SALVATE IL PUZZONE BERLUSCONI: L'ULTIMA TRINCEA DI COPPI E' LA DERUBRICAZIONE DEL REATO

Maria Corbi per La Stampa.it

Meno due giorni a quello che per l'Italia, per il suo governo, sembra essere il giudizio universale: la decisione della Corte di Cassazione sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi per i diritti Mediaset.

A meno di sorprese dell'ultimo minuto la difesa non chiederà nessun rinvio, e martedì il professor Franco Coppi prenderà la parola in difesa del suo assistito. Una strana coppia, un principe del foro che detesta eccessi, mondanità, pacche sulle spalle, abituato a combattere in aula in punta di diritto e mai i giudici.

E un cliente, Berlusconi, che è l'antitesi di tutto questo e che fino ad oggi, fino a Coppi, sembra essersi difeso principalmente dai giudici. E chissà che questa volta in cui qualcuno lo ha costretto con la bandana davanti alla bocca, per una volta muto, non sia quella che porti finalmente un punto a casa. Se non l'annullamento definitivo della sentenza, almeno un annullamento con rinvio che permetta così una soluzione salomonica. Colpevole ma non troppo.

Il professor Coppi davanti alla suprema Corte cercherà di dimostrare come in punto di fatto la sentenza di condanna abbia inanellato una serie di travisamenti di prove, soprattutto testimoniali, circa la effettività delle società che si sono passate i diritti. Ma anche travisamento delle prove sul ruolo di Berlusconi.

Secondo la sentenza di condanna il sistema per frodare il fisco (e creare fondi neri) attraverso il passaggio dei diritti di società in società, con l'aumento dei costi ad ogni step fino a Mediaset (nei bilanci quindi una quota gonfiata di ammortamenti e minor profitto) sarebbe stato ideato da Berlusconi negli anni '80 e poi utilizzato fino al 2006. Il Cavaliere architetto e beneficiario.

Ma, sostiene la difesa, non si tiene conto che nel 1994 Berlusconi scendendo in politica abbandona la presidenza di Mediaset a cui viene chiamato Franco Tatò, il quale ha sempre detto di non aver mai parlato di diritti e ammortamenti con Berlusconi. E anche i dirigenti Mediaset, responsabili delle dichiarazioni dei redditi, hanno sostenuto di aver sempre deciso in merito agli ammortamenti da soli.

Non solo: nel 1995 Mediaset va in Borsa e nella quotazione viene indicata come società partecipata la società maltese IMS, creata per abolire la catena degli intermediari. Da quel momento di diritti si occupa IMS che li rivende a Mediaset con un rincaro del 5/7%, alla luce del sole.

La ragione? La difesa spiegherà davanti alla Cassazione che i produttori americani vendendo alla società ottenevano un risparmio fiscale e quindi Mediaset comprava i diritti a meno, risparmiando, a vantaggio degli azionisti. Tanto che quando gli americani costituiscono a loro volta delle società equivalenti a IMS questa viene sciolta.

Ma il passaggio della discussione della difesa che potrebbe portare «un punto» a casa, ossia l'annullamento con rinvio, riguarda la natura del reato eventualmente commesso da Berlusconi.

I giudici di Milano in appello hanno riconosciuto il leader del Pdl colpevole di frode fiscale in base all'articolo 2 della legge 74 del 2000 riguardante i reati tributari che recita: «Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti». Ma i due gradi di giudizio, secondo la tesi difensiva, non hanno dimostrato il dolo di Berlusconi.

I contratti di compravendita erano veri tra società realmente costituite con relativa emissione di fatture. Dunque non si tratterebbe di frode, ma casomai di dichiarazione infedele, reato per il quale è prevista una pena inferiore.

E in questo caso, se la Corte di Cassazione accogliesse la tesi, annullando con rinvio ad altro giudice, ci sarebbero due vantaggi. Il primo quello della prescrizione di uno dei due episodi contestati e il secondo quello della derubricazione del reato.

Significherebbe quindi che una nuova, eventuale, condanna oltre alla minore entità della pena non dovrebbe prevedere anche l'interdizione dai pubblici uffici. E sarebbe questa la vera vittoria di Berlusconi.

 

 

FRANCO COPPI FRANCO COPPI SILVIO BERLUSCONI FRANCO COPPI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?