“RUBY, 7 ANNI A BERLUSCONI SONO TROPPI” - INCREDIBILE MA VERO, NON LO DICE SALLUSTI MA MARCO LILLO DEL “FATTO QUOTIDIANO” - A NORMA DI LEGGE SEVERINO, LA CONDANNA E’ TROPPO ALTA - E LA QUESTURA NON E’ VITTIMA

Marco Lillo per "il Fatto quotidiano

 

Per una volta i legali di Berlusconi non hanno tutti i torti: la condanna di primo grado nel caso Ruby non sta in piedi. Se la pena fosse ridotta in appello non sarebbe uno scandalo.

MINETTI FEDE MORA BERLUSCONI RUBY BUNGA MINETTI FEDE MORA BERLUSCONI RUBY BUNGA

La condanna a sei anni (più l’anno per prostituzione minorile) per la telefonata del 27 maggio 2010 con il dottor Piero Ostuni, punisce troppo severamente Berlusconi e assegna alla Questura la patente immeritata di vittima. Secondo i giudici, Berlusconi ha posto in essere una concussione per costrizione contro Piero Ostuni, il capo gabinetto della Questura di Milano, raggiunto nel cuore della notte per chiedergli di far consegnare Ruby a Nicole Minetti.

 

Quando c’è costrizione, dopo la riforma Severino del 2012, il minimo di pena è di 6 anni. La vecchia concussione (compresa quella per induzione) prevedeva pene da 4 a 12 anni mentre la nuova induzione indebita introdotta dalla legge Severino va da 3 a 8 anni. Per evitare il mezzo colpo di spugna per l’induzione contestata dal pm a Berlusconi, il Tribunale ha ricondotto la telefonata di Berlusconi alla costrizione e gli ha affibbiato 4 anni più 2 per l’aggravante. In tal modo la Questura resta una vittima e la legge Severino non produce alcun effetto in favore dell’ex premier, come invece è stato per il Pd Filippo Penati.

 

berlusconi ruby mubarak f berlusconi ruby mubarak f

Il pm Ilda Boccassini aveva usato il verbo “indurre” nel capo di imputazione, ma con una forzatura argomentativa il Tribunale di Milano ha sostenuto che semanticamente la parola induzione usata dall’accusa non esclude la condotta di costrizione. Nel caso concreto però la verità sembra un’altra.

 

Il governo Monti ha fatto un bel favore a Berlusconi come al Pd Filippo Penati, che l’ha fatta franca grazie alla stessa legge Severino. La concussione per induzione è stata assorbita da un nuovo reato: l’induzione indebita a dare o promettere, che però punisce anche chi fa non solo chi riceve il favore. Nello schema iniziale dell'accusa, la liberazione di Ruby era l'utilità concessa al pubblico ufficiale Berlusconi che aveva indotto la Questura, vittima del reato, a fargli il favore.

NICOLE MINETTI NICOLE MINETTI

 

La legge Severino ha fatto saltare questo schema e ha lasciato al giudice un’alternativa secca: o il pubblico ufficiale Berlusconi ha realizzato una costrizione e allora va punito severamente con la pena della vecchia concussione e in questo caso Ostuni è una vittima. Oppure c’è stata solo un’induzione indebita a liberare Ruby e allora la pena scende a un minimo di 3 anni (massimo 8) ma è colpevole non solo Berlusconi ma anche chi gli ha fatto il favore.

 

In altri termini: se Berlusconi non ha costretto nessuno, il capo di gabinetto della Questura passa da vittima a complice, comunque non punibile perché nel 2010 la legge vigente non puniva quel comportamento. La sentenza invece opta per la costrizione e lascia sullo sfondo il ruolo della questura che comunque ha consegnato una minorenne a Nicole Minetti, poi condannata in primo grado per favoreggiamento della prostituzione, e a Michelle Conceicao, una 32enne che arrotondava facendosi pagare dagli uomini.

 

Paola Severino Paola Severino

La scelta di contestare la costrizione è figlia della posizione assunta dal Procuratore Edmondo Bruti Liberati, che il 2 novembre 2010, dichiarò: “La Questura ha operato correttamente con Ruby”. Anche per il Procuratore della Corte d’Appello Piero De Petris, la “concussione è per costrizione” perché nelle parole di Berlusconi quella notte c’era “una minaccia implicita, un intento intimidatorio che emerge lampante”. La prova? Secondo De Petris, i funzionari della Questura si accorsero subito che Ruby non era la nipote di Mubarak ma non dissero nulla al premier proprio per il loro stato di costrizione.

Mario Monti Mario Monti

 

La tesi è debole. In mancanza della registrazione vale il resoconto di Ostuni che non fa mai riferimento a ordini o toni imperiosi. La sensazione è che la Questura si sia messa a tappetino appena ha sentito la voce del presidente. La concussione è un reato basato sul metus publicae potestatis e presuppone lo stato di soggezione derivante dall'abuso della qualità o funzione. In questo caso già c'è una vittima atipica: un funzionario pubblico e non un privato. Inoltre la Cassazione ha stabilito che per esserci costrizione la condotta del concussore deve “limitare radicalmente la libertà di autodeterminazione del destinatario”.

 

E a Ostuni un margine di libertà restava eccome. Poteva benissimo richiamare Berlusconi e dire: “Scusi presidente ho verificato: Ruby è marocchina, non è egiziana e non è nipote di Mubarak. Viste le disposizioni ricevute dal pm, se non le dispiace, noi aspettiamo domani mattina per parlarne con il magistrato”.

 

PENATI PENATI

Se non l’ha fatto non è stato per una costrizione di Berlusconi ma per una sua scelta. Con tutta probabilità Berlusconi avrebbe battuto in ritirata e, se fosse andato avanti con le sue richieste, allora sì che si sarebbe potuta ipotizzare una costrizione degna di sei anni di galera. La condanna magari venerdì sarà confermata in Appello, ma più difficilmente reggerà in Cassazione.

 

Sarebbe meglio forse dichiarare subito l’amara verità: la legge Severino ha sostituito il reato contestato all’ex premier con uno diverso, punito con pena più blanda. La motivazione potrebbe suonare così: “Berlusconi non deve essere condannato a 6 anni ma a 4 anni perché il reato è stato abolito dallo stesso imputato con la complicità di Monti, Severino, Alfano e Bersani. Non c'è stata costrizione ma semplice induzione e la Questura non è una vittima perché era libera di reagire con la forza della legge.

 

michelle conceicao michelle conceicao

A malincuore, diamo atto a Berlusconi e soci di essere riusciti nel capolavoro di ridursi la pena con una legge denominata dai giornali senza sprezzo del ridicolo ‘anticorruzione’”. Una sentenza così motivata sarebbe più equa e avrebbe anche il pregio di ricordare a tutti un'amara verità: se l’Italia si trova in queste condizioni non è solo per colpa di un premier che faceva il bunga bunga e poi telefonava alla Questura. Ma anche perché c’erano e ci sono tanti funzionari che invece di resistere alle pressioni preferivano assecondare la sua volontà. Oltre a una sinistra che preferiva l'inciucio all'opposizione pur di approvare leggi utili sia a Berlusconi che ai compagni, come Penati.

EDMONDO BRUTI LIBERATI EDMONDO BRUTI LIBERATI

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...