiano e ci mettono del loro, evviva chi non si arrende continuando a guardare il passato" continua il presidente del Consiglio, "l'Italia in questi anni non ha avuto sempre la forza di progettare il futuro: recuperare la dimensione del sogno è fondamentale" dice sottolineando che "è bello che 110 anni celebrino la storia di chi ogni giorno si è messo in moto per fare dell'Italia un Paese migliore, progettando dal canale di Panama al risolvere il problema del marciapiede sotto casa".

 

 

 

2. Quel che pensava il pd

 

Claudio Paudice per Huffingtonpost

(pubblicato il 7/11/2015)

GIACHETTIGIACHETTI

 

"I siciliani non hanno l'acqua ma presto, grazie al Ponte sullo Stretto di Messina, avranno pronta una via di fuga". No, a parlare non è un esponente della minoranza Pd o un grillino critico nei confronti della mossa annunciata dal premier Renzi mentre Messina fa ancora i conti con la mancanza d'acqua. Ma Roberto Giachetti. E' il 6 giugno 2002 e il giudizio del vicepresidente super renziano della Camera sul progetto di Silvio Berlusconi di creare un collegamento tra Messina e Reggio Calabria è caustico.

 

Il progetto del Ponte sullo StrettoIl progetto del Ponte sullo Stretto

L'ex governatore della Sicilia Toto' Cuffaro la definì "la madre di tutte le infrastrutture e la porta d'ingresso per il corridoio Palermo-Berlino". Oggi il Ponte sullo Stretto torna a far parlare di sé, dopo che il presidente del Consiglio ha anticipato a Bruno Vespa che sì, "si farà", ma solo dopo aver risolto le emergenze infrastrutturali della Sicilia. Eppure il Ponte non è mai stato nell'agenda dei partiti di sinistra che, anzi, spesso in passato si sono scagliati contro il progetto su cui Berlusconi ci ha messo la faccia e la firma, nel salotto proprio di Bruno Vespa. Gli eterni ritorni.

 

graziano del rio a colazione da carlo de benedetti 10graziano del rio a colazione da carlo de benedetti 10

Nel Pd in molti hanno iniziato a fare stretching perché i salti carpiati che dovranno fare saranno piuttosto impegnativi. Occorre un certo sforzo. Sono tanti infatti i dem che in passato hanno bocciato il progetto che vuole unire Calabria e Sicilia. Il refrain, negli anni, è stato ripetuto fino allo sfinimento: "Con tutti i problemi che ci sono nel Meridione, il Ponte non è nelle priorità".

 

Nemmeno oggi lo è, ci ha tenuto a precisare il ministro dei Trasporti Delrio. Eppure, quello che in molti consideravano un "capitolo chiuso" è tornato in agenda. E in maniera sorprendente, se si pensa che lo stesso Renzi non aveva mai manifestato interesse per l'opera.

 

PONTE SULLO STRETTOPONTE SULLO STRETTO

Durante la Leopolda 2010, insieme all'allora amico Pippo Civati, mise nero su bianco che il Ponte sullo Stretto di Messina non era nei suoi programmi. E' scritto nella Carta di Firenze, il documento dei "rottamatori per una nuova Italia": "Ci accomuna - si legge - il bisogno di cambiare questo Paese, un Paese dalla parte dei promettenti e non dei conoscenti. Che permetta le unioni civili, come nei Paesi civili; che preferisce la banda larga al Ponte sullo Stretto".

 

Due anni dopo, a ottobre 2012 in visita a Sulmona, Renzi mostra un certo disappunto solo per il fatto che il Ponte sia argomento di dibattito politico: "Continuano a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina, ma io dico che gli 8 miliardi li dessero alle scuole per renderle più moderne e sicure".

 

renzi e civati renzi e civati

Si dirà, Renzi ha messo dei paletti alla realizzazione dell'opera. Paletti ben più stringenti li aveva messi durante la campagna per le primarie contro Bersani: "Il ponte sullo Stretto è una brutta pagina da chiudere", disse il premier. Un'opera "faraonica mentre pochi giorni fa le case sono cadute sotto la frana a Messina. E' veramente una presa in giro inqualificabile solo proporla, se si vuole far ripartire l'edilizia si metta in campo un grande piano di manutenzione delle scuole italiane che cadono a pezzi". Un giudizio netto, quello di Dario Franceschini, espresso il 14 ottobre 2009 in risposta all'annuncio di Berlusconi dell'inizio dei lavori per il dicembre successivo.

 

Andrea Orlando Andrea Orlando

"Lo considererei un capitolo chiuso", disse il ministro allora dell'Ambiente Andrea Orlando, a fine luglio 2013. Chiuso non lo è ancora, nonostante l'ex segretario dei Ds Piero Fassino avesse già detto, il 15 gennaio 2006, che "il rapporto costo-benefici non regge: il ponte sullo Stretto costa troppo per essere un ponte ed è un'opera avulsa da strategie".

 

Giuseppe Lumia, uno dei pochi dem che ha subito salutato con favore l'annuncio di Renzi, a luglio 2006 era molto dubbioso: "Il fatto che il Ponte sia un'opera opportuna e necessaria in un Sud che ha ancora poche e inadeguate autostrade, le cui linee ferrate sono ancora per la maggior parte quelle dell'Ottocento, in cui interi territori sono privi di servizi essenziali come l'acqua corrente, qualcuno dovrebbe ancora dimostrarcelo concretamente".

 

Concretamente, il premier ha previsto che due miliardi in investimenti dovrebbero bastare per risolvere gli annosi ritardi della punta d'Italia. Ma i dubbi di Lumia erano difficili da eradicare: "Sorprendono, e non poco, l'entusiasmo e l'attivismo del precedente governo e dell'attuale opposizione verso un'opera costosissima e forse inutile".

 

Anna Finocchiaro Anna Finocchiaro

Per la senatrice Anna Finocchiaro il Ponte era come il "caviale": "Ha ragione il vicepresidente di Confindustria, quando dice che il Ponte è il caviale, mentre il pane sono le strade, ferrovie e i porti per la mobilità interna in Sicilia". Siamo ad aprile 2008 e Finocchiaro è la sfidante di Raffaele Lombardo alla presidenza della Regione Siciliana: "Qui - dichiarò da Bivona, agrigentino - spostarsi rapidamente da un paese all'altro è praticamente impossibile. Le strade sono tortuose e dissestate. In Sicilia ben prima del Ponte sullo Stretto, molto prima del Ponte - rimarcava - servono strade, ferrovie e porti perché possano spostarsi le persone e le merci".

 

Nel suo tour della Sicilia tornò sull'argomento: "Ho incontrato decine di migliaia di persone - disse a Modica - ma nessuno mi ha chiesto il ponte sullo Stretto. Mi hanno chiesto strade, collegamenti, porti, interporti ma non il ponte. L'idea del project financing per il Ponte non ci piace perché non consente controllo di legalità e sicurezza. Nell'idea del Ponte c'è sotteranea l'idea minoritaria e perdente che la Sicilia sia l'ultima provincia dell'Impero".

yoram gutgeldyoram gutgeld

 

Un anno dopo, Finocchiaro non ha cambiato idea: "Se mai verrà realizzato, è chiaro che il Ponte costerà molte decine di miliardi di euro ed è altrettanto chiaro, a questo punto, che la spesa graverà sui cittadini italiani, anche se non è affatto una priorità". Il consigliere economico di Renzi Yoram Gutgeld, in un'intervista a Formiche.net, parlò dell'infrastruttura in questi termini: "Bisogna superare la gestione dissennata dei fondi comunitari, oscillante tra opere faraoniche, miliardarie e inutili come l’Alta velocità o il Ponte sullo Stretto e investimenti da poche decine di milioni di euro. Entrambi finalizzati a un immediato consenso politico".

 

Ponte sullo stretto di MessinaPonte sullo stretto di Messina

Gennaro Migliore è andato oltre. L'ex capogruppo di Sel folgorato dal renzismo infatti non solo in passato ha aspramente criticato il progetto ma è anche sceso in strada per protestare, fianco a fianco, con il comitato "No Ponte". L'8 agosto 2009, Migliore fa parte del fiume di gente che, radunatosi a Piazza Cairoli, ha attraversato Messina per dire no al progetto: "Siamo qui - disse l'ex vendoliano - per opporci ad un capriccio del governo che vuole realizzare un'opera inutile. Si tratta di un'infrastruttura pericolosa per i cittadini e per le casse dello Stato, della quale non abbiamo bisogno". 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?