matteo renzi jim messina

ROMA-MESSINA, SOLA ANDATA - RENZI SI AFFIDA AL GURU DI OBAMA, JIM MESSINA, PER VINCERE IL REFERENDUM COSTITUZIONALE - ''SE LO PERDO, MI RITIRO DALLA POLITICA''. E ALLORA TANTO VALE DARE I 100MILA EURO DI CACHET AL NERDISSIMO JIM, CHE PERO' PUNTA SULL'ANTICO PORTA A PORTA

jim messinajim messina

Claudio Tito per “la Repubblica

 

«Le migliori soluzioni si basano sui migliori dati». Nell’homepage del suo sito, questo è uno degli slogan che usa. Ma non è solo un motto. I “Big data” sono il metodo di Jim Messina, capo della campagna elettorale di Obama nel 2012.

 

Quella che ha portato alla rielezione del presidente americano. Un curriculum lungo. Con consulenze ad alcuni degli attuali leader mondiali. Dall’attuale inquilino della Casa Bianca, appunto, al premier britannico David Cameron.

 

Da Washington, dove ha sede la sua società – la MessinaGroup – nei prossimi mesi si trasferirà in Italia. Sarà lui, infatti, il “guru” di Matteo Renzi per i prossimi impegni elettorali. O meglio, per il prossimo appuntamento referendario sulla riforma costituzionale. Quello su cui il presidente del consiglio ha deciso di giocarsi la testa. «Se lo perdo – ha detto martedì scorso - lascio la politica».

jim messina obamajim messina obama

 

Messina e il capo del governo si erano già conosciuti lo scorso anno. Ma l’incontro finale per firmare l’accordo c’è stato mercoledì scorso a Roma. Il suo datore di lavoro fino ad ottobre sarà dunque il Pd. Il rapporto, infatti, non è con il governo ma con la segreteria del partito democratico. Si tratta di una consulenza di natura politica e non istituzionale.

 

Nel faccia a faccia di due giorni fa, i due hanno già iniziato a fissare alcuni punti fermi della prossima campagna. Il concetto di fondo sarà il “door to door”, il classicissimo porta a porta. Fu una delle mosse più azzeccate studiate nel 2012 per Obama. L’idea è di trasferirla anche nel nostro Paese. Tornare al metodo più antico, ma con sistemi moderni.

 

jim messina jim messina

Messina, però, non sarà un vero e proprio responsabile della “propaganda” referendaria. Suggerirà una strategia di fondo. Soprattutto metterà a punto i criteri per organizzare i comitati per il sì. In modo particolare preparerà i “sostenitori” che gireranno casa per casa. Si concentrerà su una sorta di “formazione” per i “volontari del referendum”. Spiegherà dove bussare e quando farlo. E quale tipo di messaggio trasmettere.

 

Il tutto basato sui metodi americani di analisi dei dati. Per Messina, infatti, la vera bussola è da cercare nei “Big data”. Raccogliere il maggior numero di informazioni, scomporle, riaggregarle e poi analizzarle. Il primo passo, ad esempio, sarà lo studio della distribuzione territoriale degli elettori. Se fossimo negli Stati Uniti si tratterebbe di segnalare i flussi e i punti deboli di ogni singolo collegio. L’obiettivo è organizzare i famosi “focus group” provincia per provincia. Accompagnati da sondaggi su base nazionale e locale.

 

jim messina  jim messina

Due dei suoi “soci” – le basi operative resteranno a Washington e Londra - si trasferiranno stabilmente a Roma da aprile. Non è un caso che proprio Renzi nei giorni scorsi abbia annunciato l’avvio della campagna referendaria subito dopo l’approvazione in Parlamento della riforma costituzionale. Una circostanza che obbligherà il ”super-esperto” a stelle e strisce a tener conto anche delle elezioni amministrative che si terranno a giugno. La sovrapposizione dei due impegni è evidente. E seguirà con attenzione anche la “corsa” dei candidati democratici a Roma, Milano, Torino e Napoli.

 

JIM MESSINAJIM MESSINA

Messina ha garantito la sua presenza nei momenti chiave. Il “campaign maker” statunitense del resto vola spesso nel nostro paese. Come si capisce dal suo cognome ha origini italiane e uno degli episodi che preferisce raccontare è legato alla sua vita privata: «A Firenze ho chiesto a mia moglie di sposarmi». Anzi, da allora proprio in Toscana ha deciso di comprare casa e di trascorrere parte delle sue vacanze.

 

Renzi non è il primo a ricorrere ai grandi consulenti americani. In passato lo fece già Francesco Rutelli nel 2001 con Stanley Greenberg, lo stratega di Bill Clinton. Nel 2006 Silvio Berlusconi accettò il consiglio di George Bush e si affidò ai servizi di Karl Rove, l’uomo-ombra dell’allora presidente Usa. E nel 2013 Mario Monti si rivolse a David Axelrod, uno degli artefici delle campagne di Clinton e dello stesso Obama. Ma ancora più di recente addirittura il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, chiamò lo scorso giugno Mike Moffo, altro uomo dello staff obamiano, per la conferma al comune.

MARIA ELENA BOSCHI E RENZIMARIA ELENA BOSCHI E RENZI

 

Messina, che potrebbe essere lo “stratega” anche di Hillary Clinton se vincerà le primarie dei democrats, arriva in Italia dopo tre successi. La conferma, appunto, del presidente Usa nel 2012. La vittoria del premier inglese Cameron nell’ultima competizione elettorale e in quella cruciale nel referendum per l’indipendenza della Scozia. Un precedente che ha pesato non poco nella scelta del segretario democratico. È stata determinante la circostanza di aver già sperimentato una competizione referendaria in cui non si cura l’immagine di un candidato ma di un progetto. E in cui gli elettori sono chiamati a una scelta univoca: si o no.

GEORGE W BUSH E KARL ROVE GEORGE W BUSH E KARL ROVE

 

Ovviamente il ”guru” renziano non lavorerà in Italia a titolo gratuito. Il contratto, stipulato dal Pd, prevede un compenso che si avvicina ai 100 mila euro. Ma c’è anche un’opzione: in caso di vittoria, ci sarà anche la conferma per le prossime elezioni politiche.

 

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)