DE PROFUNDIS PER LA SUPERTASSA DEL 75% DI HOLLANDE

Paolo Saccò per "Lettera43.it"

I paperoni francesi possono dormire sonni (quasi) tranquilli. La famosa tassa del 75% sui redditi superiori a 1 milione di euro promessa da François Hollande in campagna elettorale, e censurata perché «incostituzionale» e «confiscatoria» dai garanti della legge francese, sembra destinata a essere rivista al ribasso.

SOGLIA AL 66,66% DEL REDDITO. I membri del Consiglio di Stato, infatti, hanno deciso, secondo alcune indiscrezioni rivelate dal Figaro, che la soglia massima della «tassa sui ricchi» non potrà superare il 66,66% del reddito annuo del contribuente.
Già smentita dal portavoce del governo Najat Vallaud-Belkacem, la notizia ha comunque avuto l'effetto di una bomba e sono in molti a pensare che si tratti dell'ennesima promessa non mantenuta dal capo dello Stato.

«Il Consiglio non si è ancora pronunciato», ha spiegato la Belckacem, «si tratta semplicemente di speculazioni senza alcun fondamento». Il problema è che il Figaro sostiene di aver ottenuto l'informazione dalla sezione delle finanze del Consiglio stesso, e se è vero che il testo definitivo deve ancora essere approvato dall'assemblea generale dell'istituzione, sarebbe molto strano trovarsi di fronte a un avviso completamente denaturato al momento della trasmissione al governo.

TASSA RISTRETTA. Insomma, la nuova tassa non potrà essere superiore al 66,66% per ogni famiglia francese. Da parte sua, il ministro del Lavoro, Michel Sapin, ha cercato di rassicurare la popolazione spiegando che la «nuova tassa non sarà allargata ad altri strati sociali». In poche parole, «l'obiettivo resta quello di far contribuire tutti allo sforzo nazionale in maniera corretta e giusta».

Una tassa «folle» e «complessa da mettere in atto»
Per quanto riguardo il dispositivo, il Consiglio avrebbe suggerito nel suo avviso di «considerare tutte le forme di reddito» e non semplicemente quelle derivanti dal lavoro. Se a questo si aggiunge che la tassa dovrà essere «applicata alle coppie e non alle singole persone», l'imposta finale dovrebbe abbattersi sulle famiglie dichiaranti più di 2 milioni di euro.

«Nonostante la loro creatività in materia fiscale», ha ironizzato lo stesso Figaro, sembra proprio che al partito socialista «abbiano raggiunto i loro limiti di fantasia». Per il giornale filo Ump, la tassa del 75% starebbe portando Hollande e la sua squadra «dritti contro un muro».

FARDELLO PESANTE. «Quello che meno di un anno fa è si era rivelato un vero e proprio colpo di poker vincente durante la campagna elettorale», ha infierito Le Figaro, «ora si è trasformato in un fardello pesantissimo» da portare avanti.
E all'Eliseo sono tanti quelli che vorrebbero letteralmente sbarazzarsi della questione. Una tassa «folle» e «complessa da mettere in atto» che porterebbe «sicuramente tantissimi problemi» e i cui «vantaggi sono ancora tutti da verificare». Non è un segreto che, anche con il tasso del 75%, la manovra «porterebbe pochissimo nelle tasse dello Stato».

SOLO ETICA FISCALE. «Era già moribonda da tempo, ora (anche se non è ancora ufficiale) è stata sepolta», ha scritto Libération. E questo, nonostante il concetto stesso di «tassa confiscatoria» sia da verificare e molti esperti sostengano che il principio in realtà «non esista».

Insomma, si tratterebbe di una decisione fondata più sull'«etica fiscale» che su una «profonda riflessione economica». In fondo, il 66,66% «non è altro che i due terzi» del reddito, ha scritto Libé. Senza contare che, nonostante le parole confortanti di alcuni esponenti del governo, «dal momento in cui s'inseriscono i redditi del capitale e la famiglia, il numero di contribuenti soggetti all'imposta è destinato ad aumentare».

 

FRANCOIS HOLLANDE depardieu con il passaporto russoLIBERATION LE DONNE DEL GOVERNO HOLLANDE FILIPPETTI VALLAUD BELKACEM PELLERIN BATHO

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…