renato camilla soru

SALUTAME A SORU – PSICODRAMMA IN FAMIGLIA PER LE REGIONALI IN SARDEGNA. LA FIGLIA CAMILLA, ISCRITTA AL PD E CHE APPOGGIA LA TODDE, CONTRO LA DECISIONE DEL PAPA' RENATO DI CORRERE DA SOLO: “MIO PADRE È CIRCONDATO DA GENTE CHE LO CONSIGLIA MALE, DA PERSONE CHE HANNO PAURA DI LUI. AVETE PRESENTE GLI ADEPTI DI UNA SETTA COL SANTONE? COSÌ. NON HA LASCIATO NULLA. NON UNA CLASSE POLITICA, NON UN’EREDITÀ. ZERO. NON SO SE RIUSCIRÒ A PERDONARLO PER LA STRONZATA CHE MI HA FATTO, CHE CI HA FATTO. PERCHÉ SOLO SE VINCIAMO LA TROVERÒ”

Tommaso Labate per il Corriere della Sera - Estratti

 

 

CAMILLA SORU

 «Vogliamo dire la verità? Mio padre è circondato da gente che lo consiglia male ma questo è sempre successo. Si è sempre accompagnato a persone che hanno paura di lui o non sono in grado di dirgli di “no”, di segnalargli un punto di vista diverso dal suo. Avete presente gli adepti di una setta col santone? Così. Non ha lasciato nulla. Zero. Non una classe politica, non un’eredità… Ora non dico che dovesse lasciarla a me che neanche la volevo.

 

Ma diamine: gli avevo chiesto anni fa di tornare ad affacciarsi a qualche iniziativa politica e lui mi diceva che non ne aveva più voglia. Poi aveva detto che non voleva ostacolare me, mettermi in difficoltà. E com’è finita? Me lo sono ritrovato candidato contro di noi, col rischio che faccia vincere questa destra, senza neanche una telefonata prima. Io, la figlia, l’ho saputo come tutti gli altri. Adesso sa che cosa spero? Che vinciamo. Non solo per la salvezza della Sardegna ma anche per trovare la forza di perdonarlo per la stron...ta che mi ha fatto, che ci ha fatto. Perché solo se vinciamo la troverò».

 

renato soru

Un’ora di sfogo, poi Camilla Soru si abbandona a un’emozione liberatoria. La voce le si rompe. D’altronde, non è più soltanto politica. Il duello in casa Soru alle Regionali della Sardegna — dopo la discesa in campo dell’ex governatore Renato con lei, Camilla, consigliera comunale di Cagliari, che è rimasta dov’era, nel Pd, pronta a correre per il Consiglio regionale — è stato analizzato da tutti i punti di vista, dal più serio al più leggero, sull’isola e «in continente». Non è comune, in un’era di «figli di» sistematicamente attaccati al treno dei genitori, soprattutto in politica, assistere a tutto questo. Ma in tutto questo, a poche ore dalla presentazione delle liste, c’è anche il filo di un rapporto tra figlia e padre talmente consumato da potersi spezzare.

 

Non è uno scherzo. E, se mai lo è stato, adesso non lo è più. Poco prima delle 19, l’ex governatore sta per iniziare l’ennesima iniziativa pubblica. La figlia, giorni fa, ha manifestato la speranza che potesse ritirarsi per lasciare il campo del centrosinistra alla sola Alessandra Todde. Soru si limita a poche parole: «Ha fatto bene a verificare ma io le confermo che sarò candidato. È conclamato, ormai». Quando si parla della disputa familiare, la voce si fa di ghiaccio. «Parliamo d’altro, non di questo. Di questo non parlo più».

CAMILLA SORU

 

Non c’è un precedente recente, nulla che assomigli al derby in casa Soru, negli ultimi trent’anni di politica italiana. Tanto che fuori dall’Isola, all’inizio di questa storia, c’è anche chi aveva pensato a una specie di gioco delle parti. E invece sono settimane e settimane che Camilla non fa che chiedersi, del papà, «perché l’ha fatto?». Correre «sapendo di perdere, sostenuto da Rifondazione comunista, lui che è sempre stato un anti-comunista, e da qualche indipendentista, lui che è sempre stato anti-indipendentista.

 

Ma sicuro troverà una cosa per rigirarla a parole a suo favore, com’è stato per l’aver evitato di raccogliere le firme per la candidatura grazie ai consiglieri regionali del centrodestra. A comunicare è sempre stato bravo, solo in questo. Come quando ha ottenuto lo straordinario successo di essersi fatto eleggere al Parlamento europeo e poi si è fatto valere a Bruxelles giusto per percentuali di assenteismo forse mai viste prima…».

 

camilla soru 3

Una storia lacerante, che va oltre l’economia di un risultato elettorale. Padre e figlia non si sentono da ottobre, le feste sono passate senza gli auguri. «Sentire mia figlia è torturante», ha detto lui l’altro giorno. L’ex governatore è critico contro la candidatura di Alessandra Todde, che sfiderà. Ma anche su questo Camilla ha una sua versione: «Quando facemmo un’iniziativa del Pd con Todde, tempo fa, mio padre mi disse che era bravissima. Ora si scopre che non è più brava, che serve che si candidi lui. Le dico come la penso: una specie di redenzione, dal mio punto di vista, papà la ottiene solo se non fa vincere la destra. In caso contrario…».

 

(...)

camilla soru 4Renato Soru in tribunaleRENATO SORU TISCALIRENATO SORU IN TRIBUNALE DOPO LA CONDANNAcamilla soru 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…