RUSSIA RIOT - DAL CARCERE PARLA NADEZHDA TOLOKONNIKOVA, LA LEADER POLITICA DELLE PUSSY RIOT - “AMO LA RUSSIA MA ODIO PUTIN. LA SUA ONNIPOTENZA È UN’ILLUSIONE. LO SI CAPISCE DALLA MACCHINA PROPAGANDISTICA CHE HA MESSO IN PIEDI” - “SIA LA CHIESA SIA PUTIN RIFIUTANO L’OCCIDENTE, FEMMINISMO COMPRESO” - “LE NOSTRE SONO PERFOMANCE DI ARTE MODERNA” - “VOGLIAMO LA RIVOLUZIONE IN RUSSIA”…

Articolo del "Der Spiegel" distribuito da The New York Times Syndicate - Traduzione di Carlo Antonio Biscotto

A Mosca c'è un solo carcere per donne in attesa di giudizio. Ospita 1300 detenute ed è conosciuto col nomignolo di "Bastiglia". Qui le Pussy Riot, condannate in primo grado per aver realizzato un video nel quale cantavano "Madre di Dio, caccia Putin", attendono l'esito dell'appello. Nadezhda Tolokonnikova, 22 anni, è considerata la leader politica del gruppo, anche perché vantava già una considerevole militanza nei gruppi di opposizione a Putin.

Come sono le sue giornate in prigione?
Sopportabili. È pur sempre una prigione russa con tutto il suo charme sovietico. Il sistema carcerario russo rimane ancora oggi una via di mezzo tra una caserma e un ospedale. Sveglia alle 6, colazione e ora d'aria. Il resto della giornata lo passo scrivendo o leggendo. Oggi, ad esempio, ho letto la Bibbia e un libro del filosofo marxista sloveno Slavoj Zizek.

Si pente dell'iniziativa di protesta all'interno della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca?
No, niente affatto. Il processo contro di noi è stato importante perché, condannandoci a due anni di prigione senza che avessimo commesso alcun reato, il sistema putiniano ha emesso una sentenza contro se stesso.

Lei ha una figlia di 4 anni. Non pensa che il suo comportamento sia stato irresponsabile nei suoi confronti?
Chi ha paura dei lupi non si avventura nella foresta. Io non ho paura dei lupi. Lotto perché mia figlia possa crescere in un Paese libero.

C'è chi vi considera delle eroine e c'è chi giudica di cattivo gusto le vostre iniziative. Quando era incinta prese parte completamente nuda a una manifestazione al Museo Biologico per protestare contro la politica demografica del Cremlino.
I gusti sono un fatto personale. Le nostre sono performance di arte moderna.

Cosa pensano i suoi genitori di queste performance?
Mio padre dopo la manifestazione al Museo Biologico non mi ha rivolto la parola per due mesi. Ma solo perché non lo avevo invitato ad assistere.

Avete iniziato con il collettivo di artisti Voina, che significa "guerra". Contro chi siete in guerra?
Le iniziative di Voina erano una prova di forza tra la società civile e il governo.

Qual è l'obiettivo delle Pussy Riot?
La rivoluzione in Russia. Vogliamo una Russia diversa e lo facciamo traducendo in azione le nostre idee libertarie.

Ama il suo Paese?
Amo la Russia, ma odio Putin.

Putin è uno degli uomini più potenti della terra.
L'onnipotenza di Putin è una illusione. Lo si capisce dalla mastodontica macchina propagandistica che ha messo in piedi. In realtà il presidente è patetico e spregevole.

Come mai avete suscitato l'interesse internazionale per il problema dei diritti umani in Russia più dell'assassinio di alcuni giornalisti o dell'approvazione di leggi repressive?
Perché la nostra performance non era banale. Siamo state capaci di portare lo scontro tra governo e società civile all'interno di un contesto religioso, politico e sociale. Il regime di Putin assomiglia alle società tribali e ai regimi dittatoriali del passato.

Le vostre dimostrazioni non hanno come bersaglio solamente Putin, ma più in generale il capitalismo. Oleg Vorotnikov, un esponente di Voina, ha anche giustificato la "spesa proletaria".
Sì, facciamo parte del movimento anti-capitalista internazionale nel quale si riconoscono anarchici, trozkisti, femministe ecc. Il nostro anti-capitalismo non è né anti-occidentale né anti-europeo. Ci consideriamo parte dell'Occidente e frutto della cultura europea. Ci dà fastidio l'inefficienza del consumismo, ma non ci proponiamo di distruggere la società consumistica. Il fulcro della nostra ideologia è la libertà e il concetto di libertà è un concetto occidentale.

Voi siete femministe. Cosa caratterizza le donne russe oggi?
Le donne russe sono stritolate da due stereotipi: quello occidentale e quello slavo. Disgraziatamente in Russia domina ancora la vecchia concezione della donna regina del focolare, della donna che cresce i figli senza alcun aiuto dell'uomo. È una concezione che la Chiesa ortodossa contribuisce a diffondere e che rende schiave. L'ideologia di Putin si muove nella medesima direzione. Sia la chiesa sia Putin rifiutano l'Occidente, femminismo compreso. Ma anche qui da noi il movimento di liberazione delle donne ha una tradizione e fu soffocato da Stalin. Speriamo risorga.

Sceglierebbe ancora un luogo di culto per tenervi una manifestazione di protesta?
Siamo artisti e gli artisti non si ripetono mai. Comunque il video e il testo non potevano in alcun modo offendere i sentimenti religiosi dei credenti. I media controllati dal governo hanno offerto una rappresentazione distorta della realtà accusandoci di odio religioso.

Al processo ha citato il Vecchio e il Nuovo Testamento. Lei è religiosa?
Non credo in Dio, ma considero la religione un aspetto importante della cultura.

La chiesa ha chiesto clemenza per le Pussy Riot.
Non è vero. La chiesa ha chiesto clemenza solo dopo che era stata resa nota la sentenza.
Perché non ha parlato prima?

In tribunale si è paragonata a Fiodor Dostoevskij e Alexander Solgenitsin. La notorietà le ha dato alla testa? Solgenitsin ha trascorso 8 anni in un gulag. E Dostoevskij fu condannato a morte e graziato quando si trovava già dinanzi al plotone di esecuzione.
Non volevamo fare alcun paragone. Volevamo solo sottolineare che l'atteggiamento del governo nei confronti del dissenso è esattamente lo stesso.

Diversi oppositori pensano che con la performance nella cattedrale abbiate esagerato. Aleksey Navalny, il più noto politico di opposizione, ha definito la vostra performance "stupida". Avete per caso diviso l'opposizione?
Navalny ci ha lodato quando sulla Piazza Rossa abbiamo detto che Putin era un vigliacco. Sì, è vero vogliamo dividere, ma non l'opposizione. Vogliamo svegliare quella parte della società che finora è rimasta inerte e ha preferito rimanere tranquilla a casa invece di scendere in piazza a difesa dei diritti civili. La vera spaccatura al momento è quella tra il governo e la maggioranza silenziosa dei russi.

Dal giorno del vostro arresto c'è qualcosa che vi ha fatto particolarmente piacere o dispiacere?
La straordinaria pubblicità data dai mezzi di informazione di tutto il mondo al nostro caso è stata una piacevole sorpresa. La reazione del governo ce l'aspettavamo. Mi ha fatto piacere il sostegno ricevuto da moltissima gente oltre che dagli amici.

Avete fatto appello. Vi aspettate una riduzione della pena?
Non mi interessa.

Teme per la sua vita una volta che vi manderanno in una colonia penale?
Sono le autorità a dover avere paura non noi.

Una volta uscite di prigione sfrutterete la vostra fama per fare soldi? O magari entrerete in politica?
A che serve parlare di cose del genere fin tanto che in Russia ci sarà un sistema autoritario?

 

VLADIMIR PUTIN PUSSY RIOTPussy-Riotpussy riotMADONNA PUSSY RIOT pussy riot LE RAGAZZE DELLA BAND PUSSY RIOT Pussy RiotUNA DELLE PUSSY RIOT IN TRIBUNALE LE PUSSY RIOT jpegPUSSY RIOT FANS

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...