1. ALTRO CHE EMERGENZA CARCERI, L’INDULTO SALVA IL BANANA (E IL GOVERNINO ALFETTA)! 2. LA STRADA INDICATA DA RE GIORGIO NAPOLITANO: REPLICARE LA VERSIONE MASTELLIANA DELLA CLEMENZA. DOVE ERANO COMPRESI ANCHE I REATI FISCALI! 3. LA MOSSA DI BERLUSCONI POCO PRIMA DEL DIKTAT DI RE GIORGIO: CHIEDERE I SERVIZI SOCIALI PER ALLUNGARE I TEMPI. E DARE MODO AL PARLAMENTO DI VARARE LA LEGGE 4. MA IL PD PER LA PRIMA VOLTA SI RIBELLA A BELLA NAPOLI. EPIFANI: “NON C’È TRIPPA PER GATTI”. LO STOP DEL RENZIANO ERMINI: “NON ESISTONO COLPI DI SPUGNA” 5. ORGOGLIO PD: MEGLIO FARE MAGGIORANZA VARIABILE COI GRILLINI CONTRO IL REATO DI CLANDESTINITÀ CHE SEGUIRE LA STRADA DEL SUICIDIO IMPOSTA DAL COLLE

Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"

Ecco perché Berlusconi, presto, potrebbe avere buone notizie. Emergenza carceri. Ci sono le scadenze che s`avvicinano, ci sono le convulsioni parlamentari, fra chi teme le trappole (Pd) e chi annusa il regalo (Pdl) oltre l`opposizione di M5S e, soprattutto, c`è l`impegno di Giorgio Napolitano.

Indulto (condona in parte la pena inflitta) e amnistia (estingue reato e fa cessare le pene accessorie) vanno approvati entro il 28 maggio per evitare ritorsioni europee; il Parlamento deve rispondere con maggioranza qualificata (due terzi) e si prevedono almeno sei mesi.

Il tempo può aiutare Silvio Berlusconi, e anche la prassi. La versione mastelliana di sette anni fa estese l`indulto ai reati fiscali e contro la pubblica amministrazione, e le ultime indiscrezione indicano un provvedimento simile: non pare realistica una formula meno efficace, non darebbe risultati concreti per le carceri che ospitano i detenuti in condizioni disumane e, di fatto, non è mai successo.

La frode Mediaset, che ha condannato il Cavaliere a quattro anni, ha già ricevuto uno sconto di tre. Restano dodici mesi, già (teoricamente) ridotti a nove con la richiesta d`affidamento ai servizi sociali. Un testo fotocopia con il cumulo per chi ne beneficia, o comunque simile al 2006, offrirebbe a Berlusconi la possibilità - perché può rifiutare l`atto di clemenza, i processi sono tanti - di non trascorrere da vigilato speciale nemmeno un giorno.

I legali del Cavaliere, con notevole lungimiranza, hanno preferito i servizi sociali ai domiciliari. Così Berlusconi sarà libero per i prossimi quattro-cinque mesi aspettando una risposta dal Tribunale di Sorveglianza di Milano: l`attesa coincide proprio con il promesso (e auspicato) varo in Parlamento.

Berlusconi ha un problema ancora più grosso, però: l`addio al seggio senatoriale, cioè l`interdizione ai pubblici uffici, calcolata in Appello a cinque anni, respinta in Cassazione e ora di nuovo in Appello a Milano, il 19 ottobre. L`indulto non riguarda le pene accessorie, salvo che non intervenga un apposito decreto.

La fretta del Colle s`incastra con l`ansia del Cavaliere. Enrico Letta ha rassicurato Napolitano: "Faremo la nostra parte". Vuole dire che se il Parlamento, sempre più litigioso, non avvia il complicato percorso legislativo, palazzo Chigi è pronto a deliberare un disegno di legge con un lavoro simbiotico fra Interni (Angelino Alfano) e Giustizia (Anna Maria Cancellieri).

Va ricordato che il Guardasigilli, che da mesi invoca una soluzione per i detenuti, in pubblico sollecitava l`iniziativa politica. Il governo vuole un segnale per agire. Dagli uffici legislativi di via Arenula fanno sapere che sono pronti a fornire un testo in pochi giorni.

Neanche l`ipotesi Parlamento può dispiacere al Cavaliere; ci sono tre ddl a disposizione, due a palazzo Madama, uno a Montecitorio. I deputati e i senatori pronosticano vincente la proposta di Sandro Gozi (Pd): pene accessorie indultabili. Perfetto.

Al Senato c`è un disegno di legge molto generoso per estinguere i reati commessi entro il 14 marzo 2013 con detenzione sino a un massimo di quattro anni. Sembra scritta per Berlusconi. E infatti proviene da un senatore ex pdl ora nel gruppo misto. Sempre quel mitico Luigi Compagna che chiedeva, anche, di far cancellare le pene accessorie con l`indulto.

Berlusconi ripete di non avere fiducia nel Quirinale, anzi crede che la clemenza sarà misurata per non alleviare (o eliminare) né la condanna Mediaset né i vari processi in corso. Il Partito Democratico ha subodorato qualcosa che sta per diventare marcio e preferisce svuotare le carceri con l`abolizione delle leggi Bossi-Fini (clandestini) e Giovanardi (droga e spaccio).

Ma va avvisato il Quirinale. E va premiata l`intraprendenza di Coppi&Ghedini: B. ha scelto i servizi sociali un attimo prima del messaggio del Colle. Se dovesse andare male, sarebbe libero. Niente mense dei poveri e niente assistenza ai malati. Se dovesse andare bene, invece... Già, un ventennio s`è chiuso.

2. IL PD HA PAURA DEGLI ELETTORI
Wanda Marra per "Il Fatto Quotidiano"

‘'Grande cautela": ecco l`espressione ufficiale che Guglielmo Epifani associa a amnistia e indulto. Poi, con toni tenuti bassi, il segretario del Pd afferma che "vanno esclusi i reati che in passato sono già stati esclusi". Ma soprattutto che i provvedimenti di clemenza "possono essere presi in considerazione al termine di un percorso che riguardi una serie di altri interventi" riguardanti la ex Cirielli (sulla recidiva), la Giovanardi (droga e spaccio) e la Bossi-Fini (reato di clandestinità). Leggi che riempiono le carceri.

A scavare appena un po` sotto la superficie il pensiero di Epifani si chiarisce: amnistia e indulto per i vertici ufficiali del Nazareno non sono una priorità. Il governo intende accelerare su questa questione? Gli uffici del ministero della Giustizia sarebbero già al lavoro per studiare un testo? "Non c`è trippa per gatti", dicono dall`entourage del segretario.

Perché, come scriveva sul Foglio ieri il responsabile Giustizia, Danilo Leva, "l`amnistia e l`indulto da soli non bastano, devono essere il punto di arrivo di un percorso strutturale. Altrimenti si tratterebbe di un placebo di limitata durata". I Democratici non dicono un no secco né a Napolitano, né a Letta.

Ma si preparano a mettere in essere le condizioni per rendere impraticabili i provvedimenti di clemenza che il Colle chiede. Perché - sotto al dibattito umanitario sul sovraffollamento delle carceri - ce n`è un altro che si svolge sotto traccia (nemmeno troppo sotto, per la verità): tutto dipende da come vengono scritte le norme, ma il rischio che attraverso i provvedimenti di clemenza si arrivi a un salvacondotto per Berlusconi è forte e chiaro.

Difficile pensare a un`amnistia che agisca sui reati di frode fiscale. L`indulto, che cancella la pena, è un`altra cosa. Spiega il deputato renziano David Ermini: "Se per assurdo l`indulto dovesse essere varato oggi, lui ne usufruirebbe. Certo, bisognerebbe capire di che indulto si tratta, quali reati andrebbero esclusi. E per esempio, per escludere Berlusconi bisognerebbe lasciar fuori la frode fiscale".

Ma nel 2006 questo reato c`era. E aggiunge: "Napolitano ci ha chiesto di svuotare le carceri, non di procedere con un colpo di spugna". Per approvare amnistia e indulto servono i due terzi del Parlamento: alla Camera 420 voti. Questo vuol dire Pd (293), Pdl (96) Sel (37) e Scelta Civica (47). Al Senato ne servono 214. E dunque, Pd (108), Pdl (91) oppure Gal (10) o Sel (7) o le Autonomia (7). I Cinque Stelle sono contrari senza se e senza ma, e dunque i partiti di maggioranza si devono mettere d`accordo. Come pensare che il Pdl non cerchi di inserire le norme che servono a B.?

Ecco allora la cautela, e pure "la serietà" e la "coerenza" che Epifani raccomanda, per evitare l`ennesima mina che Colle e Palazzo Chigi stanno piazzando sotto al Pd. Subordinare la questione a un percorso così lungo da essere potenzialmente infinito è il modo più semplice per svicolare. E tra l`altro se si pensa che nel 2006 la frode fiscale era stata oggetto d`indulto, l`affermazione del segretario che "vanno esclusi i reati esclusi in passato" si colora d`ambiguità.

Spiega Anna Rossomando, membro della Commissione Giustizia: "I provvedimenti di clemenza sono di competenza parlamentare. E quindi starà a noi definire i percorsi e mettere i paletti". Non a caso la capogruppo ha stabilito che il messaggio del Colle va votato in Commissione: c`è bisogno di capire se c`è un`intesa preventiva.

A subodorare (e denunciare) la tiepidezza del suo partito, che viceversa fa passare in secondo piano il problema in questione è il democrat Verini, membro della Commissione Giustizia: "Il Presidente della Repubblica, ancora una volta, costringe il Parlamento a guardarsi allo specchio. Per quanto riguarda il sovraffollamento carcerario non può non farlo senza arrossire".

Amnistia e indulto quindi "non sono un tabù a patto che si escludano i reati di allarme sociale, i reati più gravi, i reati contro lo stato come la frode fiscale. E che non ci siano da parte di nessuno vergognose strumentalizzazioni, come da parte di chi vuole ipotizzare salvacondotti per qualche personaggio". Che sul tema le posizioni divergeranno tra le varie anime del partito è già scritto. Si accorge dell`imbarazzo Democrat e ne approfitta Alfano: "Invito il Pd a non trasformare tutto in un referendum su Berlusconi. Spero che il Pd non traduca le parole di Napolitano in norme contro una persona".

 

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