beppe grillo

SALVATE GRILLO DAI GRILLINI – F. MERLO: “IN QUESTA ESTENUANTE FINE DELL' EPOCA A 5STELLE, SI È RIVELATO IL LEADER POLITICO PIÙ SOLIDO D' ITALIA MA ALLA TESTA DEL PARTITO PIÙ FRAGILE D' ITALIA. A DRAGHI HA REGALATO I VOTI COME UN DONO PERSONALE, E AL PAESE HA DIMOSTRATO CHE QUEL PICCOLO UNIVERSO DI SBANDATI SOLO GRAZIE A LUI È ANCORA MAGGIORANZA RELATIVA” - “HA PURE RICORDATO AGLI ASPIRANTI SCISSIONISTI CHE NON C' È FALLIMENTO SENZA TENTATIVO DI RESTYLING, DI LIFTING, SEMPRE SPACCIATI COME RITORNO AGLI IDEALI E AI VALORI DELLE ORIGINI (VAFFA, GOGNA, TURPILOQUIO)”

beppe grillo

Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

Forse potremmo chiamare "paternalismo buffo" il potere totale che Beppe Grillo ha sul suo "popolo" , un potere che nessun capo partito in Italia ha mai avuto, neppure Silvio Berlusconi che, ricco e padrone, si è sempre imposto anche grazie a un prurito di interessi, a un conflitto di pruriti, a un conflitto di interessi pruriginosi.

 

E invece a Beppe Grillo, pur essendo il leader che fisicamente non c' è, basta parlare, vale a dire urlare, ghignare e tossire che è appunto il suo modo burlesco di vivere, di recitare e di comandare.

 

GRILLO CRIMI DRAGHI

Grillo, che non partecipa più alla vita politica perché - spiegò lui stesso - lo rendeva "stanchino", gli scaricava cioè le pile, lo mandava in luna calante che per un comico è crisi creativa, è però l' uomo del momento fatale. Stefan Zweig ne aveva contati 14: quattordici vite che riassumono il mondo.

PALMIRO TOGLIATTI ENRICO BERLINGUER

 

Ebbene Grillo è il quindicesimo Momento Fatale. E infatti sabato, nel quarto giorno dell' era Draghi, il Garante, carica a vita non sfiduciabile e non revocabile, ha lasciato la sua tenda nera nella spiaggia di Bibbona e in soli 45 minuti di scorreria romana ha imposto "un contrordine grillini" che neppure a Togliatti sarebbe riuscito senza almeno un congresso e un lunghissimo dibattito su Rinascita e sull' Unità .

 

grillo di maio

Grillo è invece arrivato, ha riunito tutti i frati del convento, da Di Maio sino a Conte, e li ha subito scaldati. Con quella tonalità in escalation che tutti gli conosciamo e con la recitazione epica e giullaresca della "Banda dei sospiri" descritta nel racconto di Gianni Celati, li ha maltrattati e conquistati.

 

Alberto Airola, Barbara Lezzi, Beppe Grillo, Giorgio Sorial, Laura Castelli - referendum contro l euro - 2014 1

Quale leader politico picchia per sedurre (condurre a sé) i suoi devoti? Non ha risparmiato a Conte l' ironia da Bagaglino, «per rilanciarti ci vorrebbe un Recovery fund apposta per te», e a tutti ha imputato la sconfitta come un delitto, «se si vota adesso, il Movimento è finito, e la colpa è solo vostra, tutta vostra; senza Draghi siete fi-ni-ti"».

 

Ma sicuramente non ce l' avrebbe fatta senza quella grande sintonia che a volte si crea tra chi le dà e chi le prende: più Grillo li malmenava e più i loro applausi soffocavano le sue parole.

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

 

E infatti il suono di quest' accordo arrivava ai cronisti in strada sotto forma di urla e di risate, che non erano scoppiettii di liti e di scontri ma al contrario la prova dell' armonia tra chi convinceva e chi voleva essere convinto, tra l' aggressività paternalistica del capo e la remissività gregaria dei figli bastonati, proprio come a teatro dove il capocomico e il suo pubblico si ingravidano a vicenda.

 

Escludendo ovviamente i modelli dittatoriali, da Stalin a Mussolini, davvero nessuno è mai riuscito a dissuadere e a persuadere e dunque a rovesciare in 45 minuti un piccolo grande mondo come ha appunto fatto Grillo sabato scorso a Roma: «Nunzia Catalfo e Federico D' Inca, davvero credete che un giorno vi faranno di nuovo ministri?».

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

 

E non pensiate che sia un caso irripetibile. Grillo ci riesce sempre. Era già accaduto, per esempio, nel 2019 (sembra una vita fa) quando impose l' accordo con il Pd a tutti i 5stelle, anche a Di Maio che si piegò nonostante Salvini gli avesse promesso la presidenza del Consiglio: «Lo so, non sei d' accordo e mai lo sarai, ma si fa così». E davvero non è disciplina militare, comando cieco e sordo, ma è leadership, forza e politica, sia pure sciamannata.

 

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

Ovviamente Grillo non somiglia all' idea che Grillo ha di se stesso , vale a dire di scienziato della politica, una somma di Totò e del professor Sartori, ma c' è qualcosa che, per strade ancora inesplorate dalla dottrina, ha pur sempre a che fare con il carisma in questo suo tenere il comando, nella velocità con cui impone la linea e dà ogni volta una forma al movimento informe.

 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Davvero, neppure Enrico Berlinguer poteva disporre del proprio mondo come ne dispone Beppe Grillo. E pensate a quanta fatica impiegò e di quanti anni ebbe bisogno Berlinguer prima per convincersi e poi per portare il partito alla discontinuità, allo strappo dell' amicizia con la Dc.

 

Pensate alle parole per dirlo, pensate a quel giorno in cui, in casa e in pigiama, come raccontò Tonino Tatò ( pagina 312 , Qualcuno era comunista di Luca Telese,), Berlinguer fumando mille Turmac, trovò finalmente l' aggettivo epocale da aggiungere alla parola compromesso: storico.

draghi poppins

 

E invece , come sono le fragole?, si è chiesto sabato Grillo per spiegare l' accordo con Draghi, l' odiato banchiere, «il nostro Mary Poppins suonato». Ed ecco la frase che ha consegnato alla storia: «Le fragole sono mature». Aldo Moro impiegò otto ore per scrivere il discorso sulle convergenze parallele che avrebbe cambiato l' Italia.

 

Più svelto, Grillo ha beccato un Platone nel dizionario delle citazioni: «Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l' insuccesso sicuro: volere accontentare tutti». Diciamo la verità, Platone ha scritto di meglio.

 

In questa estenuante fine dell' epoca a 5stelle, Grillo si è dunque rivelato il leader politico più solido d' Italia ma alla testa del partito più fragile d' Italia. A Draghi ha regalato i voti come un dono personale, e al Paese ha dimostrato che quel piccolo universo di sbandati solo grazie a lui è ancora maggioranza relativa.

fico grillo di maio

 

Ha pure ricordato agli aspiranti scissionisti che non c' è fallimento senza tentativo di rifondazioni, di restyling, di lifting, sempre spacciati come ritorno agli ideali e ai valori delle origini (vaffa, gogna, turpiloquio.).

 

Grillo ha infine fermato il "referendum su Draghi" che era previsto su quella piattaforma Rousseau che, inventata per sostituire la democrazia parlamentare, sarebbe invece diventata non l' Arca di Noè dei sopravvissuti, ma la Zattera della Medusa, il dipinto che racconta tutti i naufragi.

grillo di battistaBeppe grillo di Natale

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...