gruber berlusconi

CARLITO ROSSELLA MEMORIES – “QUANDO ERO DIRETTORE DEL TG1 BERLUSCONI ERA MOLTO PREOCCUPATO DA LILLI GRUBER. MI DICEVA: "IERI LA GRUBER HA CONDOTTO CON UNA GIACCHETTINA DRITTA DI PELLE NERA. MI SEMBRAVA HELGA, LA BELVA DELLA BAVIERA". OPPURE: "HO VISTO LA GRUBER CHE COME AL SOLITO SI METTEVA DI TRAVERSO SULLO SCHERMO, E CITANDOMI MI GUARDAVA DI SBIECO!". FRA L'ALTRO PENSO CHE IL SOSPETTO DI SILVIO FOSSE VERO. LILLI NON AMAVA BERLUSCONI ED ERA SEMPRE NELLA MIA STANZA, A LAMENTARSI DI QUALCOSA. E OGNI VOLTA CHE LE DOMANDAVO UNA COSA MI FISSAVA COME PER CHIEDERMI: "QUESTO TE LO HANNO CHIESTO DA ARCORE?"

CARLO ROSSELLA

Luca Telese per “la Verità”

 

Carlo, solo tu puoi spiegare veramente cosa succede in Rai, quando l' informazione entra in cortocircuito con la politica.

(Risata, tono stupito) «Dici davvero? Temo sia compito troppo arduo per chiunque, figurati per me, che sono in signore un po' fuori moda».

 

 

Sei stato nominato al Tg 1 proprio dopo la prima vittoria di Silvio Berlusconi, accolto come un mozzatore di teste, con le barricate che si sollevavano nei corridoi.

«Vero, le barricate ci furono. Ma non sarei onesto se non dicessi, come ti racconterò tra poco, che vennero smobilitate con altrettanta rapidità».

 

Ci sono analogie con quello che accade in questi giorni?

CARLO ROSSELLA LUISA TODINI E PAOLA SANTARELLI

«Fammi capire: vuoi che ti dica che cosa penso del caso Maglie o che ti racconti la mia esperienza?»

 

MARIA GIOVANNA MAGLIE

Entrambe le cose. Nel 1994 eri un ex comunista diventato berlusconiano, che Letizia Moratti nominava nel ruolo più delicato di tutta l' informazione Rai.

«Sì. E venivo indicato, come tutti sapevano, in quota Forza Italia. Alla Rai accade così dalla notte dei tempi».

 

Così come?

«Ci sono la lottizzazione e lo spoils system. Chi vince sceglie i suoi e li piazza nei ruoli chiave.

Punto».

 

E a quel punto inizia il fuoco di contraerea.

«Ovvio: provano ad abbatterlo prima e a condizionarlo poi. È la prassi. Ma chi si stupisce e grida allo scandalo per la lottizzazione, o non ha memoria o fa finta di averla persa».

 

Tu non sei gialloblù, vero?

letizia moratti

«Stai scherzando? Io penso che il sovranismo sia un grande pericolo, sia per l' Italia che per l' Europa».

 

Anche Maria Giovanna Maglie ha idee sovraniste, però.

CARLO ROSSELLA ELICOTTERO MILITARE

«Io prima di ogni altra cosa giudico la qualità e lo spessore di un collega, non le sue idee. Ma la cosa strana è che adesso, più di ogni altra cosa, le rimproverano di essere stata craxiana. È un tipo di argomentazione polemica che, ti devo dire, mi fa sorridere».

 

In che senso?

«Maria Giovanna è stata prima comunista, poi craxiana, poi berlusconiana di centrodestra, poi antiberlusconiana di centrodestra, poi salviniana, ma di rito trumpiano, e oggi - chissà quanti passaggi mi sfuggono - è probabilmente sovranista».

 

E quindi?

«Di fronte a una biografia intellettuale così densa e complessa fare una polemica su cosa lei pensasse di Bettino Craxi fra il 1984 e il 1992, a me pare follia. Io per esempio ero stato comunista negli anni Sessanta e Settanta. Cosa c' entrava con quello che sono stato 20 anni dopo?».

 

Non è normale «watch dog», magari un po' estremo?

Gruber Berlusconi

«Mi sembra la parodia di una caccia alle streghe. Solo in Italia uno fa un errore da chierichetto a 12 anni e questo viene tirato fuori per essergli rimproverato a 80 anni, magari quando sta diventando sottosegretario...».

 

Oggi alla Maglie ricordano anche le sue spese degli anni Novanta.

«Ma perché dovrebbe star zitta? Per queste storie arcaiche? È ridicolo. Anche questa strana idea che la Maglie prenda "il posto di Enzo Biagi" fa ridere».

 

Quello spazio però fu creato per Biagi.

«E allora vuol dire che la Maglie può ricoprire il ruolo che fu di Enzo Biagi. Ma sono anche passati 20 anni da quando c' era Biagi! Per quella fascia sono passati tanti colleghi».

carlo rossella

 

Pigi Battista, Riccardo Berti, Giuliano Ferrara...

«Il palinsesto è uno spazio, non un luogo di culto. La Maglie andrà a occupare un angolo di palinsesto, non il pulpito di una chiesa. Gli angoli della programmazione non sono luoghi sacrali».

 

Anche in America si fanno le pulci a chi assume ruoli di primo piano.

 

«Lo so bene. Ma ciò non significa che per questo sia una buona abitudine. E poi lì ci sono il bipartitismo, lo spirito protestante... Qui da noi siamo tutti peccatori e spergiuri, questo rigore, per di più presunto, fa davvero ridere».

 

Oggi Carlo Rossella è presidente della Medusa. Vive nel mondo del cinema e della produzione, ma non perde una battuta di quello che accade nel mondo del giornalismo, che per anni ha continuato a raccontare per telegrammi nella sua rubrica sul Foglio. Ma ai gialloblù dice: «Attenti, Rai 1 non orienta più le masse».

 

Torniamo a cosa accadde quando tu entrasti in Rai.

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 8

«Io, come è noto, sono stato comunista. Ma per ovvi motivi questo all' epoca non dava fastidio a nessuno».

 

Perché prendevi il posto di un direttore di sinistra.

«Ovvio. Non c' è stato accanimento per il mio passato, ma c' è stato invece un tentativo di screditarmi per il mio presente berlusconiano».

 

Quel Tg 1 che trovasti era molto «di sinistra»?

«Tutti lo consideravano tale. Indubbiamente c' erano molti giornalisti importanti di sinistra, e fra l' altro molto bravi».

 

Maria Giovanna Maglie

Adesso tu mi dirai che con Berlusconi non ci parlavi mai.

«Che dici? Ci parlavo di continuo».

 

Fammi un esempio.

«Era molto preoccupato da Lilli Gruber».

 

Dici sul serio? Era il periodo dei capelli rosso fuoco.

«Ecco tu ti immagini che Berlusconi partisse da problemi politici.

Invece mi diceva cose del tipo...».

 

Del tipo?

«"Ieri la Gruber ha condotto con una giacchettina dritta di pelle nera. Mi sembrava Helga, la belva della Baviera"».

 

 

SILVIO BERLUSCONI E LILLI GRUBER A OTTO E MEZZO jpeg

Strepitoso.

«Oppure mi chiamava e diceva: "Ho visto la Gruber che come al solito si metteva di traverso sullo schermo, e citandomi mi guardava di sbieco!"».

 

Stupisce che il Cavaliere la considerasse così importante.

«Per uno come lui che era la televisione fatta a persona, la conduttrice del Tg 1 era - giustamente - un ruolo chiave. Un giorno mi disse: "Carlo, guardala bene: lei mi odia!"».

 

Ah ah ah.

«Fra l' altro penso che il sospetto di Silvio fosse vero. Lilli non amava Berlusconi ed era sempre nella mia stanza, a lamentarsi di qualcosa».

 

Avevate un buon rapporto o no?

«Sì, anche se spesso era un po' conflittuale. Ogni volta che le domandavo una cosa, nei primi tempi, mi fissava come per chiedermi: "Questo te lo hanno chiesto da Arcore?"».

 

Ma quante teste hai tagliato tu?

silvio berlusconi convegno forza italia

«Nessuna. Avevo l' Usigrai in ufficio, tutti i giorni, che mi ricordava il soviet dei bei tempi andati: "Allora, direttore, tu devi nominare tizio, caio e Sempronio"».

 

E tu?

«Dicevo di sì e me ne fregavo, ovviamente. Mi hanno passato al setaccio, ma non hanno potuto rimproverarmi un solo titolo fazioso».

 

Un po' commissario politico sei stato.

«Io sono stato nominato da Berlusconi. Ma ho fatto un Tg1 come volevo io, non certo come lo voleva Berlusconi. Non prendevo ordini, da nessuno».

 

Quale è il rimprovero più feroce che ti possano fare, in Rai?

«Esiste una lingua tutta particolare. Entra uno, nel tuo ufficio, parla in modo molto educato e poi lo dice».

carlo rossella

 

Cosa?

«Questa frase: "Non è nella logica del servizio pubblico". Il servizio pubblico è il Vangelo della Rai».

 

Il Tg1 è il suo approfondimento di opinione, malgrado i suoi cambi di nome, conta ancora così tanto?

«Vuoi il mio parere? Non più».

 

Allora lo era?

«Sì. Ma perché il Tg 1 era più forte di noi. Non c' erano ancora internet, l' informazione in rete, i social network. Allora dispensavi il verbo, adesso arrivo buono ultimo».

 

La Maglie non farà egemonia culturale?

«Glielo auguro. Ma non credo. Ci sono, per fortuna, tante voci diverse nell' informazione italiana».

Maria Giovanna Maglie

 

Invece ai tuoi tempi...

«Era il nutrimento serale del Paese. Quando dicevi una cosa diventava Verbo. Ma se sbagliavi ti massacravano. Dirigere era come camminare su un filo».

 

Sei stato cacciato?

«No, perché me ne sono andato il giorno prima. Ma sarebbe accaduto di sicuro».

 

Qualcuno ti diede un avviso di sfratto?

«Al contrario. Massimo D' Alema, che conoscevo bene, mi disse: "Perché ti sei dimesso? Potevi anche restare, non ti avremmo mai mandato via"».

 

È giusto lo spoils system in Rai?

«È sempre esistito, esiste, e sempre esisterà».

 

I gialloblù sono come gli altri?

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

«Io devo dirti che non ho mai visto una occupazione della Rai come quella di oggi. Oggi c' è un giro di vite bello tosto. Sento i miei vecchi amici che ne avvertono la presenza».

 

Chi, chi?

«Non faccio il delatore. Questi dei 5 stelle non conoscono il potere e quindi mettono le mani dappertutto. Matteo Salvini, invece, lo conosce bene quindi mette mano dappertutto».

 

Dicono che sia lui a volere la Maglie.

MARIA GIOVANNA MAGLIE

«Ti ripeto: la Maglie è una donna libera che dirà quello che vuole lei, non quello che vuole lui. Ma se si illudono di prendere voti con la tv ne perderanno».

 

Perché?

«La tv non ha più la credibilità che aveva una volta. E i giornalisti non hanno più l' influenza di un tempo. Lo vedremo alle prossime elezioni europee».

 

Tu con chi stai?

(Risata) «Io sono per l' Europa.

Sono contro il sovranismo e contro tutte queste amene stronzate che vanno per la maggiore ora».

 

E cosa vuoi?

«Sono a favore del vecchio».

 

Cioè?

«La penso come il mio amico Giuliano Ferrara, l' antieuropeismo è rozzezza. Siamo diventati il grande malato d' Europa».

TRES AMOUROSE GIULIANO FERRARA CARLO ROSSELLA

 

Per chi voti?

«Non lo so ancora e non te lo dico. Potrei votare indifferentemente per Berlusconi o per il Pd».

 

Non gialloblù, dunque.­

(Sorriso) «Lo dico con eleganza, alla francese: "Ils me font chier". Peró non tradurre, così non scandalizziamo le signore».

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