SALVATE SILVIO (PER SALVARE LE LARGHE INTESE) – DAL CORSERA A CONFINDUSTRIA: DIETRO LO SLOGAN DELL’’’AGIBILITÀ POLITICA’’ AVANZA IL PARTITONE DELL’IMPUNITÀ

Fabrizio d'Esposito per "Il Fatto Quotidiano"

Smussare, anestetizzare, deviare, depistare, sminuire. A quasi una settimana dalla sentenza del Primo Agosto, prende sempre più forma sui quotidiani il partitone trasversale dell'impunità per Silvio Berlusconi. La sua "agibilità politica", nuova definizione che imperversa in editoriali, cronache e retroscena, non sta più a cuore solo ai pasdaran del centrodestra. Il salvacondotto per il Cavaliere, ammesso che si trovi una forma, è anche il salvacondotto per Enrico Letta e il suo governo delle larghe intese, perpetuazione politica della maggioranza che già sostenne Mario Monti.

Due anni di regime dell'inciucio, sotto la protezione del Colle. Con il premier Letta che ieri ha sentenziato: "Basta giochini che fanno male al Paese, non c'è alternativa alla stabilità". Proprio in questa chiave, spicca l'editoriale di Angelo Panebianco, fama di politologo moderato, sul Corriere della Sera di ieri. Per il quotidiano di Ferruccio de Bortoli c'è una riforma da fare, quella "più difficile". La giustizia, ovviamente. Sostiene Panebianco: "Così come non c'è stata mai nessuna Seconda Repubblica, la condanna di Berlusconi non farà nascere la terza". L'impunità come le colonne d'Ercole del nuovo regime. Nelle sue considerazioni, il politologo unisce Napolitano e Berlusconi in una sola direzione.

Addirittura fa suo l'attacco rivolto ai magistrati dal Condannato domenica scorsa, sul palco davanti Palazzo Grazioli, e scrive: "La magistratura è l'unico potere forte oggi esistente in questo Paese e lo è perché tutti gli altri poteri, a cominciare da quello politico, sono deboli". Per rimediare allo "squilibrio" c'è un solo "rimedio". Quello indicato dal Quirinale il giorno stesso della sentenza di B. Altro che contentino.

Il sentiero arato da Panebianco tratteggia una impunità gigantesca, per tutto il Sistema. Il potere politico deve diventare "forte" per imporre una rivoluzione culturale ai magistrati. Una rieducazione di stampo siberiano: "si incida sulla mentalità", "si iniettino dosi massicce di sapere empirico". Panebianco è senza freni: "Si addestrino i futuri funzionari, magistrati e amministratori, a fare i conti con la complessità della realtà. È ormai inaccettabile che un magistrato, o un amministratore, possano intervenire su delicate questioni finanziarie o industriali senza conoscenze approfondite di finanza o di economia industriale". Ancora: "È inaccettabile che gli interventi amministrativi o giudiziari siano fatti da persone non addestrate a valutare l'impatto sociale ed economico delle norme e delle loro applicazioni".

L'editorialista pensa all'Ilva e nelle riflessioni è implicito l'impatto politico. Con "dosi massicce di sapere empirico", la Cassazione non avrebbe mai condannato definitivamente Berlusconi. Quale potrebbe essere l'approdo di una riforma della giustizia? Stefano Folli lo indica chiaramente sul Sole 24 Ore, il quotidiano confindustriale: "Una volta fatta la riforma, ci sarebbe spazio per chiudere con un'amnistia i carichi di una lunga stagione".

Lo scenario di Berlusconi in galera è quello con cui bisogna fare i conti. Ma in nome del Paese, altro refrain caro ai sostenitori delle larghe intese, come La Stampa della Fiat, è necessario anche "normalizzare" la condanna. Al punto da ritenere normale, appunto, il comizio di un Condannato contro i magistrati. Dall'editoriale di Emanuele Macaluso sull'Unità di ieri: "Le manifestazioni dei fedelissimi di Berlusconi erano prevedibili e, tenuto conto di cos'è il Pdl, sono anche comprensibili". Il titolo, "Berlusconi era già fuorigioco", è una variante al gioco dell'impunità di questi giorni. Sminuire, nascondere. È importante altro. La frase chiave, al comizio di B. di domenica scorsa, è stata: "Il governo deve andare avanti". E così oggi si è generata una nuova attesa, dopo quella vissuta per la sentenza. Come salvare Berlusconi? Con il lodo Sallusti, per esempio.

Il direttore del Giornale venne condannato dopo un processo per diffamazione e il capo dello Stato gli commutò la pena in senso pecuniario. Questa è solo una delle tante ipotesi riportate ieri dai quotidiani. Un vero dibattito sull'impunità per Berlusconi. È normale? Per la cronaca, il Colle ieri ha smentito il quirinalista più autorevole dei media, Marzio Breda del Corsera, sulla possibilità di "una salvezza parlamentare" del Cavaliere. Come si procederà?

A Palazzo Grazioli, ieri pomeriggio, Berlusconi prima di ripartire per Arcore ha tenuto riunioni su riunioni. Coi legali è stata valutata la possibilità di chiedere la revisione della sentenza della Cassazione dopo le esternazioni di Esposito, presidente della sezione feriali. I falchi gli hanno ripetuto che "il Colle vuole solo prendere tempo e imbrogliarlo" e che "si esce da questa situazione solo con le elezioni". Nel Pdl i fautori delle larghe intese sono le fatidiche colombe di Alfano e ministri pidiellini. L'impunità è un salvacondotto soprattutto per loro, per continuare a stare nell'esecutivo.

 

BERLUSCONIBERLUGiorgio e Clio Napolitano a Orbetello ENRICO LETTA Angelo Panebianco han 42 debortoli

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