renzi pd

SALUTAME RENZI! – LA CONSULTA NON SOLO BOCCERA’ L’ITALICUM (VARATO, SU ORDINE DI MATTEO, CON VOTI DI FIDUCIA), MA LA RIFORMA ELETTORALE NON SARA’ “AUTOAPPLICATIVA”: SERVIRA’ UNA LEGGE UNICA PER CAMERA E SENATO – CANCELLATI BALLOTTAGGIO (TANTO CARO AL DUCETTO) E CANDIDATURE PLURIME DEI CAPILISTA – SEMPRE PIU’ LONTANO IL VOTO ANTICIPATO

Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera

ConsultaConsulta

 

Le tavole della nuova legge elettorale non scenderanno dal palazzo della Consulta. Se infatti è pressoché certo che il sistema chiamato Italicum non passerà indenne il vaglio di legittimità costituzionale cui sarà sottoposto domani, è altrettanto probabile che dalla decisione non scaturirà un risultato che renda possibile un ricorso immediato alle urne.

LA VIGNETTA DI GIANNELLI CHE CITA DAGOSPIA: RENZI GIOCA A FLIPPER A RIGNANO CON OBAMALA VIGNETTA DI GIANNELLI CHE CITA DAGOSPIA: RENZI GIOCA A FLIPPER A RIGNANO CON OBAMA

 

Toccherà prima al Parlamento, e dunque ai partiti, intervenire per rendere omogenee le modalità di voto per la Camera e per il Senato, requisito imprescindibile più volte ribadito dal presidente della Repubblica.

 

L' Italicum voluto da Renzi riguarda solo l' elezione dei deputati, ed era congegnato per un ordinamento che prevedeva la fiducia al governo accordata solo a Montecitorio, togliendo di mezzo il voto del Senato. Ma la vittoria dei no al referendum costituzionale ha lasciato intatto il bicameralismo paritario che presuppone maggioranze compatibili nelle due assemblee, per assicurare la governabilità. Non sarà però la Corte, con la sua sentenza, a poter rendere sovrapponibili i due sistemi.

PALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALEPALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALE

 

La principale questione contestata con le ordinanze dei tribunali che hanno inviato la legge alla Consulta riguarda il ballottaggio, ossia il secondo turno in cui si sfidano le due liste che hanno ottenuto più voti al primo, e chi vince guadagna il premio che assicura la maggioranza dei seggi.

 

renzi e berlusconi italicumrenzi e berlusconi italicum

Per arrivare al ballottaggio non è prevista una soglia minima di consensi al primo turno, né un quorum di elettori al secondo; ciò significa che, in teoria, una lista che ha ottenuto al primo turno anche solo il 25 per centro dei voti può accedere al ballottaggio e ottenere la maggioranza assoluta dei seggi anche con una platea minima di votanti.

 

In nome della governabilità, ma con un eccessivo sacrificio dei principi di proporzionalità e rappresentanza delle assemblee elettive che la Corte costituzionale ha già stigmatizzato quando bocciò il cosiddetto Porcellum con la sentenza numero 1 del 2014. Il vizio potrebbe essere sanato con l' introduzione di una soglia minima di partecipanti al voto nel ballottaggio, ma non può essere la Consulta a introdurlo, né a stabilire a quale percentuale posizionare la soglia.

 

AULA MONTECITORIOAULA MONTECITORIO

Anche la possibilità per i capilista eletti in più collegi di decidere quello in cui dichiararsi scelto, determinando così l' ingresso a Montecitorio dei numeri due nelle altre liste bloccate, indipendentemente dal numero di voti ottenuti, presenta forti questioni di costituzionalità; si introduce infatti un peso specifico diverso dei voti espressi dagli elettori, mentre dovrebbe essere lo stesso. Se, com' è possibile, la Corte dovesse cancellare questa norma, difficilmente avrebbe la possibilità di introdurre un diverso criterio per la scelta dei secondi eletti subentranti al capolista; pure su questo punto è prevedibile che Parlamento sia nuovamente chiamato in causa.

 

AULA SENATOAULA SENATO

Altra norma dell' Italicum che dovrà essere giudicata è il premio di maggioranza assegnato alla lista (non alla coalizione) che al primo turno superi il 40 per cento dei consensi. È il caso in cui non si andrebbe al ballottaggio, e secondo alcuni tribunali che l' hanno sopposto alla Consulta sarebbe anch' esso incostituzionale per violazione dell' equilibrio tra voti espressi e seggi attribuiti.

 

Alcuni dei 13 giudici costituzionali sarebbero dello stesso avviso, ma sembra la questione più debole. Il premio di maggioranza era stato dichiarato illegittimo dalla sentenza che cancellò il Porcellum perché veniva assegnato al partito che arrivava primo senza prevedere un quorum da raggiungere; stavolta invece c' è, e piuttosto alto. Il che potrebbe metterlo al riparo da una nuova bocciatura.

 

mattarella e gentilonimattarella e gentiloni

Il borsino delle previsioni, dunque, pende verso un Italicum menomato almeno di ballottaggio e assegnazione dei seggi da parte dei plurieletti. Tuttavia, se così fosse, resterebbe una legge non immediatamente compatibile con il sistema previsto per il Senato, figlio della precedente sentenza della Corte sul Porcellum. Le correzioni da introdurre in uno dei due potrebbero essere minime (bisognerebbe ad esempio omologare le soglie di sbarramento per l' accesso alle due assemblee), ma comunque necessarie.

 

Ecco perché non potrà venire dalla Consulta una nuova legge elettorale immediatamente applicabile. Come sa bene Sergio Mattarella. Che prima di entrare al Quirinale due anni fa, è stato giudice costituzionale.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…